Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Ivg e legge 194, non va tutto bene: l’ultima relazione del Ministero travolta dalle critiche

Ivg e legge 194, non va tutto bene: l’ultima relazione del Ministero travolta dalle critiche

"Abortire in Italia resta un percorso a ostacoli"

Sofia Francioni
14 Giugno 2022
Ivg in Italia: i dati sull'aborto

Una bambina manifesta per il diritto all'aborto

Share on FacebookShare on Twitter

Il ministero della Salute ha pubblicato l’ultima relazione sull’interruzione volontaria di gravidanza in Italia. I dati si riferiscono al 2020 ma sono “incompleti, parcellizzati, parziali” e restituiscono un’immagine sfocata di quanto avviene nel Paese, dove abortire rimane un percorso a ostacoli. L’onda delle reazioni, annunciata già dall’indagine “Mai Dati!” della docente Chiara Lalli e della giornalista Sonia Montegiove per chiedere di rendere accessibili a tutti i dati sull’Ivg, infatti non si fa attendere.

Cosa dice la relazione 2020 del Ministero della Salute

Dice il Ministero: nel 2020, in Italia, le ivg sono state 66.413, un numero in costante diminuzione (erano 73mila nel 2019) a partire dal 1983, anno in cui si è riscontrato il valore più alto (234.801). Il tasso di abortività, ovvero il numero di Ivg per 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia, rimane tra i valori più bassi a livello internazionale. Le Igv diminuiscono soprattutto tra le giovanissime, mentre i tassi più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Per il rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di Ivg, anche nel 2020, il ricorso al consultorio familiare si conferma l’opzione più scelta (43,1%), rispetto agli altri servizi (medico di fiducia, servizio ostetrico, altra struttura). Mentre i ginecologi obiettori di coscienza restano il 64,6% (valore in diminuzione rispetto al 67,0% del 2019), gli anestesisti il 44,6% e il personale non medico il 36,2%.

Il tipo di intervento scelto per l’Ivg

Per eseguire una Ivg esistono due tecniche: il metodo farmacologico e il metodo chirurgico.  Nel 2020, secondo la relazione, il 35,1% degli interventi sono stati effettuati con metodo farmacologico: la pillola (RU486) è stata adoperata nel 31,9% dei casi, rispetto al 24,9% del 2019 e al 20,8% del 2018. Riguardo al metodo, persistono ampie differenze regionali: si passa, infatti, dall’1,9% di aborti farmacologici in Molise a oltre il 50% in Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Basilicata.

Le reazioni

“Questo report è imbarazzante. L’unico scopo è continuare a dire che va tutto bene, quando niente è andato bene”, sentenzia Rebecca Clementi della pagina Instagram @ivgestobenissimo. “Quella che ci offre il ministero è una narrazione distante dalla realtà della pandemia”. Ivg, ho abortito e sto benissimo!, un gruppo di donne e persone Lgbtq+ italiane, insieme all’associazione Obiezione respinta e Non una di meno durante la pandemia hanno creato su Telegram il canale Sos aborto-Covid19 e hanno realizzato una mappa in continuo aggiornamento delle strutture antiabortiste in Italia. “Ogni anno ci troviamo a leggere sempre la stessa zolfa, questo significa solo una cosa: la volontà politica di non cambiare niente”.

Legge 194, Mai dati

La docente di storia della medicina Sonia Montegiove e la giornalista e informatica Chiara Lalli

A Maggio alla camera dei deputati è stata presentata una ricerca condotta da Chiara Lalli, docente di Storia della Medicina e Sonia Montegiove, informatica e giornalista, che sull’aborto mostra dati molto più allarmanti di quelli presentati nella relazione del ministero della Salute. Dalla loro mappa “Obiezione 100” risulta infatti che sono 72 gli ospedali che in Italia hanno tra l’80 e il 100% di obiettori di coscienza: 22 ospedali e 4 consultori con il 100% di obiezione tra medici ginecologi, anestesisti, personale infermieristico e Oss e 18 ospedali con il 100% di ginecologi obiettori. Mentre sono 46 le strutture che hanno una percentuale di obiettori superiore all’80%. A livello regionale, sono 11 le regioni in cui c’è almeno un ospedale con il 100% di obiettori: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. Le promotrici dell’indagini, insieme all’Associazione Luca Coscioni, chiedono che le strutture ospedaliere italiane forniscano dati aperti sull’ivg. “Solo se i dati sono aperti sono utili e ci offrono informazione e conoscenza. Solo se i dati sono aperti hanno davvero un significato e permettono alle donne di scegliere in quale ospedale andare, sapendo prima qual è la percentuale di obiettori nella struttura scelta”, concludono.

 

Potrebbe interessarti anche

Kylie Jenner con la testa di leone (Instagram)
Lifestyle

Teste di leone, leopardo e lupa in passerella infiammano la polemica social

23 Gennaio 2023
Andrea Lanfri sulla cima dell’Aconcagua, la vetta più alta delle Ande
Attualità

Lanfri conquista l’Aconcagua, vetta più alta delle Ande: “La meningite mi ha dato la voglia di andare avanti”

25 Gennaio 2023
Monopattini elettrici: cittadini divisi tra chi li vede come soluzione di mobilità alternativa e chi ne denuncia la poca sicurezza
Scienze e culture

Vietare i monopattini elettrici? A Parigi la sindaca annuncia il referendum. Cittadinanza divisa

23 Gennaio 2023

Instagram

  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Il ministero della Salute ha pubblicato l'ultima relazione sull'interruzione volontaria di gravidanza in Italia. I dati si riferiscono al 2020 ma sono "incompleti, parcellizzati, parziali" e restituiscono un'immagine sfocata di quanto avviene nel Paese, dove abortire rimane un percorso a ostacoli. L'onda delle reazioni, annunciata già dall’indagine “Mai Dati!” della docente Chiara Lalli e della giornalista Sonia Montegiove per chiedere di rendere accessibili a tutti i dati sull’Ivg, infatti non si fa attendere.

Cosa dice la relazione 2020 del Ministero della Salute

Dice il Ministero: nel 2020, in Italia, le ivg sono state 66.413, un numero in costante diminuzione (erano 73mila nel 2019) a partire dal 1983, anno in cui si è riscontrato il valore più alto (234.801). Il tasso di abortività, ovvero il numero di Ivg per 1.000 donne di età 15-49 anni residenti in Italia, rimane tra i valori più bassi a livello internazionale. Le Igv diminuiscono soprattutto tra le giovanissime, mentre i tassi più elevati restano nelle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Per il rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di Ivg, anche nel 2020, il ricorso al consultorio familiare si conferma l’opzione più scelta (43,1%), rispetto agli altri servizi (medico di fiducia, servizio ostetrico, altra struttura). Mentre i ginecologi obiettori di coscienza restano il 64,6% (valore in diminuzione rispetto al 67,0% del 2019), gli anestesisti il 44,6% e il personale non medico il 36,2%.

Il tipo di intervento scelto per l'Ivg

Per eseguire una Ivg esistono due tecniche: il metodo farmacologico e il metodo chirurgico.  Nel 2020, secondo la relazione, il 35,1% degli interventi sono stati effettuati con metodo farmacologico: la pillola (RU486) è stata adoperata nel 31,9% dei casi, rispetto al 24,9% del 2019 e al 20,8% del 2018. Riguardo al metodo, persistono ampie differenze regionali: si passa, infatti, dall’1,9% di aborti farmacologici in Molise a oltre il 50% in Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Basilicata.

Le reazioni

"Questo report è imbarazzante. L'unico scopo è continuare a dire che va tutto bene, quando niente è andato bene", sentenzia Rebecca Clementi della pagina Instagram @ivgestobenissimo. "Quella che ci offre il ministero è una narrazione distante dalla realtà della pandemia". Ivg, ho abortito e sto benissimo!, un gruppo di donne e persone Lgbtq+ italiane, insieme all'associazione Obiezione respinta e Non una di meno durante la pandemia hanno creato su Telegram il canale Sos aborto-Covid19 e hanno realizzato una mappa in continuo aggiornamento delle strutture antiabortiste in Italia. "Ogni anno ci troviamo a leggere sempre la stessa zolfa, questo significa solo una cosa: la volontà politica di non cambiare niente".

Legge 194, Mai dati

La docente di storia della medicina Sonia Montegiove e la giornalista e informatica Chiara Lalli
A Maggio alla camera dei deputati è stata presentata una ricerca condotta da Chiara Lalli, docente di Storia della Medicina e Sonia Montegiove, informatica e giornalista, che sull'aborto mostra dati molto più allarmanti di quelli presentati nella relazione del ministero della Salute. Dalla loro mappa “Obiezione 100” risulta infatti che sono 72 gli ospedali che in Italia hanno tra l’80 e il 100% di obiettori di coscienza: 22 ospedali e 4 consultori con il 100% di obiezione tra medici ginecologi, anestesisti, personale infermieristico e Oss e 18 ospedali con il 100% di ginecologi obiettori. Mentre sono 46 le strutture che hanno una percentuale di obiettori superiore all’80%. A livello regionale, sono 11 le regioni in cui c’è almeno un ospedale con il 100% di obiettori: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. Le promotrici dell'indagini, insieme all'Associazione Luca Coscioni, chiedono che le strutture ospedaliere italiane forniscano dati aperti sull'ivg. "Solo se i dati sono aperti sono utili e ci offrono informazione e conoscenza. Solo se i dati sono aperti hanno davvero un significato e permettono alle donne di scegliere in quale ospedale andare, sapendo prima qual è la percentuale di obiettori nella struttura scelta", concludono.  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto