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Natalità, il Papa e Giorgia Meloni: "Donne al bivio tra maternità e lavoro"

All'Auditorium della Conciliazione si chiudono gli Stati generali per discutere sul calo demografico. La premier: "Siamo tutti nati da un uomo e una donna" mentre il Pontefice evidenzia: "Pochi figli significa poca speranza"

di MARIANNA GRAZI -
12 maggio 2023
Papa Francesco e Meloni sul palco stati generali della Natalità

Papa Francesco e Meloni sul palco stati generali della Natalità

Papa Francesco e la premier Meloni chiudono gli Stati generali della Natalità dal palco dell'Auditorium della Conciliazione di Roma. L'evento, che si è svolto giovedì 11 e venerdì 12 maggio, era finalizzato in particolare a individuare misure di contrasto al drastico e ormai costante calo demografico in atto nel nostro Paese. "Le donne non sono libere se devono scegliere fra figli e lavoro", ha detto la premier. Aggiungendo poi "la maternità non è in vendita e l'utero non si affitta". Il Pontefice ha chiesto invece di sostenere la felicità, specialmente quella dei giovani. Secondo lui, infatti, la nascita dei figli è "l'indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c'è poca speranza".

Gli Stati generali della Natalità

Famiglia, speranza, futuro. Con queste parole si chiudono gli Stati Generali della Natalità che hanno accolto, con un lungo applauso, Papa Francesco e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Viviamo in un'epoca nella quale parlare di natalità, maternità e famiglia è diventato sempre più difficile, a volte sembra un atto rivoluzionario", afferma la premier. "Fin dal primo giorno di lavoro, il governo ha messo i figli in cima all'agenda politica, come priorità assoluta - aggiunge - e lo abbiamo fatto perché l'Italia torni ad avere un futuro, a sperare e credere in un futuro migliore rispetto a questo futuro incerto. Vogliamo affrontare con determinazione le grandi crisi che l'Italia, e non solo, affronta, tra queste crisi è innegabile quella demografica. I figli sono la prima pietra della costituzione di qualsiasi futuro".

Giorgia Meloni su donne e maternità

La premier all'Auditorium della Conciliazione parla poi della questione femminile. "Se le donne non avranno la possibilità di realizzare il proprio desiderio di maternità senza dover rinunciare alla realizzazione professionale, non è che non avranno pari opportunità ma non avranno libertà". Nel suo discorso c'è spazio, ovviamente, anche per una questione attuale qual è quella della maternità surrogata o, a detta dei politici che rappresentano oggi la maggioranza di governo, dell'utero in affitto.
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La premier Giorgia Meloni sul palco degli Stati Generali della Natalità a Roma

"Vogliamo una nazione nella quale non sia più scandaloso dire che, qualsiasi siano le legittime e libere scelte di ciascuno, siamo tutti nati da un uomo e una donna, - afferma Meloni -, nella quale non sia un tabù dire che la maternità non è in vendita, che gli uteri non si affittano, che non sono prodotti da banco che puoi scegliere al supermercato e che magari restituire se il prodotto non corrisponde a quello che mi aspettavo", evidenzia ancora la leader di Fratelli d'Italia  rivolgendosi al Santo Padre. Al quale assicura: "Vincere l'inverno demografico, come ha detto Papa Francesco, significa combattere qualcosa che va contro le nostre famiglie, la nostra patria e il nostro futuro. Santità, noi amiamo le nostre famiglie, amiamo la nostra patria, crediamo nel nostro futuro e faremo la nostra parte".

Il Papa guarda ai giovani

Dal palco degli Stati generali, Papa Francesco osserva come la nascita dei figli sia "l'indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c'è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell'avvenire. Oggi mettere al mondo dei figli viene percepito come un'impresa a carico delle famiglie - prosegue Bergoglio -. E questo, purtroppo, condiziona la mentalità delle giovani generazioni, che crescono nell'incertezza, se non nella disillusione e nella paura. Vivono un clima sociale in cui metter su famiglia si sta trasformando in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono".
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La premier Giorgia Meloni con Papa Francesco sul palco degli Stati Generali della Natalità a Roma (Ansa)

L'invito, quindi, è a non lasciare soli ragazzi e ragazze di oggi, spesso privati delle opportunità - lavorative ed economiche -di mettere su famiglia. "Con la conseguenza che solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite. E questo è ingiusto, oltre che umiliante. Forse mai come in questo tempo, tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche, il futuro pare incerto".

Famiglie e accoglienza

"Per descrivere il contesto in cui ci troviamo, penso a una cultura poco amica, se non nemica, della famiglia, centrata com'è sui bisogni del singolo, dove si reclamano continui diritti individuali e non si parla dei diritti della famiglia". Poi anche Papa Francesco torna sul tema femminile dell'inconciliabilità, nel nostro Paese, tra vita privata e familiare con l'impiego.  In particolare, vi sono condizionamenti quasi insormontabili per le donne. Le più danneggiate sono proprio loro, giovani donne spesso costrette al bivio tra carriera e maternità, oppure schiacciate dal peso della cura per le proprie famiglie, soprattutto in presenza di anziani fragili e persone non autonome". Il pontefice tocca poi due temi attuali: caro affitti e accoglienza. "Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali. Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi". Infine "La natalità, così come l'accoglienza, che non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c'è nella società. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno", conclude Bergoglio.