Pornografia online: la campagna neozelandese diventa virale

L'obiettivo è sensibilizzare gli adulti attraverso claim semplici e video realizzati da attori professionisti, che spiegano quali sono i pericoli che corrono i minori in Rete

di GIORGIA BORGIOLI
19 settembre 2023
Keep it real

Keep it real

La pornografia online coinvolge i minori? Per contrastarla ci si deve rivolgere ai genitori! Un uomo e una donna nudi e di bell’aspetto suonano alla porta di una casa. Ad aprire è una signora in vestaglia: "Salve, suo figlio Matt ci sta guardando in Internet, su ogni device che avete a casa", le dicono, spiegando "siamo attori di film per adulti, ma Matt è ancora un ragazzino, e forse non ha chiara la differenza tra il porno online e le relazioni reali”. La donna, dopo un primo momento di sbigottimento, capisce. A quel punto chiama il figlio e gli dice che forse è il momento di parlare della differenza tra le relazioni che vede online e la realtà. In un secondo video a bussare alla porta di un’altra casa è Albie, @albie07 su Instagram, che si presenta come il 13enne con cui la figlia della padrona di casa si sente sui social. Peccato, però, che Albie di quell'età non abbia assolutamente niente: è un 40enne che vuole adescare Sarah fingendo di sguazzare nei giovani linguaggi tik tok e Instagram. Nel terzo video la figlia dell’uomo che apre la porta non è la vittima, bensì la carnefice; è lei ad aver praticato atti di bullismo nei confronti di un’altra bambina, la stessa bambina che bussa alla porta spiegando all’uomo quanto male le facciano le offese che ogni giorno riceve online.

La campagna di sensibilizzazione sulla pornografia online

Tre scenari raccapriccianti, quanto estremamente reali, che il governo neozelandese ha realizzato con l’obiettivo di sensibilizzare le famiglie sulla sessualità, e spingerle a parlare coi propri figli di questa tematica spesso ancora silente. La campagna informativa Keep It Real lanciata dal governo neozelandese, già presieduto da Jacinda Ardern (giovane politica molto attiva sui temi dei diritti alle donne) è così divenuta virale su gran parte dei giornali europei: i video mirano a responsabilizzare il mondo degli adulti riguardo il bullismo, il porno online, l’hate speech, il tutto attraverso brevi video semplici, ma puntuali.
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Keep It Real vuole promuovere all'interno delle famiglie un discorso sincero sulla sessualità

Secondo un’indagine svolta nel 2020, i giovani neozelandesi userebbero internet come primo principale strumento di conoscenza del sesso; nel calderone dei contenuti di carattere sessuale, un terzo delle clip più popolari rappresenterebbero attività non consensuali. Hilary Ngan Kee, portavoce dell’agenzia pubblicitaria Motion Sickness responsabile della Campagna, ha detto: “Non hai bisogno di avere tutte le risposte, ma sostenere il tuo bambino per dargli quella guida “adulta” mentre naviga nelle acque mosse del mondo online farà davvero la differenza”.

Il tema "porno" tra i minori in Italia

Anche in Italia il dibattito riguardante il porno e i minori è una questione calda e recente. Risalgono infatti a poche settimane fa le parole della ministra Eugenia Maria Roccella e l’attore porno Rocco Siffredi, secondo i quali sarebbe necessario limitare i porno ai giovani. L’appello di entrambi, sorto dopo i recenti avvenimenti di stupro a Palermo e Caivano, pone come obiettivo il blocco di tutti i siti porno in rete poiché, secondo Siffredi: “Dobbiamo agire affinché i ragazzi non prendano neppure in considerazione l’idea di stuprare una donna. Intervenire dopo serve a poco. Cultura del rispetto, educazione sessuale e divieto di accesso libero alla pornografia”. Attraverso l’uso di attori credibili, claim semplici e mirati, e situazioni quotidiane in cui immedesimarsi, la Nuova Zelanda ha perciò fatto centro, riuscendo a comprendere innanzitutto che per questo genere di tematiche il punto non è limitare i più piccoli, quanto aiutare gli adulti a parlare ai propri figli. In questo modo, le famiglie sono dotate degli strumenti necessari per affrontare il problema, come link con istruzioni per segnalare attività sospette, contatti di istituzioni e associazioni che si occupano di questo, o semplicemente una panoramica delle diverse casistiche possibili, oltre che un po’ di coraggio per riuscire ad affrontare alcune delicate tematiche con i propri figli.