Molestie e ricatti sessuali sul lavoro: a subirli sono quasi sempre le donne

Il report dell’Istat riferito agli anni 2022-2023. In quel periodo sono diminuiti i casi di ricatti sessuali, grazie alla campagna del #Metoo. Da considerare, però, anche la pandemia e il lockdown

1 luglio 2024
Molestie sul lavoro, il report dell'Istat (Foto di repertorio)

Molestie sul lavoro, il report dell'Istat (Foto di repertorio)

Molestie sul lavoro. Dalle frasi alle battute fuori luogo che spesso premono sulle dinamiche di potere, a veri e propri ricatti sessuali e violenze. Sono circa 2 milioni e 322mila le persone tra i 15 e i 70 anni che hanno subito una forma di molestia sul lavoro nel corso della vita. Di questi l'81,6% sono donne (pari a circa 1 milione 895mila, il 13,5% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni). È quanto emerge dal report dell'Istat “Le molestie: vittime e contesto”, relativo agli anni 2022-2023. A queste si aggiungono le donne che hanno subito ricatti sessuali sul lavoro, pari a 298mila.

Le donne tra i 15 e i 70 anni che hanno subito una qualche forma di molestia o un ricatto per ottenere un lavoro o avere un avanzamento di carriera costituiscono circa il 15% del totale delle donne tra i 15 e i 70 anni (circa 2 milioni 68mila donne), mentre gli uomini che hanno subito molestie sessuali nel mondo del lavoro (ad eccezione dei ricatti) sono il 2,4% (circa 427mila). Nel 2022-2023 si stima che il 13,5% delle donne di 15-70 anni, che lavorano o hanno lavorato, abbia subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso dell'intera vita (soprattutto le più giovani di 15-24 anni, 21,2%) e il 2,4% degli uomini di 15-70 anni.

In particolare si tratta di sguardi offensivi, offese, proposte indecenti, fino ad atti più gravi come la molestia fisica

Ricatti sessuali in calo grazie al #Metoo

Si stima che negli ultimi tre anni precedenti la rilevazione del 2022-2023 le donne tra i 15 e i 70 anni sottoposte a qualche tipo di ricatto sessuale per ottenere un lavoro, per mantenerlo o per ottenere progressioni nella loro carriera siano state circa 65mila, lo 0,5% delle donne che lavorano o hanno lavorato; fra le donne più giovani 2,9% in età 15 - 24 anni, 1,1% tra le 25-34enni. L'ampio impatto delle azioni di denuncia - si legge nel rapporto - come la campagna #meetoo e la disponibilità di un sistema di protezione legislativo e istituzionale delle vittime ha inciso fortemente sulla riduzione del fenomeno, rispetto alla precedente rilevazione 2015-2016, quando erano pari all'1,1% nei ultimi tre anni precedenti la rilevazione. Va considerato che il periodo di riferimento della rilevazione 2022-2023 (corrispondente agli anni 2020-2023) include la pandemia e il conseguente lockdown, periodo in cui le occasioni di lavoro in presenza si sono fortemente ridotte. Nella quasi totalità dei casi, l'autore del ricatto sessuale sulle donne è un uomo (96%).

Fuori dal lavoro e sui social

Sono 1 milione 311mila (il 6,4%) le donne tra i 14 e i 70 anni che hanno subito una qualche forma di molestia sessuale al di fuori dal lavoro; 743mila negli ultimi 12 mesi, il 3,6% delle donne. Sono, invece, 554mila (il 2,7%) gli uomini nella stessa fascia d'età.

La forma di molestia subita più frequentemente dalle donne è la molestia verbale come proposte inappropriate o indecenti di natura sessuale, oppure commenti offensivi sul proprio corpo. Con lo sviluppo dei social e delle tecnologie - si legge nel rapporto - il rischio di essere vittima di molestie si è esteso alla dimensione virtuale. Oltre alle molestie fatte di persona, la tecnologia ha facilitato la diffusione di altre molestie e offese. I social sono canali dove si possono ricevere proposte inappropriate, foto o video a contenuto sessuale, o dove possono essere diffusi o pubblicati foto e video a sfondo sessuale senza consenso. Nei tre anni precedenti l'intervista, il 3,1% delle donne ha subito almeno una molestia di persona, l'1,7% tramite strumenti di messaggistica, caratterizzate da una relazione a due, una vittima e un autore, e l'1,9% attraverso piattaforme social (in questo caso, invece, la vittima è di fronte a un pubblico indefinito e molteplice).