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Home » Attualità » Salute mentale, “L’esempio di Fedez può aiutare i giovani”

Salute mentale, “L’esempio di Fedez può aiutare i giovani”

È boom di psicofarmaci e sono sempre più piccoli i ragazzi e le ragazze che si rivolgono agli esperti e vanno in terapia. Armellini: "Bene che ne parlino persone famose"

Marianna Grazi
10 Marzo 2023
Fedez

Fedez ha spiegato i suoi problemi di salute mentale

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Ammettere le proprie fragilità, essere consapevoli di avere bisogno di aiuto, e quindi rivolgersi a un esperto. Non prendendo scorciatoie, senza indicazioni e senza il giusto supporto. Raccontando pubblicamente – tramite social – quello che ha trascorso negli ultimi due mesi, della crisi dovuta agli psicofarmaci, Fedez ha anche voluto lanciare un invito importantissimo: “Qualsiasi evento traumatico possa accadervi, prendetevi cura della vostra salute mentale, prendetevi cura delle vostre ferite, perché se non lo farete, saranno le vostre ferite a reclamare il bisogno di essere curate nel modo più brutto possibile”.

Personaggi famosi che parlano di salute mentale

Un messaggio che sembra rivolto soprattutto ai più giovani, ma non solo, che spesso invece di fermarsi un momento per tirare le fila del proprio disagio cercando la strada facile, ricorrendo ai farmaci, per anestetizzare e non affrontare il problema. E se dopo tante polemiche, insinuazioni su una crisi coniugale con Chiara Ferragni, ipotesi sulla sua salute, il cantante ha deciso di mettersi a nudo parlando della sua situazione, si tratta comunque dell’ultimo di una lunga serie di vip, in particolare stranieri, che ne hanno parlato. Un gesto molto apprezzato da Marco Armellini, direttore del dipartimento salute mentale dell’Asl Toscana Centro, che in un’intervista a La Nazione ha detto: “Tutti possiamo andare incontro a difficoltà, ben vengano persone famose e influenti che non si vergognano a dirlo, ma anzi mettono luce sul tema”.

Fedez ha raccontato la crisi dovuta agli effetti collaterali che gli hanno provocato gli piscofarmaci (Instagram)

Aumenta il disagio tra bambini e adolescenti

Per il dottore, che ogni giorno si trova a far fronte alla richiesta di supporto psicologico, da non sottovalutare è soprattutto la crescita del numero di giovani e giovanissimi che hanno questo tipo di problemi e disagio: “Nel decennio 2010-2019 l’aumento delle richieste da parte di minorenni di servizi sulla salute mentale stava aumentando di un 5% all’anno. Dopo la pandemia c’è stato un +37% di ricoveri e un +40% di accessi agli ambulatori” spiega al quotidiano. “È stata una vera pandemia mentale e adesso arrivano i piccolissimi. Non solo gli adolescenti, ma proprio i bambini“. I disturbi più comuni ce riscontra “Riguardano tanti aspetti, dal controllo delle emozioni, della paura, della rabbia, la disperazione, il non sentirsi in grado di superare difficoltà anche banali”.

L’uso incontrollato di psicofarmaci

Se il rapper marito di Chiara Ferragni (la quale ha detto più volte di essere seguita da uno psicologo, e i Ferragnez hanno svelato in passato di aver fatto terapia di coppia) ha raccontato di essere ricorso agli piscofarmaci dopo il tumore al pancreas, a seguito della pandemia  c’è stato un vero e proprio boom nell’acquisto di questo tipo di medicinali. E tra le categorie in cui si registra la maggior crescita ci sono proprio gli adolescenti. Rispetto ai problemi più comuni registrati durante i lockdown, oggi l’uso di psicofarmaci trova giustificazioni diverse: secondo le ultime stime del Cnr, un giovane su 10 prende pillole a scopo ricreativo. Una sorta di ‘sballo’, come con gli stupefacenti. Ma più facili da trovare, soprattutto per i più piccoli, che non sono ancora abbastanza grandi per entrare nel giro delle droghe. Quattro giovani su 10 infatti trovano questi medicinali direttamente in casa; 3 su 10 li comprano su internet e un teenager su cinque li acquista in strada, da rivenditori che sono a tutti gli effetti degli spacciatori. Una semplicità che rischia di scatenare una corsa a questo tipo di soluzioni ‘facili’ provocando un problema ben più grave in un’intera generazione.

Aumenta il ricorso agli piscofarmaci senza prescrizione tra gli adolescenti

“Prendersi cura della propria salute mentale significa, prima di tutto, non fare da sé, ma, come per qualunque malattia o disturbo, farsi seguire dallo specialista adeguato”. Così la presidente della Società italiana di psichiatra (Sip), Emi Bondi, intervenendo dopo i video di Fedez, in cui il 33enne ha raccontato anche le conseguenze dell’effetto rebound. Per quanto riguarda tutti i farmaci, tanto più per gli psicofarmaci, “è fondamentale ‘seguire le istruzioni’ del proprio medico, sia quando si devono assumere sia quando si devono interrompere. Una brusca interruzione decisa autonomamente, è sempre da evitare”, specifica ancora. Mentre il medico “deve comunicare chiaramente al paziente i rischi di eventuali effetti collaterali del farmaco prescritto”.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Ammettere le proprie fragilità, essere consapevoli di avere bisogno di aiuto, e quindi rivolgersi a un esperto. Non prendendo scorciatoie, senza indicazioni e senza il giusto supporto. Raccontando pubblicamente - tramite social - quello che ha trascorso negli ultimi due mesi, della crisi dovuta agli psicofarmaci, Fedez ha anche voluto lanciare un invito importantissimo: "Qualsiasi evento traumatico possa accadervi, prendetevi cura della vostra salute mentale, prendetevi cura delle vostre ferite, perché se non lo farete, saranno le vostre ferite a reclamare il bisogno di essere curate nel modo più brutto possibile".

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Fedez ha raccontato la crisi dovuta agli effetti collaterali che gli hanno provocato gli piscofarmaci (Instagram)

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Per il dottore, che ogni giorno si trova a far fronte alla richiesta di supporto psicologico, da non sottovalutare è soprattutto la crescita del numero di giovani e giovanissimi che hanno questo tipo di problemi e disagio: "Nel decennio 2010-2019 l'aumento delle richieste da parte di minorenni di servizi sulla salute mentale stava aumentando di un 5% all’anno. Dopo la pandemia c’è stato un +37% di ricoveri e un +40% di accessi agli ambulatori" spiega al quotidiano. "È stata una vera pandemia mentale e adesso arrivano i piccolissimi. Non solo gli adolescenti, ma proprio i bambini". I disturbi più comuni ce riscontra "Riguardano tanti aspetti, dal controllo delle emozioni, della paura, della rabbia, la disperazione, il non sentirsi in grado di superare difficoltà anche banali".

L'uso incontrollato di psicofarmaci

Se il rapper marito di Chiara Ferragni (la quale ha detto più volte di essere seguita da uno psicologo, e i Ferragnez hanno svelato in passato di aver fatto terapia di coppia) ha raccontato di essere ricorso agli piscofarmaci dopo il tumore al pancreas, a seguito della pandemia  c'è stato un vero e proprio boom nell'acquisto di questo tipo di medicinali. E tra le categorie in cui si registra la maggior crescita ci sono proprio gli adolescenti. Rispetto ai problemi più comuni registrati durante i lockdown, oggi l’uso di psicofarmaci trova giustificazioni diverse: secondo le ultime stime del Cnr, un giovane su 10 prende pillole a scopo ricreativo. Una sorta di 'sballo', come con gli stupefacenti. Ma più facili da trovare, soprattutto per i più piccoli, che non sono ancora abbastanza grandi per entrare nel giro delle droghe. Quattro giovani su 10 infatti trovano questi medicinali direttamente in casa; 3 su 10 li comprano su internet e un teenager su cinque li acquista in strada, da rivenditori che sono a tutti gli effetti degli spacciatori. Una semplicità che rischia di scatenare una corsa a questo tipo di soluzioni 'facili' provocando un problema ben più grave in un'intera generazione.
Aumenta il ricorso agli piscofarmaci senza prescrizione tra gli adolescenti
"Prendersi cura della propria salute mentale significa, prima di tutto, non fare da sé, ma, come per qualunque malattia o disturbo, farsi seguire dallo specialista adeguato". Così la presidente della Società italiana di psichiatra (Sip), Emi Bondi, intervenendo dopo i video di Fedez, in cui il 33enne ha raccontato anche le conseguenze dell'effetto rebound. Per quanto riguarda tutti i farmaci, tanto più per gli psicofarmaci, "è fondamentale 'seguire le istruzioni' del proprio medico, sia quando si devono assumere sia quando si devono interrompere. Una brusca interruzione decisa autonomamente, è sempre da evitare", specifica ancora. Mentre il medico "deve comunicare chiaramente al paziente i rischi di eventuali effetti collaterali del farmaco prescritto".
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