Picchiati dal branco perché gay, la prima aggressione omofoba del 2025

A Roma, la notte di Capodanno, due ragazzi sono stati aggrediti da dieci persone perché camminavano mano nella mano. Sabato 4 gennaio il presidio per dire ‘basta’

di Redazione Luce!
2 gennaio 2025
Coppia gay aggredita a Roma, la notte di Capodanno (foto di repertorio)

Coppia gay aggredita a Roma, la notte di Capodanno (foto di repertorio)

Stavano tornando a casa dopo il Capodanno, camminavano mano nella mano quando sono stati aggrediti da dieci ragazzi con botte e insulti omofobi. È successo a Roma, in zona Malatesta e a renderlo noto è stata l'associazione Gaynet, che ha supportato i due ragazzi nel processo di denuncia.

Ad avere la peggio è stato Sthepano, residente a Roma e originario del Perù: “Dopo 15 minuti di botte e minacce, i due hanno dovuto camminare fino al pronto soccorso con Sthepano sanguinante, perché non c'erano ambulanze disponibili. Trauma cranico, naso rotto, volto tumefatto e 25 giorni di prognosi, ma soprattutto tanta rabbia e paura”.

“Abbiamo denunciato e vogliamo che la nostra storia sia da esempio – hanno raccontato i due ragazzi – Vogliamo che tutto questo finisca, tenersi per mano o scambiarsi uno sguardo romantico deve essere un gesto normale per tutti. Vogliamo reagire alla paura, perché con la paura di essere se stessi non si vive".

Le istituzioni locali si sono subito attivate, mentre le realtà Lgbtqia+ si stanno coordinando con le associazioni del territorio per organizzare un presidio in zona Malatesta sabato 4 gennaio alle 17. “Quello che è successo a Sthepano - commenta Rosario Coco, presidente di Gaynet - è il risultato di tutte quelle leggi di uguaglianza che ancora non ci sono, visto che l'Italia registra un vergognoso 36° posto sulla parità Lgbtqia+ nella Rainbow Map di Ilga Europe, nonché della peggiore maggioranza parlamentare sui diritti civili che l'Italia ricordi, dal disastro nei consultori alla persecuzione di famiglie arcobaleno e persone trans. Oltre alle classiche lacrime di coccodrillo, chi avrà il coraggio in Parlamento di ammettere le proprie responsabilità? Come aver agitato la bufala del gender per anni bloccando qualunque tipo di educazione a diversità e rispetto nelle scuole, aver applaudito all'affossamento della legge contro l'omolesbobitransfobia, aver attaccato i Pride o essersi schierati con Orban in Europa. La solidarietà non basta più e per ammettere di aver sbagliato, o di non aver fatto abbastanza, non è mai troppo tardi”.