Lettera di Littizzetto al piccolo Enea: "Tua madre non ti ha abbandonato"

La comica, mamma affidataria di due ragazzi, si rivolge al bimbo lasciato alla Culla per la Vita: "Ti ha affidato, che è diverso. Quando crescerai lo capirai"

di BARBARA BERTI -
17 aprile 2023
Luciana Littizzetto legge una lettera per il piccolo Enea

Luciana Littizzetto legge una lettera per il piccolo Enea

Lettera di Luciana Littizzetto al piccolo Enea per ricordare che “tua madre non ti ha abbandonato, ti ha affidato”. Durante la puntata di domenica 16 aprile di “Che Tempo che fa” su Raitre, la conduttrice torinese legge una toccante missiva indirizzata al neonato affidato al Policlinico di Milano nel giorno di Pasqua. "Porti un nome importante. Quell'altro Enea ce l'ha fatta, sono sicura che ce la farai anche tu” è l’auspicio di Littizzetto che è madre affidataria di due figli.

Il post relativo alla toccante lettera di Luciana Littizzetto al neonato lasciato a Pasqua al Policlinico di Milano

Caro Enea, bel cicciottino di 2 kg e mezzo, cucciolo di specie umana, super millenial, classe 2023” inizia così la 'letterina' della conduttrice. E prosegue: “Un giorno forse saprai di quanto si è parlato di te in queste ore, quanto sei diventato famoso a tua insaputa. Più di Fedez e Gianluca Vacchi”. Rivolgendosi direttamente al piccolo, 'Lucianina' dice: “Piccolo avannotto che dai le tue prime bracciate nel mare tempestoso della vita. Sono certa che avrai al tuo fianco una mamma e un papà al 100% che ti ameranno moltissimo”. La conduttrice continua: “Purtroppo la vita a volte somiglia alla scuola guida: le partenze in salita sono difficili, ma se impari a farle, non ti spaventa più nulla”.
 
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  Poi la torinese entra nei dettagli e si sofferma sul significato delle parole. “La tua mamma dopo averti tenuto in pancia per 9 mesi, ha pensato che saresti stato meglio lontano da lei. Credo che questa decisione le sia costata tanto” dice Littizzetto ricordando il fatto. “Ti ha lasciato in una culla per la vita, a Milano. Le culle per la vita ci sono in tante altre città d'Italia, e funzionano così: appena la mamma depone il bambino in quella cuccia calda scatta un sensore che allerta i medici che agiscono subito” racconta sempre la comica. Quindi spiega al neonato (e a tutti i telespettatori) che la sua mamma non l’ha abbandonato, l’ha "affidato, che è diverso” e quando “crescerai lo capirai”. Nel dettaglio, dice: “Abbandonare significa mettere in pericolo, fregarsene di ciò che avverrà dopo. Affidare è avere così tanta fiducia nell’altro da chiedergli di custodire ciò che si ha di più a cuore. Le mani di mamma hanno incontrato altre mani. È stata una catena d’amore”. Sempre rivolgendosi al neonato, aggiunge: “In Italia capita a 400 bambini l’anno e la maggior parte trova una nuova famiglia già dall’ospedale”. 'Lucianina' sottolinea poi come quel gesto tanto discusso, andrebbe interpretato per un gesto d’amore, comunque responsabile, perché in grado di mettere in moto una catena di protezione prevista dalle procedure. E soprattutto sottolinea quanto sia giusto rispettare quel gesto. “Non so perché tua mamma l’abbia fatto e non dobbiamo chiedercelo, al contrario dobbiamo custodire il suo segreto con rispetto, silenzio e compassione” dice ancora la torinese.

Prima della lettera, gli appelli alla madre di Enea

Il caso di Enea, a cui è seguito dopo pochi giorni quello di una bimba partorita in un capannone, sempre a Milano, ha suscitato molto clamore. Si sono susseguiti anche appelli alla mamma a ripensarci, avanzati dal professor Fabio Mosca e dell'attore Ezio Greggio. Due interventi che hanno acceso le polemiche.
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La Culla per la Vita all'ingresso della Clinica Mangiagalli

Secondo l’avvocata e senatrice Giulia Bongiorno si tratta di “un invito a non arrendersi, qualora si sentisse sola. In quest'ottica hanno fatto bene”. Intervistata da “La Stampa”, precisa però che è “erroneo” parlare di “mamma vera” come ha fatto l'attore. “Nessuno, all'infuori della diretta interessata, sa davvero cosa sia successo” dice Bongiorno. E aggiunge: “C'è un'enorme differenza tra una libera scelta, un atto di autodeterminazione, e una costrizione imposta da circostanze esterne”. Qualora ci ripensasse, la madre potrebbe riavere subito il figlio, spiega l'avvocata. “Il termine per il riconoscimento è di 10 giorni, solo dopo inizierà il procedimento di adottabilità” conclude.