Mattarella, il discorso di fine anno parla alle nostre coscienze

Da Cecilia Sala a Giulia Cecchettin a Sammy Basso. Dalla guerra in Ucraina alle vittime innocenti a Gaza. Dalle relazioni alla condivisione al senso di responsabilità collettiva

di Redazione Luce!
1 gennaio 2025
Il presidente Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno

Il presidente Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno

Anche quest’anno il presidente Sergio Mattarella non delude. Il suo discorso di fine anno arriva dritto al cuore, caldo come un abbraccio paterno. Parole chiare, ma per niente asettiche, anzi profonde, che suonano come affettuose e confortanti. Fin dall’inizio, con un richiamo a ciò che più di umano e di intimo c’è, alla nostra “natura più autentica” spesso dimenticata e trascurata, che è nelle relazioni con gli altri, nell’empatia, messa a repentaglio da un individualismo imperante.   

“Dobbiamo farlo tanto più oggi che viviamo momenti difficili, in cui migliaia di vittime civili turbano tragicamente le nostre coscienze – ha ricordato il presidente – Nella notte di Natale è giunta la notizia che a Gaza, una bambina di pochi giorni è morta assiderata, nella stessa notte feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia dell'Ucraina per costringere al buio e al gelo. Innocenti rapiti di Hamas vivono ancora oggi in condizioni disumane. Queste barbarie non risparmiano neppure le festività, mai come adesso la pace grida la sua urgenza, la pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunciabile. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione, la pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla dignità e alla libertà”. 

Un pensiero è andato poi alla giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran nel carcere di Evin, e con lei al “valore della libera informazione” e ai “tanti giornalisti che rischiano la vita per documentare quanto accade ai confini della guerra e pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”. 

Ancora il senso di comunità, di coesione, torna nel saper “coltivare fiducia in un tempo segnato da squilibri” nel “bisogno di orientare il modo di vivere insieme. In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a un’allarmante forza centrifuga capace di dividere, di allontanare, sono lacerate le pubbliche opinioni, le realtà che viviamo ci presentano contraddizioni che generano senso di impotenza. Aumenta la ricchezza di pochissimi e si espande la povertà di tanti”.

Sproporzione sconfortante che il presidente Mattarella trova anche (e con lui noi) tra i finanziamenti per le armi e quelli contro il cambiamento climatico; o ancora tra Nord e Sud.

Così come allarmante è la violenza tra i giovani, alimentata secondo il presidente dal web “che propone modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo” contro cui “abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio”. La violenza sulle donne, le tante “uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile”. 

Ma nel bilancio dell’anno appena passato, non sono mancati elementi positivi che dovremmo portarci dietro come monito e stimoli. “Ho incontrato valori incoraggianti – ha concluso Mattarella – nel volto di tanti concittadini, nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore in una missione per gli altri, nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena oltre ogni difficoltà, nei ragazzi e nelle ragazze che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi”.