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Soldatesse ucraine
Sono almeno 43.000 le donne nei ranghi dell'esercito ucraino, molte delle quali impegnate in ruoli di combattimento. Gli ultimi dati diffusi dal ministero della Difesa del Paese riferiscono che degli oltre 400.000 soldati attualmente in servizio nelle forze armate in Ucraina, circa il 20% sono soldatesse. La maggior parte serve in ruoli di supporto, ma è in rapida crescita il numero di quelle impegnate al fronte, tanto che si registra un aumento di almeno il 40% rispetto al periodo precedente l'invasione russa del Paese. Insomma la resistenza ucraina si basa anche molto sulle donne, che hanno un ruolo di primo piano e rivendicano per questo strumenti adeguati. Non basta più esserci, vogliono contribuire concretamente.
Soldatesse ucraine in ruoli di combattimento
Le difficoltà del reclutamento volontario e la carenza di militari al fronte ha finalmente convinto i vertici dell'esercito ad ampliare i ruoli ricoperti dalle donne, che al maschile figurano come cecchino, comandante di carri armati, mitragliere.
Ma cosa farsene del ruolo, se non si hanno appunto mezzi adeguati per renderlo operativo? È una protesta inaspettata quella fatta dalle donne ucraine arruolate nelle forze armate, che sono scese in piazza contro il proprio stesso governo gridando: “Dateci armi da donne, non da uomini”.
A Kiev, nella centralissima piazza San Michele, per rendere ancora più visibile la loro protesta, hanno ‘vestito’ la statua della principessa Olga con un giubbotto antiproiettile. Questa figura femminile, venerata come Santa perché fu la prima sovrana di quelle terre a convertirsi al cristianesimo, in Ucraina è un simbolo d’identità nazionale. Un gesto dimostrativo che vuole richiamare l’attenzione su una questione che riguarda migliaia di cittadine: le soldatesse chiamate a combattere, armi impugno, contro gli invasori, hanno un grande problema da fronteggiare.
“L’equipaggiamento con cui andiamo al fronte non è adatto a noi donne, perché è stato pensato su misura per gli uomini”. A dirlo è la soldatessa Adrianna Matskiv, che fa parte dell’associazione di veterane di guerra ‘Veteranka’: “Gli zaini che ci danno sono troppo pesanti, gli elmetti ci vanno larghi, le divise non facilitano i movimenti perché larghe anch’esse, e i giubbotti antiproiettili non tengono conto del nostro seno e ci vanno stretti. Non chiediamo la luna, ma solo equipaggiamenti adatti a noi, come si fa nei Paesi che arruolano soldatesse”.
Olena Shargovska spiega che: “Gli zaini pesano venti chili, e le ragazze pagheranno caro i danni sulla loro spina dorsale. I giubbotti antiproiettili vano dagli otto ai dieci chili, in pratica in trincea basta un movimento brusco per rompere la costola a una donna. Se noi soldatesse fossimo equipaggiate meglio, ci potrebbero mandare in prima linea più numerose”. Per dare concretezza alla loro protesta, le soldatesse ucraine hanno ‘arruolato ’ la principessa Olga, vissuta a Kiev nel decimo secolo.
Una dimostrazione clamorosa, perché non capita certo tutti i giorni vedere soldati, o soldatesse, scendere in piazza per manifestare contro il proprio stesso governo che stanno difendendo. Un gesto provocatorio che non è passato inosservato, cogliendo molti di sorpresa. E siccome tutto il mondo è Paese, anche le soldatesse russe, le dirette nemiche di quelle ucraine, hanno lo stesso identico problema di non avere armi ed equipaggiamenti su misura.