Maternità surrogata: mentre l’Italia vuole che sia reato universale, l’Irlanda la regolarizza

Via libera della commissione Giustizia del Senato al disegno di legge che mette al bando la gestazione per altri. Non molto distante da noi, invece, si punta a regolamentarla nel rispetto dei diritti di tutti. Troppo difficile per noi?

di TERESA SCARCELLA -
3 luglio 2024
maternità surrogata gestlife

maternità surrogata gestlife

La commissione Giustizia del Senato ha dato il via libera al disegno di legge che introduce il reato universale di maternità surrogata, che a questo punto approderà in aula. Ovviamente favorevole il centrodestra, che ha fatto a gara per chi fosse più severo, contrarie le opposizioni, come il buon bipolarismo odierno vuole. 

Bocciati, come da copione, tutti gli emendamenti presentati dalla minoranza. Mentre quello proposto da Forza Italia è stato ritirato e trasformato in ordine del giorno, per poi essere accolto. Sottoscritto dal capogruppo azzurro Maurizio Gasparri, proponeva l'obbligo per le autorità diplomatiche e gli uffici di stato civile di chiedere se i bambini nati all'estero da cittadini italiani siano stati concepiti con la maternità surrogata. 

La corsa della destra italiana a condannare la gestazione per altri si fa sempre più rapida e scattante, sotto gli sguardi di disapprovazione delle opposizioni. Per i primi è un business abominevole che si basa sullo sfruttamento della donna e dei bambini; per i secondi è una possibilità in più che spalancherebbe le porte dei diritti e della genitorialità. Come quasi sempre accade, la verità sta nel mezzo, lontana da ideologie e propaganda. 

Intanto in Irlanda...

Ne sa qualcosa l’Irlanda che, quasi in contemporanea con il pollice verso dell’Italia, ha approvato la prima legge sulla fecondazione assistita che include, appunto, la regolamentazione delle donazioni e della maternità surrogata, sostenuta  – udite udite – dal governo di centrodestra guidato dal premier Simon Harris nonostante le critiche in arrivo da altre forze politiche.

A un’autorità di regolamentazione il compito di vigilare sulla distribuzione delle licenze alle cliniche per la fertilità e sul loro modo di operare; così come quello di controllare sulle pratiche di maternità surrogata, con lo scopo di garantire che la madre surrogata e i futuri genitori dispongano di consulenza legale e supporto indipendenti prima di stipulare un accordo in una clinica (in Irlanda o all'estero), il tutto in una cornice di pieno rispetto dei diritti.

"La legge irlandese conferma quanto abbiamo sempre ripetuto, sia in sede di audizioni sia pubblicamente: oltre che incostituzionale, il disegno di legge a prima firma Varchi sarebbe inapplicabile in quanto la cooperazione giudiziaria con un paese che riconosce il diritto di accedere alla gravidanza per altri sarebbe del tutto compromessa – spiegano Filomena Gallo e Francesca Re, rispettivamente segretaria e membro di giunta dell'associazione Luca Coscioni – la maggioranza pensa che questo reato possa essere applicato efficacemente, ma l'Irlanda oggi ci offre un esempio concreto che i nostri parlamentari non possono ignorare. Come potrà l'Italia chiedere alle autorità irlandesi di cooperare nel perseguimento del reato visto che in Irlanda la GPA è ora un diritto? Soprattutto alla luce del contesto europeo e della nuova direttiva che chiede agli Stati membri di criminalizzare solo le forme di abuso e sfruttamento della maternità surrogate non indiscriminatamente tutte le forme di Gpa. Questo significa che il disegno di legge Varchi, se approvato, sarà l'ennesimo reato simbolico con l'unico effetto di aumentare clandestinità e abusi”.

"In un paese come il nostro dove la natalità è a zero, si colpisce chi le famiglie le vuole creare: coppie etero, coppie dello stesso sesso e genitori single. – commenta Famiglie Arcobaleno –. È chiaro che questo governo, incapace di risolvere i problemi reali del paese, ha bisogno di nemici da colpire e leggi bandiera totalmente ideologiche come questa. Come Famiglie Arcobaleno non smetteremo mai di combattere leggi ingiuste e soprusi contro i nostri figli e figlie che, se dovesse essere approvata questa legge, vivranno lo stigma del modo in cui sono venut* al mondo.