Firenze, 7 dicembre 2024 – Stefano ha assistito la moglie malata di Alzheimer per otto anni; oggi si trova costretto a pagare 3.400 euro mensili per un posto in una Rsa di Firenze, senza ricevere il previsto contributo sanitario. Troppo per lui, nonostante una vita trascorsa a lavorare e risparmiare. Daniela ha vissuto mesi tra email, telefonate, lunghe attese e speranze deluse fino a trovare una struttura adatta ad accogliere suo padre prima che fosse troppo tardi. Una burocrazia sfiancante, in cui l’ansia amplifica il dolore di dover sistemare il proprio genitore in un luogo che non è la propria casa. Il presidio silenzioso di ieri mattina davanti alla Regione Toscana racconta storie di dolore, sacrificio e speranza. Protagonisti i caregiver, i familiari di persone affette da malattie degenerative, che hanno deciso di alzare la voce contro un sistema di assistenza che giudicano inadeguato. Costi proibitivi, burocrazia complessa e risorse insufficienti rendono la situazione doppiamente difficile e dolorosa. Una petizione su Change.org ha già raccolto oltre 1.800 firme, testimonianza concreta del disagio diffuso. È indirizzata direttamente al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Siamo un gruppo di familiari che si sono conosciuti in questo oceano di dolore e tormento” scrivono i sottoscrittori chiedendo un impegno concreto per migliorare le strategie nazionali e di considerare una serie di proposte per migliorare l’assistenza sanitaria e sociale delle famiglie colpite da queste malattie gravi e degenerative. Ognuna di queste firme rappresenta la storia di amore e dolore di una famiglia che chiede il potenziamento delle ore di assistenza, contributi per badanti estesi a tutti i Comuni toscani senza distinzioni e la creazione di nuovi centri diurni e cohousing per i pazienti. Invocano anche la creazione di un fondo regionale per finanziare ristrutturazioni di appartamenti e renderli adatti a persone con disabilità, oltre a un aumento delle quote sanitarie. L’assistenza ai propri cari per molte famiglie è un lusso inaccessibile: un posto – ricordano nella petizione - costa oltre 3.000 euro al mese, una badante circa 2.000 euro. Impossibile per molti sostenere certe cifre. Anche dopo aver venduto la casa del proprio caro per potergli concedere gli ultimi anni di vita in una struttura adeguata alle sue nuove esigenze.
A rischio non ci sono solo i soldi, ma anche la dignità dei malati e delle loro famiglie. “La quota sanitaria giornaliera è arrivata a 59 euro e negli ultimi tre anni sono stati investiti 20 milioni di euro in più sul fronte della quota sociale – assicura l’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli -. Stiamo mappando attentamente l’aumento esponenziale delle richieste. Abbiamo la necessità di reperire ulteriori risorse, ma compatibilmente col bilancio”. D’altra parte, avverte, “quando stanziamo risorse per le quote sanitarie destinate alle Rsa, le prendiamo dallo stesso fondo sanitario sul quale diciamo al Governo che non è possibile continuare a non mettere soldi, perché comporta difficoltà per il sistema”.