Il
processo è iniziato lunedì 3 ottobre, ma nessuno se n'è accorto, tranne pochi addetti ai lavori. Una prima udienza per lo smistamento delle prove, poi tutto rimandato a
ottobre 2023, quando la giuria sarà chiamata ad
ascoltare i testimoni. Ma sembra che oramai la vicenda sia passata in sordina. Eppure ad aprile 2021, quando il caso di una giovane 22enne di Castelfiorentino (Firenze),
Malika Chalhy, scappata/cacciata di casa perché lesbica, venne fuori destò scandalo in tutta Italia.
La vicenda
Malika Chalhy
I messaggi audio mandati su Whatsapp in risposta al coming out, in cui si sentivano i genitori rivolgerle frasi piene d'odio, come: "Sei la rovina della famiglia, meglio una figlia drogata che lesbica. Sei uno schifo". La denuncia della giovane ai media e la querela esposta alle forze dell'ordine, sostenendo le continue minacce ricevute da mamma e papà, ma anche le violenze che avrebbe subito in famiglia semplicemente per essersi iscritta in una squadra di calcetto, sport considerato a suo dire troppo "maschile" dalla famiglia. E ancora, il cambio della serratura di casa, lei che rimane fuori e continua a professarsi vittima dell'odio, della discriminazione nei confronti di chi professa un orientamento sessuale diverso dall'eterosessualità. Mentre anche il fratello Amir prende le distanze da Malika, difendendo i genitori dalle accuse di violenza, dicendo che non è mai stata cacciata né picchiata, lei si trasferisce a Milano con la fidanzata di allora. Sembra finita, ma qualche mese dopo torna a far parlare di sé ma coi soldi raccolti grazie alla raccolta fondi lanciata dopo essere stata cacciata da casa ci compra una Mercedes e un cane da 2.500 euro. Lo scandalo e l'indignazione sono generali, lei si scusa: "Non volevo deludere chi mi ha aiutata", ma sembra ormai in caduta libera nella considerazione della maggior parte degli italiani.
Il processo e il perdono
Ieri, 3 ottobre, è iniziato quindi il processo. Le imputazioni a carico dei genitori della giovane erano quelle di
violenza privata e
minacce, ma da quanto si apprende il giudice procederà solo per soli
reati d'ufficio. Come riporta la
Nazione di Empoli, infatti, Malika ha ritirato la querela e il procedimento è stato quindi ridimensionato. La ragazza si trova ancora a Milano, dove ormai si è stabilita, ha cambiato fidanzata e sembra aver trovato ormai una sua normalità. "Ma ora
ha fatto pace con la famiglia" fa sapere il fratello Amir, parlando con la redazione del quotidiano. Sei mesi fa, secondo la sua testimonianza, la ragazza si è riappacificata con i suoi genitori, un perdono auspicato fin dall'inizio delle vicenda ("Se mi telefonasse? La prima cosa che farei
se sentissi la voce di mamma, sarebbe piangere). Sarà lieto fine? Forse è presto per dirlo.