La notizia della coppia gay presa a calci, pugni e cinghiate in strada a Roma da un gruppo di persone, tra cui una donna, e ripresa in un video reso pubblico dal Gay Help Line desta scalpore non tanto per la sua specificità, ma per la sua periodicità. Un fenomeno, quello della violenza omofoba, diventato comune, con episodi che si ripetono ormai ogni settimana (probabilmente anche di più, ma la maggioranza di questi non viene denunciata o non emerge agli onori della cronaca).
L’indifferenza dei passanti
“Ancora altre aggressioni contro Lgbt+ segnalate al servizio Gay Help Line 800 713 713”, sottolinea infatti il Gay Center. Ma la brutalità usata dalle quattro persone scese dall’auto e l’indifferenza agli appelli d'aiuto, alle evidenti difficoltà a respingere gli aggressori, quelle sì, lasciano senza parole. I due ragazzi sono stati aggrediti “lo scorso weekend, alle 4 di notte, dopo una serata Lgbt+ a Roma”. Colpiti con forza cieca, con odio, in mezzo alla strada e davanti a testimoni, “senza che nessuno intervenisse, se non per filmare l'accaduto”. Questo fa male, forse più delle botte. L’indifferenza. Da qui arriva la decisione di pubblicare il video sui social, per chiedere a “chi li riconosce di segnalarli al 800 713 713 o alle forze dell'ordine”.
“Violenza inaccettabile, lasci il posto a diritti e accoglienza”
“Gravissime le immagini diffuse oggi” commenta in una nota Marilena Grassadonia, Coordinatrice dell'Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale. Che poi aggiunge: “Mi unisco all'appello della GayHelpLine Contact Center di Roma Capitale per chiedere a chiunque abbia informazioni sull'accaduto di fornirle al più presto alle forze dell'ordine. Non è accettabile che questi episodi possano accadere nella nostra città”.
“Il lavoro che come Ufficio Diritti stiamo portando avanti insieme a tutta l'amministrazione e alle associazioni lgbqia+ – spiega ancora – è prezioso ma non basta. Dobbiamo continuare a lavorare a livello formativo e culturale sulla prevenzione di discriminazioni e violenze omolesbobitransfobiche. Dobbiamo continuare a parlare alla città, consapevoli che in questo momento storico è più che mai indispensabile schierarsi dalla parte dei diritti e prendere parola. Non possiamo accettare l'indifferenza di chi passa e non si ferma a dare aiuto a due giovani che stanno subendo una aggressione. Ognuno di noi può e deve fare la sua parte – conclude –. Continuiamo ad andare avanti insieme per la costruzione di una città dove la violenza lasci il posto a diritti e accoglienza”.