La tartaruga, si sa, è un animale che si muove lentamente. E proprio alla lentezza si ispira un’iniziativa che fa del turismo e dell’inclusione lavorativa le sue chiavi di successo. Si chiama “La sosta della tartaruga” ed è un Bed&Breakfast che impiega ragazzi e ragazze con disabilità intellettiva per un nuovo modo di intendere l’accoglienza: perché anche un animale lento ha bisogno di riposare e se ad accoglierlo ci sono persone che si dedicano interamente al suo benessere la ripartenza sarà più ‘sprint’ che mai. “La mia speranza è che domani arrivi un ospite che nel suo commento dica bellissimo posto, ottima colazione a due passi dal centro, senza nessun riferimento al fatto che lavorino persone disabili, e questo sarà il risultato più grande”, sottolinea a Repubblica Enrico Pedemonte, presidente della Compagnia della Tartaruga, riassumendo in poche parole quali sono gli obiettivi dell’ambizioso progetto.
Una sfida imprenditoriale sotto il segno dell’inclusione
La struttura, che si trova in un palazzo storico di Via Caffaro, nel cuore di capoluogo ligure, è stata inaugurata mercoledì 18 maggio alla presenza di alcune importanti istituzioni cittadine, oltre che dei responsabili della Compagnia stessa. Il B&b impiegherà, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, 4 giovani con disabilità intellettiva, selezionati e affiancati da Fondazione Cepim, oltre che formati con un corso (finanziato dalla Regione Liguria attraverso il Fondo Sociale Europeo) e un tirocinio di 6 mesi. “La sfida è sviluppare un contesto lavorativo che al tempo stesso stia sul mercato in modo competitivo e valorizzi le caratteristiche positive dei nostri ragazzi, in particolare la capacità di incontro, minimizzando gli aspetti più problematici, come la lentezza – spiega il presidente della Compagnia della Tartaruga –. È proprio nella lentezza, infatti, che questi giovani speciali riescono a esprimere al meglio il proprio potenziale e valore aggiunto, andando incontro alle nuove tendenze del turismo e degli stili di vita slow”.
Sono stati proprio imprenditore Enrico Pedemonte e la moglie Silvia Stagno, che sanno bene cosa voglia dire vivere con un giovane con disabilità intellettiva avendo una figlia di 23 anni con la sindrome di Down, a dare vita alla Compagnia e a mettere a disposizione due immobili ristrutturati in via Caffaro 14, dove avviare le attività. “Il nostro è un progetto imprenditoriale sotto tutti gli aspetti – aggiunge l’uomo – con l’obiettivo della totale sostenibilità economica. Vogliamo dimostrare che si può fare profitto facendo lavorare sei persone delle quali quattro sono disabili”.
La Sosta della Tartaruga: una struttura aperta a tutti
La struttura, che era stata già aperta per la formazione pratica dei giovani dipendenti dal 1 aprile, aprirà le prenotazioni ai turisti al pubblico dal 1 giugno. E sarà una sorta di piccolo angolo di paradiso immerso nel centro di Genova: quattro camere, 16 posti letto totali, una sala comune dedicata alla colazione e al relax ma anche un giardino pensile attrezzato, collegato al belvedere di spianata Castelletto da una scaletta che attraversa dei terrazzamenti, le tipiche ‘fasce’ liguri imperdibili mete di visita per i viaggiatori. La Sosta della Tartaruga, quindi, punta al massimo rispetto e alla valorizzazione delle esigenze di un’utenza attenta a stili di vita alternativi e responsabili, che cerca e seleziona strutture e servizi turistici che restituiscono valore al territorio. Al piano terra, oltre al bed & breakfast, è presente anche un appartamento per le vacanze accessibile a persone con disabilità motoria. E ci sarà spazio anche per un laboratorio di pasticceria della Tartaruga, perché ospiti e dipendenti si cimentino insieme nella preparazione di leccornie gluten free che intercettino i gusti emergenti dei nuovi consumatori, ma allo stesso tempo rappresenta anche uno strumento permanente di formazione al lavoro. Insomma quello appena avviato è uno spazio di lavoro che ha tutte le carte in regola per autosostenersi e, allo stesso tempo, un’attività in cui i giovani addetti possono avere un ruolo produttivo chiave, riconosciuto e remunerato. E allora l’augurio che si fa Ilaria Cavo, assessore alla formazione e al sociale di Regione Liguria, “Spero che questa esperienza sia contagiosa“, non può che essere un invito condiviso.