Le "
Abuelas (nonne) de Plaza de mayo" hanno annunciato il
ritrovamento del "nipote" numero 133. Un uomo, il cui nome non è stato rivelato, di 46 anni,
figlio di Cristina Navajas, che fu
rapita nel 1976 quando era incinta, e di Julio Santucho. Suo zio era invece un leader guerriglia argentina degli anni '70, Mario Roberto Santucho, fondatore dell'Erp.
Le 'nonne' di Plaza de Mayo
L'associazione argentina, che si propone di ritrovare e restituire alle famiglie i
bambini sottratti ai desaparecidos durante la dittatura militare iniziata nel 1976, ha dato l'annuncio sui social.
Madres e Abuelas de Palza de Mayo entrano all'Esma
Nel messaggio si convoca una conferenza stampa presso il museo della memoria dell'ex centro di detenzione e tortura dell'Esma (Scuola ufficiali della Marina) per conoscere i dettagli del ritrovamento e, in caso di consenso, anche l'identità dell'uomo. Dal 1977, anno della sua fondazione, "Le nonne di Palza de Mayo" è riuscita a identificare e restituire alle sue famiglie di origine 132 "nipoti" sottratti ai loro genitori e poi
affidati illegalmente a coppie spesso legate ad ambienti militari o complici della dittatura. Il presidente argentino, Alberto Fernandez, ha salutato la notizia sui social affermando che si tratta di "un'altra enorme vittoria nella lotta instancabile delle Abuelas".
La vicenda di Cristina Navajas
Nel luglio 1976 Cristina Navajas fu
rapita da agenti di polizia in borghese, si legge sul sito dell'associazione. L'ultima dittatura militare era iniziata tre mesi prima in Argentina. I
patota (gruppi operativi della dittatura) la prelevarono insieme ad altri due militanti del Partido Revolucionario de los Trabajadores (Partito Rivoluzionario dei Lavoratori) da un appartamento di Buenos Aires.
Miguel Santucho, figlio della dispersa Cristina, visibilmente commosso dopo l'annuncio del ritrovamento del fratello alle nonne de Plaza de Mayo
Un vicino di casa avvertì la madre di Cristina, Nélida Navajas, che scoprì una lettera non spedita tra gli effetti personali della figlia. In essa la figlia diceva al marito che credeva di essere
incinta del loro terzo figlio. Il bambino è nato in prigionia ed è stato consegnato ai suoi rapitori dai militari.
Il 133° nipote
Se Cristina rimane dispersa, venerdì scorso suo figlio è stato restituito alla famiglia: è il 133° nipote recuperato dalle Nonne di Plaza de Mayo. Il nome non è stato reso pubblico, ma si sa che
vive a Buenos Aires e si è avvicinato spontaneamente alle Nonne di Plaza de Mayo, come dichiarato dall'organizzazione per i diritti umani nel corso della conferenza stampa. L'uomo, che oggi ha 46 anni, è stato
registrato dai suoi rapitori (un membro delle forze di sicurezza e un'infermiera)
come loro figlio il 24 marzo 1977, nel primo anniversario del colpo di Stato militare.
Estela De Carlotto, presidente dell'associazione Abuelas (nonne) de Plaza de mayo
Fin da piccolo questi ha avuto dubbi sulla sua identità, finché una sorella di 20 anni più grande gli ha confessato che non era il figlio di coloro che sostenevano di essere i suoi genitori. Nonostante li abbia affrontati due volte, nel corso della sua vita, i due hanno sempre negato. Fino all'aprile di quest'anno, quando il 46enne ha potuto sottoporsi a
test genetici che hanno confermato che la sua identità era un'altra. L'uomo ha incontrato la sua famiglia biologica per la prima volta venerdì, ma non ha partecipato alla conferenza stampa di annuncio della sua restituzione.
La battaglia della famiglia Santucho
Dopo il rapimento di Cristina il marito Julio Santucho, che all'epoca si trovava all'estero, riuscì a far fuggire dal paese gli altri figli e iniziò con loro un lungo esilio. In Argentina, la madre della rapita,
Nélida Navajas, "ha stabilito contatti politici, religiosi e militari, ma non ottenne mai nulla.
Miguel Santucho, fratello del 46enne ritrovato dalle Nonne di Palza de Mayo
Non sapeva se cercava un o una nipote, solo che sarebbe dovuta nascere nel febbraio 1977.
Non ha mai perso la speranza", ha dichiarato Claudia Carlotto, direttrice della Commissione nazionale per il diritto all'identità e figlia della presidente delle "Nonne di Plaza de Mayo". Nel corso degli anni, e grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, la famiglia ha scoperto che Cristina è stata rinchiusa in almeno tre centri di detenzione, dove è stata brutalmente torturata e dove ha dato alla luce il suo terzo bambino.
La cerimonia per il ritrovamento
Alla cerimonia erano presenti il
padre biologico, Julio, fratello minore dello storico guerrigliero argentino Mario Roberto Santucho, fondatore dell'Esercito Rivoluzionario Popolare (ERP),
e i fratelli dell'uomo recuperato. "È una
sconfitta per la dittatura, perché ci hanno voluto portare via i nostri figli e noi ce li stiamo riprendendo", ha detto Santucho senior.
Al suo fianco il figlio
Miguel, che essendo molto piccolo si trovava con la madre quando è stata rapita, ha aggiunto: "È uno dei momenti più radiosi della mia vita. L'ho aspettato così a lungo che stento a credere che lo sto vivendo. Il mio primo pensiero è stato per mia madre e mia nonna, che continuano a vivere in me". Nonna Nélida ha infatti cercato il nipote per decenni ed è morta nel 2012 "senza l'abbraccio che desiderava", ha detto
Estela de Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo. Quest'ultima era tra le socie fondatrici con Nélida nell'organizzazione. Venerdì ha letto le prime righe della dichiarazione e ha passato il testimone a un vicino. "Non posso, è troppo per me, (ho) 92 anni", si è giustificata commossa.
I figli dei desaparecidos
Ogni anno circa 1.200 persone si rivolgono alla
Banca Dati Genetici con il sospetto di essere figli degli scomparsi dell'ultima dittatura (1976-1983). Questa è stata finora la prima restituzione nel 2023; le ultime due sono avvenute nel dicembre 2022.
Madres e Abuelas de Palza de Mayo entrano all'Esma
"Chi sa viene a dirci quello che sa, chi dubita viene a riferirci i suoi dubbi. In questo modo possiamo continuare a trovare i dispersi, che
si stima siano 300. Potrebbero essere ovunque nel mondo", ha incoraggiato la presidente De Carlotto. "Noi nonne siamo già poche, ma i nostri nipoti rimarranno. Il futuro è loro. Il passaggio di testimone è già pronto", ha concluso.