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Home » Attualità » Una donna sveglia l’Europa. Roberta Metsola è a Kiev: è la prima leader Ue a visitare l’Ucraina

Una donna sveglia l’Europa. Roberta Metsola è a Kiev: è la prima leader Ue a visitare l’Ucraina

La presidente del Parlamento europeo è arrivata oggi nella capitale ucraina per portare il sostegno dell'Europa: "Cari amici, vi aiuteremo a ricostruire le vostre città. E continueremo a prenderci cura delle vostre famiglie. Gloria all'Ucraina!"

Remy Morandi
1 Aprile 2022
Roberta Metsola è a Kiev, in Ucraina

Roberta Metsola è a Kiev, in Ucraina

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Una donna sveglia l’Europa. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, è a Kiev. È la prima leader europea a visitare l’Ucraina da quando è iniziata la guerra con la Russia lo scorso 24 febbraio. Dopo più di un mese di conflitto alle porte dell’Europa, nessun rappresentante delle istituzioni di Bruxelles si era mai recato in territorio ucraino. Adesso è Roberta Metsola a farsi vera (e unica) portabandiera del sostegno europeo all’Ucraina. Niente annunci, niente dichiarazioni, niente commenti ufficiali. Solo un post sui social: “Sto andando a Kiev”, ha scritto stamani Metsola. Poche chiacchiere.

La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, 43 anni, è la prima leader Ue a visitare l’Ucraina da quando è iniziata la guerra lo scorso 24 febbraio (Foto Roberta Metsola / Facebook)

Dopo circa sei ore da quell’annuncio, la presidente del Parlamento europeo ha annunciato con un altro tweet di essere arrivata a Kiev “per dare un messaggio di speranza”. Nel post pubblicato intorno alle 16:00 la presidente Metsola ha condiviso la foto del suo abbraccio a Ruslan Stefanchuk, il presidente della Verchovna Rada, il parlamento monocamerale dell’Ucraina. “La resistenza e il coraggio degli ucraini hanno ispirato il mondo. Sono a Kiev per dare un messaggio di speranza. Sono con voi. Grazie Ruslan Stefanchuk per l’invito”, ha scritto Roberta Metsola su Twitter.

L’abbraccio di Roberta Metsola a Ruslan Stefanchuk, il presidente della Verchovna Rada, il parlamento monocamerale dell’Ucraina (Foto Twitter / Roberta Metsola)

Arrivata a Kiev, la presidente del Parlamento europeo ha parlato alla Verchovna Rada, il parlamento ucraino. “Cari amici ucraini – ha dichiarato Roberta Metsola -, presto vi aiuteremo a ricostruire le vostre città. Continueremo a prenderci cura delle vostre famiglie che sono state costrette a fuggire, fino a quando non potranno ritornare in sicurezza”.

Nel discorso agli ucraini, la presidente Metsola ha sottolineato che l’Ue aiuterà l’Ucraina a ricostruire le città distrutte “quando questa illegale, non provocata e non necessaria guerra sarà finita. Abbiamo già provveduto all’assistenza finanziaria, militare e umanitaria. Questo continuerà – ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo – e aumenterà”.

In chiusura del suo discorso, la presidente Metsola ha salutato dicendo in ucraino: “Slava Ukraïni!“. Tradotto: “Gloria all’Ucraina!“.

Dear Ukrainian friends,

Soon we will help you rebuild your cities and towns.

We will continue to take care of your families who have been forced to flee, until they can safely return.@r_stefanchuk #StandWithUkraine pic.twitter.com/JbqtFrro6S

— Roberta Metsola (@EP_President) April 1, 2022

Non si sa adesso cosa farà in Ucraina la presidente del Parlamento europeo. Quali siano i suoi appuntamenti nella capitale, quali siano i dettagli della sua agenda. Secondo fonti del Parlamento europeo citate da Europa Press, non sono state rilasciate informazioni sulla partenza di Roberta Metsola “per motivi di sicurezza”.

La visita di Roberta Metsola a Kiev arriva in un momento tesissimo del conflitto, nel giorno in cui la capitale ucraina ha lanciato un raid a Belgorod, in Russia. È la prima volta che l’Ucraina colpisce il territorio russo da quando è iniziata l’invasione. E infatti Mosca ha già reagito, sottolineando – ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – che l’attacco a Belgorod “peserà sui colloqui”.

La situazione oggi a Kiev è ancora instabile. Nonostante l’annuncio di Mosca di una riduzione delle attività militari nella regione della capitale, il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko ha annunciato – lo riferisce il Guardian – che ancora oggi ci sono “enormi” battaglie a nord e a est della capitale. Ieri, giovedì 31 marzo, il capo dell’amministrazione militare di Kiev, Mykola Zhirnov, ha riferito – citato dalla Bbc – che “la giornata è trascorsa pacificamente” e che in città le imprese e i servizi hanno ripreso a operare normalmente.

Prima di Roberta Metsola, solo tre altri leader stranieri (tutti uomini) si erano recati a Kiev. Era lo scorso 15 marzo quando i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia si recarono nella capitale ucraina per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, quello ceco Petr Fiala e quello sloveno Janez Janša arrivarono a Kiev dopo un lungo viaggio in treno per portare la solidarietà dell’Europa. Nel corso della visita, il premier polacco sottolineò che l’Europa doveva concedere “rapidamente lo status di candidato dell’Ucraina”, altrimenti “l’Europa deve capire che se perde l’Ucraina, non sarà più la stessa”. Nell’incontro con il presidente Zelensky, il presidente del governo della Repubblica Ceca Petr Fiala affermò che “l’obiettivo principale” della visita a Kiev era quello di dire agli ucraini che “non sono soli”. In risposta, il presidente Zelensky disse che: “La vostra visita a Kiev in questo momento difficile per l’Ucraina è un forte segnale di sostegno. Lo apprezziamo davvero perché non avete paura di nulla e avete paura per la nostra sorte. Ci fidiamo totalmente di questi Paesi – sottolineò Zelensky – e siamo al 100% sicuri che le nostre discussioni raggiungeranno gli obiettivi per il nostro Paese, la nostra sicurezza e il nostro futuro”.

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  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Una donna sveglia l'Europa. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, è a Kiev. È la prima leader europea a visitare l'Ucraina da quando è iniziata la guerra con la Russia lo scorso 24 febbraio. Dopo più di un mese di conflitto alle porte dell'Europa, nessun rappresentante delle istituzioni di Bruxelles si era mai recato in territorio ucraino. Adesso è Roberta Metsola a farsi vera (e unica) portabandiera del sostegno europeo all'Ucraina. Niente annunci, niente dichiarazioni, niente commenti ufficiali. Solo un post sui social: "Sto andando a Kiev", ha scritto stamani Metsola. Poche chiacchiere.
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, 43 anni, è la prima leader Ue a visitare l'Ucraina da quando è iniziata la guerra lo scorso 24 febbraio (Foto Roberta Metsola / Facebook)
Dopo circa sei ore da quell'annuncio, la presidente del Parlamento europeo ha annunciato con un altro tweet di essere arrivata a Kiev "per dare un messaggio di speranza". Nel post pubblicato intorno alle 16:00 la presidente Metsola ha condiviso la foto del suo abbraccio a Ruslan Stefanchuk, il presidente della Verchovna Rada, il parlamento monocamerale dell'Ucraina. "La resistenza e il coraggio degli ucraini hanno ispirato il mondo. Sono a Kiev per dare un messaggio di speranza. Sono con voi. Grazie Ruslan Stefanchuk per l'invito", ha scritto Roberta Metsola su Twitter.
L'abbraccio di Roberta Metsola a Ruslan Stefanchuk, il presidente della Verchovna Rada, il parlamento monocamerale dell'Ucraina (Foto Twitter / Roberta Metsola)
Arrivata a Kiev, la presidente del Parlamento europeo ha parlato alla Verchovna Rada, il parlamento ucraino. "Cari amici ucraini - ha dichiarato Roberta Metsola -, presto vi aiuteremo a ricostruire le vostre città. Continueremo a prenderci cura delle vostre famiglie che sono state costrette a fuggire, fino a quando non potranno ritornare in sicurezza". Nel discorso agli ucraini, la presidente Metsola ha sottolineato che l'Ue aiuterà l'Ucraina a ricostruire le città distrutte "quando questa illegale, non provocata e non necessaria guerra sarà finita. Abbiamo già provveduto all'assistenza finanziaria, militare e umanitaria. Questo continuerà - ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo - e aumenterà". In chiusura del suo discorso, la presidente Metsola ha salutato dicendo in ucraino: "Slava Ukraïni!". Tradotto: "Gloria all'Ucraina!".

Dear Ukrainian friends,

Soon we will help you rebuild your cities and towns. We will continue to take care of your families who have been forced to flee, until they can safely return.@r_stefanchuk #StandWithUkraine pic.twitter.com/JbqtFrro6S — Roberta Metsola (@EP_President) April 1, 2022
Non si sa adesso cosa farà in Ucraina la presidente del Parlamento europeo. Quali siano i suoi appuntamenti nella capitale, quali siano i dettagli della sua agenda. Secondo fonti del Parlamento europeo citate da Europa Press, non sono state rilasciate informazioni sulla partenza di Roberta Metsola "per motivi di sicurezza". La visita di Roberta Metsola a Kiev arriva in un momento tesissimo del conflitto, nel giorno in cui la capitale ucraina ha lanciato un raid a Belgorod, in Russia. È la prima volta che l'Ucraina colpisce il territorio russo da quando è iniziata l'invasione. E infatti Mosca ha già reagito, sottolineando - ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov - che l'attacco a Belgorod "peserà sui colloqui". La situazione oggi a Kiev è ancora instabile. Nonostante l'annuncio di Mosca di una riduzione delle attività militari nella regione della capitale, il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko ha annunciato - lo riferisce il Guardian - che ancora oggi ci sono "enormi" battaglie a nord e a est della capitale. Ieri, giovedì 31 marzo, il capo dell'amministrazione militare di Kiev, Mykola Zhirnov, ha riferito - citato dalla Bbc - che "la giornata è trascorsa pacificamente" e che in città le imprese e i servizi hanno ripreso a operare normalmente. Prima di Roberta Metsola, solo tre altri leader stranieri (tutti uomini) si erano recati a Kiev. Era lo scorso 15 marzo quando i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia si recarono nella capitale ucraina per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, quello ceco Petr Fiala e quello sloveno Janez Janša arrivarono a Kiev dopo un lungo viaggio in treno per portare la solidarietà dell'Europa. Nel corso della visita, il premier polacco sottolineò che l'Europa doveva concedere "rapidamente lo status di candidato dell'Ucraina", altrimenti "l'Europa deve capire che se perde l'Ucraina, non sarà più la stessa". Nell'incontro con il presidente Zelensky, il presidente del governo della Repubblica Ceca Petr Fiala affermò che "l'obiettivo principale" della visita a Kiev era quello di dire agli ucraini che "non sono soli". In risposta, il presidente Zelensky disse che: "La vostra visita a Kiev in questo momento difficile per l'Ucraina è un forte segnale di sostegno. Lo apprezziamo davvero perché non avete paura di nulla e avete paura per la nostra sorte. Ci fidiamo totalmente di questi Paesi - sottolineò Zelensky - e siamo al 100% sicuri che le nostre discussioni raggiungeranno gli obiettivi per il nostro Paese, la nostra sicurezza e il nostro futuro".
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