Il Cile, l'alcolismo e l'appello social: "Non abbiate paura di chiedere aiuto"

Il cantautore aretino Lorenzo Cilembrini, 41 anni, parla per la prima volta della sua dipendenza. E va oltre: "Contrario al proibizionismo, serve un organismo educativo per i più giovani"

di MARIANNA GRAZI
4 settembre 2023
Il Cile

Il Cile

"La prima volta che bevvi avevo quindici anni, mi ricordo bene: notte di ferragosto sulla spiaggia del mare adriatico di Torrette di Fano e mezzo litro di 'limoncé' caldo che vomitai dopo pochi minuti, il giorno dopo promisi a me stesso che non avrei più bevuto. Non è andata esattamente così". A raccontarlo è Il Cile, al secolo Lorenzo Cilembrini, cantautore aretino, autore di "Cemento armato" e di "Maria Salvador" con JAx. Inizia così un lungo post sui social in cui il 41enne, considerato ai tempi un astro nascente della musica ma negli ultimi tempi lontano dai riflettori, parla del suo alcolismo. È lui stesso, infatti, a rivelare il perché di questa sua scomparsa dalle scene: una dipendenza che gli è quasi costata la vita.

Il racconto sui social de Il Cile

Il lungo post del Cile in cui rivela di essere un alcolista (Instagram)

L'artista, sul suo account X (ex Twitter) e Instagram pubblica due immagini, un quadro e una sua foto in ospedale, dov'è stato ricoverato proprio a causa dei suoi problemi con l'alcol due anni fa, nel 2021. Ad accompagnarle un lungo post in cui Il Cile si mette a nudo, rivelando l'evolversi della sua dipendenza. "Io credo che il motivo primario del mio alcolismo sia la timidezza mista all’insicurezza: ho sempre usato gli alcolici per abbattere quella barriera di incapacità comunicativa e terrore del giudizio altrui che mi porto dentro dall’adolescenza", confessa il cantante.

Un alcolista 'binger'

"In più sono un alcolista atipico: sono un 'binger'. Posso stare settimane senza bere ma quando bevo posso andare avanti anche due giorni e continuativamente – aggiunge –. Due anni fa, in estate, ero a Garda con una ragazza che ha alimentato a dismisura il mio lato autodistruttivo. Poi a Gardaland, da quanto avevamo bevuto ci addormentammo durante le torri gemelle (vi giuro è vero), tornati in hotel continuammo mentre lei sì limitò, dopo cena finimmo in un bar dove il proprietario mi propose la sfida di bere un beverone gigante con praticamente una bottiglia di Jeagermaister dentro".

Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, fino a qualche anno fa era considerato un astro nascente nel panorama musicale italiano (Instagram)

Mi ricordo di essermi risvegliato in ospedale – prosegue nella sua sorta di confessione Cilembrini –mentre tentavo di strapparmi il catetere con la dottoressa che intimava la ragazza alimentatrice della mia autodistruzione di bloccarmi, se avesse voluto ancora avere una vita sessuale con me".

La sentenza: "Non devo più toccare alcol se voglio vivere"

Il ricovero e il referto dei medici parlano chiaro: "pancreatite acuta". Lorenzo spiega cosa è successo poi:  "Uscito di lì ressi tre mesi all’incirca da sobrio poi ricominciai a bere quando e come volevo. Per due anni interi, con i soliti casini che ne conseguono professionalmente, nella sfera umana, in quella dei sentimenti, in quella della pace interiore. Nella vita in tutte le sue sfaccettature, insomma. Sabato 31 agosto 2023, mi è stato detto che (se non voglio morire e sebbene le mie canzoni spesso non ispirino euforia vorrei ancora scriverne un po’) non dovrò più toccare alcool a vita. Ed anche se può sembrare stupido è surreale, quando il dottore mi spiegava tecnicamente di pancreas e cronicità, usando tutti termini che mi rimandavano al mondo ospedaliero, io mi sentivo liberato da un peso enorme".

Cilembrini ricoverato in ospedale per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute a causa dell'abuso di alcol

L'appello sui social: "Ragazzi chiedete aiuto"

Infine Il Cile conclude il suo post-sfogo in cui ha raccontato la sua dipendenza dall'alcol lanciando un appello: "Perché scrivo qui queste cose?  Perché vorrei spiegare ai ragazzi che ogni sostanza va immaginata come un elastico che fai allungare con il pollice e il polpastrello delle tue mani, puoi tirarlo tanto, anche tutta la vita, ma potrebbe succedere che un pollice ed un polpastrello cedano, e più l’avrai tirato, più dolore sentirai nell’altra mano. Non abbiate paura di chiedere aiuto se vi sentite schiavi di qualunque sostanza, siamo umani e finché non siamo sottoterra abbiamo diritto a stare il meglio possibile".

Il supporto dei follower

"Ringrazio tutti per l’interesse e l’attenzione, anche della carta stampata digitale (la foto dell’ospedale è di due anni fa, infatti i miei parenti si sono un po’ spaventati)". Con un video, pubblicato questa mattina, Il Cile ci tiene a ringraziare i tantissimi messaggi ricevuti. Tantissimi i commenti sotto il post, di affetto e sostegno per il giovane talento. Per sdrammatizzare i toni, Cilembrini chiede ai media, che hanno immediatamente rilanciato la notizia che lo riguarda, di dargli spazio anche quando pubblica i suoi brani, annunciando che tra poco uscirà il nuovo singolo “Fatto”.
 
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No al proibizionismo, serve educazione

Poi prosegue: "Ci tenevo a precisare alcune cose: la mia condizione è dipesa solo da me, dal mio libero arbitrio e se parlo anche di persone che possono alimentarti ciò non significa che sia colpa loro. Perché quando hai tale condizione di dipendenza, e ognuna è diversa, anche il tuo fratello sanguigno, la persona che ami e che vuoi sposare come è per me, purtroppo in determinate situazioni ti fa accendere una scintilla che però è dovuta alla tua modalità interiore di dipendenza e di autodistruzione. Non puoi farci niente, è una questione chimica, è una questione che puoi superare guarendo”.

Il cantautore aretino si appella ai ragazzi più giovani: "Chiedete aiuto, non abbiate paura" (Instagram)

Quindi il 41enne spiega, partendo da una citazione, che quella che lo affligge è l’unica malattia che dopo che sei guarito stai meglio. "Io sto bene, voglio solo fare il mio lavoro, le mie cose, e mi piacerebbe davvero che però si aprisse un dibattito su tutta questa cosa. Perché io sono completamente contro il proibizionismo, perché non funziona – afferma –. I ragazzi secondo me vanno educati alle sostanze che purtroppo esistono, far capire i pro e i contro". Secondo il cantautore "Questo fa parte della vita. I governi su questo hanno sempre fatto gli str*nzi". Non basta dire 'No', "è un po’ più complessa, i ragazzi sono anche più ricettivi, vanno su internet, si informano, ma se ci fosse un organismo già scolastico, educativo che affrontasse la cosa secondo me tante situazioni non dico si risolverebbero ma verrebbero alleggerite”.