In un liceo di Torino smartphone sotto chiave anche a ricreazione

Nella circolare inviata dalla dirigente scolastica sono spiegati i motivi: “Sono fonte di distrazione dalle attività didattiche e alienazione dai rapporti interpersonali”

di CHIARA CARAVELLI
22 ottobre 2024
smartphone a scuola

Smartphone in classe, un liceo di Torino li vieta (foto di repertorio)

Una mattinata intera senza cellulari. È la nuova regola del liceo scientifico Volta di Torino pensata per tutti gli studenti delle classi prime e seconde. Il progetto “No smartphone” ha preso il via proprio in questi giorni, tra le lamentele di chi lo giudica troppo severo e gli applausi di chi lo ritiene un ottimo espediente. Prima dell’avvio della nuova norma, la dirigente scolastica Maurizia Basili ha inviato una circolare a ogni classe per spiegare la presa di posizione. “Gli smartphone – si legge nel documento riportato dal Corriere della sera – sono fonte di distrazione dalle attività didattiche e alienazione dai rapporti interpersonali”, dal momento che gli alunni del biennio finivano per trascorrere l’intervallo al telefono “senza nemmeno alzarsi dal banco e guardarsi in faccia”.

La decisione è stata presa nella seduta del consiglio d’istituto all’inizio dell’anno scolastico. Dopodiché la scuola ha ordinato degli armadietti da posizionare nelle aule delle classi coinvolte dove, dall’inizio di questa settimana, sono stati custoditi i telefoni degli studenti in ordine alfabetico. "Gli allievi – riporta l’articolo uno del regolamento – consegneranno al docente della prima ora di lezione tutti i propri device elettronici come smartphone, smartwatch e similari. I professori li riporranno nell’apposito armadietto, posizionato in ciascuna classe del biennio. Tale armadietto verrà chiuso a chiave. Le chiavi si troveranno al mattino presso le collaboratrici scolastiche del piano e a loro dovranno essere riconsegnate dallo stesso docente, affinché le collaboratrici le recapitino in presidenza, dove saranno custodite fino alla conclusione della mattinata”.

Per chi non rispetta le regole, sono previste sanzioni, che vanno dalla semplice nota disciplinare fino a un servizio pomeridiano di volontariato nel caso di recidiva. "Speriamo – commenta la preside Basili – di non doverle mai utilizzare. Il primo giorno è andato bene, vedremo come andrà nei prossimi”.

Ovviamente c’è chi ha obiettato. “Qualcuno ha proposto di obbligare gli studenti a tenere gli smartphone negli zaini, ma si sa che poi lì non ci resta e in un attimo, per osmosi, chissà come finisce tra le mani". Secondo dirigente scolastica e docenti, gli allievi delle classi terze, quarte e quinte non hanno gli stessi comportamenti dei colleghi più giovani. Loro, infatti, durante l’intervallo vanno in giro per i corridoi e li si vede interagire tra loro. Ultimo problema: gli studenti hanno fatto notare che gli smartphone personali servivano per fare da hotspot ai device della scuola per collegarsi a Internet. “È normale – ribadisce Basili – che accada in un luogo dove studiano e lavorano mille persone, nel caso potenzieremo i ripetitori del wi-fi”.