Piano antidiscriminazione al porto: “Per un ambiente di lavoro inclusivo”

L’Autorità portuale livornese è la prima in Italia ad approvare un documento di questo tipo. Nasce la piattaforma per le segnalazioni anonime, collaborazione con i centri di supporto

di IRENE CARLOTTA CICORA
10 gennaio 2025
L’Autorità di sistema portuale di Livorno è la prima in Italia a dotarsi del Piano

L’Autorità di sistema portuale di Livorno è la prima in Italia a dotarsi del Piano

Livorno, 10 gennaio 2025 – Un Piano strategico antiviolenza, documento pionieristico perché primo ad essere approvato a livello nazionale, che ha l’obiettivo di prevenire fenomeni discriminatori e violenti, rispondere in maniera efficace alle esigenze e alle richieste del personale e tutelare le vittime. E’ il triplice obiettivo che l’Autorità di Sistema Portuale di Livorno persegue: il Piano è già operativo.

“Siamo la prima AdSP ad adottare un Piano di questo tipo”, ha detto il segretario generale dell’Ente Portuale, Matteo Paroli, che ha firmato il provvedimento di approvazione. “La volontà - ha aggiunto - è diventare l’Autorità di sistema capofila, a livello nazionale, per progetti di questa natura nonché di rappresentare un punto di riferimento nel settore portuale e marittimo per le politiche concrete di prevenzione e contrasto a fenomeni di violenza/discriminazione sul lavoro”.

Un po’ di dati

Su un totale – relativo agli scali portuali a Livorno (quindi Livorno, Piombino, Portoferraio, Marina, Cavo e Capraia isola) – di 1650 unità, le donne sono 174, quindi poco meno del 10%. Sono 61 su 626 unità nell’ambito delle imprese autorizzate allo svolgimento di operazioni e servizi portuali; 100 su 892 occupati per quando riguarda i concessionari di aree e banchine, i terminalisti; 13 su 58 unità relativamente all’ALP, Agenzia per il lavoro in porto che presta manodopera ai terminalisti in presenza anche di picchi di lavoro. Tra le principali misure c’è la creazione di una piattaforma digitale che consenta la segnalazione anonima riservata di episodi all’interno del luogo di lavoro e la predisposizione di un servizio di supporto psicologico e consulenza alle vittime di violenza o molestia. Indirizzandole, qualora fosse necessario, verso le istituzioni preposte o le strutture dedicate.

Il documento prescrive per tutto il personale determinati obblighi di condotta col fine ultimo di promuovere una cultura interna all’Ente improntata al rispetto, alla sicurezza e all’inclusione. Oltre a prevedere la predisposizione di corsi di formazioni specifici e la promozione di campagne di sensibilizzazione periodiche, l’AdSP inserirà nel Codice di comportamento dei dipendenti, specifiche disposizioni che vietino espressamente comportamenti irrispettosi, violenti o molesti, prevedendo, in caso di violazioni, sanzioni disciplinari. E promuoverà attività di coordinamento e collaborazione con centri antiviolenza, associazioni di supporto e autorità locali per offrire alle vittime un sostegno completo, anche di natura legale.

Il Comitato unico di garanzia, istituito l’anno scorso, redigerà un rapporto annuale. “Promuovere un ambiente di lavoro sano, sicuro, inclusivo e rispettoso di ogni persona sia il fondamento di qualsiasi altra attività”, ha detto il presidente Luciano Guerrieri, convinto che le disposizioni del Piano “contribuiranno a migliorare le condizioni e il benessere di tutto il personale, garantendo, altresì, una maggiore performance ed efficacia nello svolgimento delle mansioni”.