Iran, Badri Hossein Khamenei, la sorella della
Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei, ha pubblicato una lettera in cui si augura “presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia al potere”. Nella lettera pubblicata sull’account twitter di suo figlio e rilanciata da alcuni media, Badri Khamenei critica il fratello affermando che “il regime della Repubblica islamica non ha portato altro che
sofferenza e oppressione per l’Iran e gli iraniani. Il popolo dell’Iran merita libertà e prosperità e la loro insurrezione è legittima e necessaria per ottenere i loro diritti”.
Ali Khamenei, Guida suprema della Repubblica islamica
E ancora, la sorella di Khamenei accusa suo fratello:
“Sto con le madri in lutto e le donne iraniane. Le guardie rivoluzionarie e i mercenari di Ali Khamenei depongano le armi e si uniscano al popolo, prima che sia troppo tardi”. "Molte volte ho portato la voce del popolo alle orecchie di mio fratello Ali Khamenei decenni fa - le parole della sorella della Guida suprema della Repubblica islamica Ali Khamenei - . Ma dopo aver visto che non ha ascoltato e ha continuato la strada di Khomeini nel sopprimere e uccidere persone innocenti, ho interrotto il mio rapporto con lui". Nella lettera, Badri Khamenei si dissocia dalle “atrocità” e invita le Guardie della rivoluzione ad “abbandonare le armi il prima possibile e ad unirsi al popolo prima che sia troppo tardi”. La Guida suprema Ali Khamenei “non ascolta la voce del popolo iraniano e al contrario ritiene che la voce del popolo sia quella dei suoi mercenari”, si legge nel testo dove Badri Khamenei esprime “simpatia per tutte le madri che hanno perso i loro figli negli ultimi quarant’anni e sono state sottoposte alle atrocità, alla tirannia e alle bugie del regime della Repubblica islamica, dal periodo di Ruhollah “Khomeini fino all’attuale califfato oppressivo di Ali Khamenei”, si legge nella lettera, scritta a Teheran
ma pubblicata dal figlio Moradkhani, che vive in Francia. Il monito agli studenti
La studentessa iraniana Asra Panahi, di 16 anni è morta dopo un pestaggio da parte delle forze di sicurezza perché, assieme ad altre compagne di classe, si era rifiutata di cantare un inno dedicato alla Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei
I commenti
“La protesta è diversa dalla rivolta”, ha commentato il presidente della Repubblica islamica dell’Iran
Ebrahim Raisi, durante un incontro all’università di Teheran in occasione della Giornata dello studente. Lo riporta Bbc Persia. “Non c’è nessun problema nel protestare”, ha detto Raisi agli studenti, “porta alla riforma. Ma il disturbo e la distruzione sono diversi dalla protesta”. Gli Stati Uniti - ha continuato Raisi - “vogliono che la rivolta in Iran porti alla distruzione del Paese”. Mentre il presidente si trovava nell’ateneo ci sono state manifestazioni. Alcuni studenti sono stati picchiati.
Terzo giorno di sciopero
Intanto si è arrivati al terzo giorno di sciopero. I negozianti tengono le serrande abbassate in segno di protesta. La magistratura iraniana sta sigillando negozi e imprese che aderiscono allo sciopero e la polizia esegue arresti tra chi protesta. Ma la serrata si è estesa a 40 città iraniane, tra cui la capitale. Il sindaco di Teheran Alireza Zakani ha accusato gli studenti dell’Università Sharif che manifestano di essere ‘traditori’.
Il precedente
Farideh Moradkhani e la guida suprema iraniana Ayatollah Khomenei
Alla fine di novembre 2022
Farideh Moradkhani, nipote della Guida Suprema iraniana
Ayatollah Ali Khamenei, è stata
arrestata dopo aver chiesto ai governi stranieri di
tagliare tutti i legami con il regime iraniano. Ad annunciarlo è stato il fratello,
Mahmoud Moradkhani: su Twitter ha scritto che la giovane è stata arrestata mercoledì scorso, quando si è recata presso l’ufficio del procuratore in risposta a un ordine del tribunale. In una dichiarazione video condivisa dallo stesso Mahmoud prima del fermo, Moradkhani ha invitato le persone di tutto il mondo a sollecitare i loro governi a tagliare i legami con la Repubblica Islamica nel contesto delle proteste che stanno attraversando la nazione, a chiedere alle istituzioni di interrompere qualsiasi rapporto con questo regime”. “Oh,
gente libera, siate con noi e dite ai vostri governi di smettere di sostenere questo
regime assassino, che uccide i bambini. Questo regime non è fedele a nessuno dei suoi principi religiosi e non conosce alcuna legge o regola se non quella della forza e del mantenimento del potere in ogni modo possibile”, ha detto. “In questo momento storico così cruciale, tutta l’umanità sta osservando che il popolo iraniano, a mani vuote, con un coraggio e un’audacia esemplari, sta
combattendo contro le forze del male“, ha aggiunto. “In questo momento, il popolo iraniano sta portando da solo il peso di questa grave responsabilità,
pagando con la propria vita“. Farideh Moradkhani ha spiegato anche che i cittadini iraniani sono ‘in guerra’ anche con gli Stati che sostengono il regime iraniano e ha invitato i Paesi democratici a richiamare i loro rappresentanti dall’Iran e ad espellere i rappresentanti della Repubblica Islamica dalle loro nazioni.