La veglia anti aborto? “Una subdola violenza”

Il primo cittadino Massimo Mezzetti ha condannato fermamente l'iniziativa che si svolge davanti al Policlinico di Modena e che mira a a porre fine all'aborto attraverso la preghiera, il digiuno e la sensibilizzazione della comunità. Domani “Non una di meno” scende in piazza

di CHIARA CARAVELLI
27 settembre 2024
Non Una di Meno, manifestazione 2023 nella giornata mondiale per il diritto all'aborto libero sicuro e gratuito

Non Una di Meno, manifestazione 2023 nella giornata mondiale per il diritto all'aborto libero sicuro e gratuito

“Un’iniziativa antiabortista che nulla ha a che fare con l’aiuto e il sostegno alle donne”. A parlare è il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti. Il tema è quello della ripartenza della campagna internazionale di ’40 giorni per la vita’ che mira a porre fine all'aborto attraverso la preghiera, il digiuno e la sensibilizzazione della comunità. L’iniziativa è giunta ormai alla sua terza edizione consecutiva nella città emiliana. Gli antiabortisti si sono dati appuntamento per la preghiera, come ogni anno, davanti al Policlinico di Modena, dalle 7 alle 19. L’obiettivo è quello di “di dare voce a chi, pur non potendo dire la sua, ha diritto di vivere. Ogni vita vale ed è questo il messaggio che vorremmo comunicare anche quest’anno”, dicono gli organizzatori. La veglia di ’40 giorni per la vita’ però non ha lasciato indifferente il primo cittadino Mezzetti che si è schierato duramente contro la manifestazione. 

“Come sindaco – le sue parole – non può lasciarmi indifferente che ci siano raduni per condizionare, con subdola violenza, l'esercizio di un diritto stabilito da una legge dello Stato che a sua volta fu una conquista nata da una grande mobilitazione dal basso in tutto il Paese, soprattutto delle donne e del movimento femminista”.

E ancora: "Io rispetto le idee di tutti – sottolinea – ma quando una parte di queste vuole prevaricare e limitare le altre bisogna prendere posizione. Io sono fermamente convinto che la libertà di scelta vada garantita in ogni sede, a maggior ragione negli ospedali dove l'interruzione volontaria di gravidanza viene praticata e le donne, in un momento così intimo e delicato hanno bisogno di rimanere tranquille”. Mezzetti ha poi annunciato che presto incontrerà la rete ‘Pro-choice’: “Dobbiamo essere tutti consapevoli che i diritti non sono mai acquisiti per sempre e vanno difesi con tenacia, unendo le forze sociali e quelle politiche della nostra società”.

Non una di meno scende in piazza

Una presa di posizione netta e importante soprattutto in un momento storico dove il diritto delle donne all’aborto stabilito dalla legge 194 è messo sempre più a rischio. Motivo per cui sabato 28 settembre, in occasione dell'International Safe Abortion Day, la giornata internazionale dell'aborto sicuro, ‘Non una di meno’ scenderà in piazza a Roma per protestare davanti al ministero della Salute. Tra le richieste "un aborto libero, sicuro e gratuito, percorsi di genitorialità e contraccezione. Consultori ogni 20mila residenti, Ru 486 fino alla dodicesima settimana e un servizio sanitario pubblico gratuito e non discriminatorio”.

Gli organizzatori hanno sottolineato come siano “undici le regioni in cui c'è almeno un ospedale con il 100% di obiettori: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto. Il diritto all’aborto è impedito anche alle persone trans, non binarie e intersex, e alle persone migranti, per le limitazioni in cui incorrono se possiedono il visto turistico. Un diritto che in questo modo diventa sempre più un privilegio di classe”.