Non rassegniamoci alla guerra, “Proviamo a immaginare la pace”

Tre giorni di confronto a Parigi da domenica 22 a martedì 24 settembre per cercare alternative con più di duemila giovani

di MICHELE BRANCALE
21 settembre 2024
Laurent Ulrich e Marco Impagliazzo (da santegidio.org)

Laurent Ulrich e Marco Impagliazzo (da santegidio.org)

Parigi, 20 settembre 2024 – I Giochi olimpici e le Paralimpiadi hanno dato un segno di unità e di sollievo al mondo sconvolto dalle guerre, in cui il vocabolario comune sembra avere smarrito la parola “pace” senza pensare più come costruirla. Proprio a Parigi si proverà ad “Immaginare la pace” a cui è dedicato l'incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con l'arcidiocesi di quella che è a tutti gli effetti una “città-mondo”, da domenica 22 a mercoledì 24 settembre.

“Si tratta di creare condizioni di dialogo per uomini e donne di buona volontà, di ogni Paese e origine anche culturale e religiosa, per rimettere il desiderio della pace nel cuore della vita, nelle circostanze, molto difficili, di un mondo così complesso come quello in cui viviamo oggi”, ha dichiarato l'arcivescovo Laurent Ulrich, tornato pochi fa da Gerusalemme, dove si era recato con una delegazione. Parigi, raccoglie quel testimone che da Assisi nel 1986, su iniziativa di Giovanni Paolo II, e poi grazie a Sant'Egidio, fino a Berlino lo scorso anno, “fa cadere ogni anno un muro di ignoranza”.

La scelta della sede nella capitale francese

Proprio Ulrich aveva suggerito lo scorso anno alla Comunità di fare l'incontro nella capitale francese, come anche il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron due anni fa. Come ha spiegato Marco Impagliazzo, presidente di Sant'Egidio, “l’immaginazione è anche creatività nel tempo oscuro in cui viviamo, dove la pace non è più all'ordine del giorno. La Francia ha molto sofferto per due guerre mondiali. Dopo il secondo conflitto si è immaginata la pace per l'Europa, pace che sembra scomparsa dal vocabolario dell'opinione pubblica. Quello di Parigi non è un incontro di mediatori di pace o con mediazioni nascoste, ma un luogo in cui ciascun interlocutore parlerà liberamente, grazie a 21 forum che raccolgono la sfida della complessità degli argomenti che si affrontano, per cercare risposte non univoche o semplicistiche. Non sono solo le religioni che si incontrano, ma uomini di cultura, politici, umanisti, per un lavoro plurale”.

A Parigi è stata elaborata una sintesi importante tra umanesimo laico e cristiano con l'Ebraismo e l'Islam. Esserci vuol dire anche protestare contro la guerra e dare voce a quelli che soffrono per causa di questa. Ci saranno discussioni tra le personalità invitate in un programma articolato sui temi più sensibili.

Il programma 

Domenica la grande assemblea inaugurale al Palazzo dei Congressi con il presidente della Repubblica Emanuel Macron, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ma anche il rettore della Grande Moschea di Parigi Chems-Eddine Hafiz, il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia e l’arcivescovo cattolico Laurent Ulrich, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, Amin Maalouf, segretario dell'Accademia Francese e il primate della comunione anglicana Justin Welby, “segno che al di là della Brexit c’è un tunnel ancora collega il Regno Unito e la Francia”.

“Ci sarà anche la testimonianza di Alina Hassani, una donna dell’Afghanistan, arrivata in Belgio grazie ai corridoi umanitari che hanno consentito di salvare migliaia di persone sottraendoli alle mani dei trafficanti”, aggiunge Impagliazzo.

Tra i temi sensibili che si affronteranno la democrazia laddove sembrano prendere campo le “democrature”, il nucleare e l’Africa. La cerimonia finale, martedì 24 settembre, si svolgerà a partire dalle 18.30 sul sagrato della cattedrale di Notre Dame, dove è prevista la lettura di un messaggio di Papa Francesco. Ai panel di Parigi si sono già iscritti più di duemila giovani. “Siamo molto preoccupati per loro, perché hanno come orizzonte questo linguaggio di guerra che non è un gioco, ma una realtà terribile per milioni di persone, e nutriamo fiducia nei loro riguardi perché cercano con noi la pace – ha concluso il presidente Impagliazzo – Che eredità lasceremo? L'Europa ricostruita sulla pace e la solidarietà, può creare un orizzonte di pace per generazioni che verranno”.