Iris Di Domenico, da vittima di bullismo a idolo dei ragazzi: “Parlarne è responsabilità che ho deciso di prendermi”

La 19enne, idolo dei giovanissimi, racconta la sua esperienza. E diventa protagonista insieme ad alcuni studenti di una scuola media di Milano di una serie di clip, in onda su Super! in occasione della Giornata contro bullismo e cyberbullismo

di MARION GUGLIELMETTI
7 febbraio 2025

Milano, 7 febbraio 2025 – Dall’inglese bullying, ovvero oppressione o prepotenza, il termine bullismo indica un comportamento che mira consapevolmente a fare del male e a lasciare ferite profonde. Ed è un fenomeno che si diffonde ogni giorno di più, complice anche lo smodato uso dei social network, che possono trasformare un clic in un atto di cyberbullismo. Il dialogo e l'educazione sono strumenti potenti per prevenirli e contrastarli. Affrontare l'argomento con adolescenti e bambini è fondamentale per costruire una società empatica e consapevole.

La creator Iris Di Domenico e il progetto con Super! e FARE X BENE Onlus contro bullismo e cyberbullismo
La creator Iris Di Domenico e il progetto con Super! e FARE X BENE Onlus contro bullismo e cyberbullismo

Ed è proprio per questo che Super!,il brand di intrattenimento di Paramount Italia dedicato a bambini e ragazzi, e l’associazione Fare X Bene, attiva sul territorio nazionale da oltre 14 anni, hanno deciso di collaborare per dare voce ai ragazzi.

In occasione della giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, durante la programmazione di Super!, andranno in onda delle clip con la creator Iris Di Domenico in cui gli studenti della 1B della scuola media Iqbal Masih di Milano, racconteranno come hanno vissuto il bullismo nella loro vita quotidiana. L’appuntamento è tutti i giorni alle 19 e 30 fino a domenica 9 febbraio, su Super!, canale 47 del digitale terrestre, tivusat e 625 di Sky.

Iris, ci racconti questo progetto.

“In questi giorni, durante la programmazione di Super!, stanno andando in onda delle pillole video dove alcuni ragazzi di una scuola media di Milano, raccontano come hanno vissuto alcuni episodi di bullismo e cyberbullismo. E lo fanno con l'aiuto delle Tartarughe Ninja”.

Perché proprio le Tartarughe Ninja?

“Perché ognuna di loro ha un valore associato: empatia, rispetto, amicizia e inclusione”.

Come avete iniziato?

“Da Milano siamo partiti per la Liguria e abbiamo registrato a La Città dei Bambini e dei Ragazzi di Genova. Gli studenti hanno realizzato un circle time, ovvero si sono messi seduti in cerchio per abbattere da subito le barriere, e con me e alcuni esperti dell'associazione ‘FareX Bene’ hanno iniziato ad affrontare la tematica del bullismo”

Com'è andata?

“All'inizio non è stato facile, poi piano piano ognuno ha raccontato la sua esperienza personale ricevendo e rispondendo a numerose domande. Tante chiacchiere ma anche tanti abbracci quando qualcuno non riusciva a trattenere le lacrime. C'è stata una condivisione di parole e di emozioni. È stato bellissimo”.

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Non è stata la sua prima volta

“No, avevo preso parte a questo progetto anche lo scorso anno, ma ogni volta è un arricchimento. Per questo partecipo anche ad altre iniziative simili con la Onlus. Mi capita di andare nelle scuole o nei teatri ed incontrare ragazzi per raccontare la mia esperienza e provare ad aiutarli a superare le difficoltà o a prevenirle”

Anche lei vittima di bullismo?

“Sì, soprattutto alle medie. Non solo brutte parole, ma anche comportamenti di cattivo gusto. Tra questi, mi sono ritrovata spesso la sedia colma di colla, oppure mi veniva rovesciata in testa dell’acqua gelata in pieno inverno. Mentre alle superiori venivo presa in giro perché avevo iniziato il mio percorso social e sotto i video che pubblicavo trovavo commenti piuttosto sgradevoli”. 

Come reagiva?

“Non bene. A tredici anni poi si è ancora molto piccoli e molto fragili. Più volte mi sono ritrovata a chiedermi se ci fosse qualcosa che non andava in me”.

Ne ha parlato con qualcuno?

“Sì, ma solo alle superiori. Ho trovato il coraggio di aprirmi con i miei professori, che mi hanno subito aiutata”.

E la sua famiglia?

“Ho raccontato tutto dopo. Sono certa che mi avrebbero ascoltata, capita e supportata, ma era più difficile spiegare una situazione che loro non avevano sotto gli occhi a differenza dei miei insegnanti. In fondo, sono stati proprio i professori i primi ad accorgersi che qualcosa non andava e a domandarmi cosa stesse accadendo”.

Quanto è importante chiedere aiuto?

“E' fondamentale. Quando qualcuno ci critica, insulta o aggredisce, ci butta addosso tanta negatività. E questa si trasforma in una sorta di bolla nella quale ci rinchiudiamo con i pensieri brutti che rimbombano ovunque.Chiedere aiuto è come chiedere un ago per farla scoppiare in modo da tornare a guardare il mondo che ci circonda senza restare bloccati in noi stessi”.

Non è sempre facile farlo

“Non lo è mai, perché si prova una sensazione di sconfitta e poi si è costretti a mettersi a nudo”.

Per questo serve sensibilizzare

“Parlare di bullismo è fondamentale. Ognuno ha una storia da raccontare e dalla quale possiamo imparare qualcosa. Che poi è paradossale perché sembra che tutti subiamo atti di bullismo, eppure c'è qualcuno che lo fa. Ma probabilmente i bulli stessi sono persone che hanno subito e cercano di riscattarsi, ma in maniera sbagliata. Le parole possono ferire molto e nessuno deve permettersi di giudicare o compiere brutti gesti nei confronti di qualcun altro. Anche quando qualcosa non ci piace, la violenza sia fisica che verbale non sono mai la soluzione”.

Lei ne parla anche sui social

“Sì, cerco di sensibilizzare le persone raccontando i momenti difficili che mi sono trovata a vivere e il modo in cui li ho affrontati. Mi piace mostrarmi con totale sincerità e semplicità, in modo che i follower mi vedano come una di loro e si fidino di me. Vorrei fargli capire che certe situazioni non capitano solo a loro e che non sono soli”.

Riceve richieste di consigli e qualche grazie?

“Ogni giorno, soprattutto dopo qualche incontro nelle scuole. Ogni volta è una sensazione meravigliosa, perché mi fa capire che vengo percepita più come un'amica o una confidente, piuttosto che una persona a cui ambire. Sono una creator? Sì, ma per prima cosa sono una normale ragazza di 19 anni, con pregi, difetti, punti di forza ma anche tante fragilità”.

Così giovane e così seguita sui social, una bella responsabilità...

“Una responsabilità che nessuno di base ti da perché nessuno ti chiede di parlare di tematiche importanti come il bullismo o di provare a sensibilizzare i giovanissimi sull'argomento. È una responsabilità che ho deciso di assumermi da sola, perché se ci fosse stato qualcuno che lo avesse fatto quando io ero vittima, sarebbe stato tutto molto più facile”.

È soddisfatta del suo percorso?

"Molto, anche se si può sempre fare di più. Ma tra progetti, iniziative e social, mi sembra che qualcosa stia cambiando. Magari non a livello universale, ma si inizia sempre con piccoli passi. Anche se quello che ho visto e ascoltato nella giornata a Genova con gli studenti delle medie - e che andrà in onda nelle clip di Super! - è comunque qualcosa di grande".