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Home » Attualità » Rifugiati in Italia, nel 2021 oltre 900 persone si sono integrate grazie al riconoscimento dei titoli di studio

Rifugiati in Italia, nel 2021 oltre 900 persone si sono integrate grazie al riconoscimento dei titoli di studio

Cimea, nel 2022 le richieste sono aumentate del 100 per cento: “Sono fondamentali per iniziare un nuovo percorso di vita nel nostro Paese”

Arnaldo Liguori
19 Giugno 2022
Foto di Andrea Piacquadio

Foto di Andrea Piacquadio

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Sono oltre 900 i rifugiati che nel 2021 si sono integrati in Italia grazie al riconoscimento del proprio titolo di studio. A dirlo, è il Centro di informazione su mobilità ed equivalenza accademiche, un ente che promuove anche attraverso il Consiglio d’Europa il riconoscimento dei titoli di studio a coloro che sono costretti ad abbandonare il loro Paese di provenienza per chiedere protezione altrove.

“Abbiamo notato – spiega Cimea – che le persone che hanno ottenuto l’attestato di comparabilità o l’European Qualifications Passport for Refugees non solo hanno proseguito il percorso di studi in Università o hanno trovato un lavoro, ma si sono sentite accolte anche nella nostra società. È proprio qui che sta l’integrazione, che noi continueremo a promuovere e che trova nel sistema universitario italiano un luogo aperto al dialogo e di esempio per tutto il Paese”.

Solo nel 2021, il Centro ha preso in carico più di 1.300 richieste di valutazione di titoli di studio di rifugiati, a seguito delle quali ha rilasciato oltre 900 attestati di comparabilità, un documento che inquadra il diploma estero all’interno del sistema universitario italiano e consente a chi lo ottiene di proseguire il percorso di studi o immettersi nel mercato di lavoro del nostro Paese.

all'hotel Capitol di Ostia
Un gruppo di rifugiati ucraini all’hotel Capitol di Ostia

Cimea promuove il riconoscimento dei titoli di studi dei rifugiati, anche in caso di documentazione parziale o del tutto assente. “Siamo convinti che gli strumenti che abbiamo messo a disposizione possano incentivare l’integrazione di persone che scappano da conflitti o persecuzioni e cercano di iniziare un nuovo percorso di vita nel nostro Paese” ha dichiarato Luca Lantero, direttore generale di Cimea.

Anche i dati confermano questa tendenza considerando che, dall’attivazione del servizio gratuito per coloro che hanno ottenuto la protezione internazionale nel 2015 ad oggi, il numero di richieste di valutazione e attestati rilasciati è cresciuto annualmente del 25 per cento, fino ad essere raddoppiati nel primo semestre del 2022 rispetto al 2021, passando quindi da 1300 richieste durante tutto l’anno scorso a oltre 2.600 soltanto nei primi sei mesi di questo anno.

Sul fronte della guerra in Ucraina, Cimea ha ricevuto 41 richieste di riconoscimento dei titoli. Il Centro ha rilevato un significativo aumento di domande da parte di istituzioni della formazione superiore italiane, cooperative, centri di accoglienza per migliorare l’integrazione di tutte le persone provenienti dal Paese.

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«Ho ricevuto un messaggio dalla scuola... hanno messo tutti i bambini in classe perché c’era dell’attività della polizia e il mio cuore è esploso di paura. Per fortuna non è successo niente perciò sto tornando a casa. Però l’idea che mia figlia di 7 anni, suona l’allarme a scuola e deve di corsa andare in classe e chiudersi a chiave... è assurdo.»

Dopo la preoccupazione, ha postato una nuova storia in cui ha rassicurato tutti, annunciando la buona riuscita dell’operazione.

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Sono oltre 900 i rifugiati che nel 2021 si sono integrati in Italia grazie al riconoscimento del proprio titolo di studio. A dirlo, è il Centro di informazione su mobilità ed equivalenza accademiche, un ente che promuove anche attraverso il Consiglio d’Europa il riconoscimento dei titoli di studio a coloro che sono costretti ad abbandonare il loro Paese di provenienza per chiedere protezione altrove. “Abbiamo notato – spiega Cimea – che le persone che hanno ottenuto l’attestato di comparabilità o l’European Qualifications Passport for Refugees non solo hanno proseguito il percorso di studi in Università o hanno trovato un lavoro, ma si sono sentite accolte anche nella nostra società. È proprio qui che sta l’integrazione, che noi continueremo a promuovere e che trova nel sistema universitario italiano un luogo aperto al dialogo e di esempio per tutto il Paese”. Solo nel 2021, il Centro ha preso in carico più di 1.300 richieste di valutazione di titoli di studio di rifugiati, a seguito delle quali ha rilasciato oltre 900 attestati di comparabilità, un documento che inquadra il diploma estero all’interno del sistema universitario italiano e consente a chi lo ottiene di proseguire il percorso di studi o immettersi nel mercato di lavoro del nostro Paese.
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Un gruppo di rifugiati ucraini all'hotel Capitol di Ostia
Cimea promuove il riconoscimento dei titoli di studi dei rifugiati, anche in caso di documentazione parziale o del tutto assente. “Siamo convinti che gli strumenti che abbiamo messo a disposizione possano incentivare l’integrazione di persone che scappano da conflitti o persecuzioni e cercano di iniziare un nuovo percorso di vita nel nostro Paese” ha dichiarato Luca Lantero, direttore generale di Cimea. Anche i dati confermano questa tendenza considerando che, dall’attivazione del servizio gratuito per coloro che hanno ottenuto la protezione internazionale nel 2015 ad oggi, il numero di richieste di valutazione e attestati rilasciati è cresciuto annualmente del 25 per cento, fino ad essere raddoppiati nel primo semestre del 2022 rispetto al 2021, passando quindi da 1300 richieste durante tutto l’anno scorso a oltre 2.600 soltanto nei primi sei mesi di questo anno. Sul fronte della guerra in Ucraina, Cimea ha ricevuto 41 richieste di riconoscimento dei titoli. Il Centro ha rilevato un significativo aumento di domande da parte di istituzioni della formazione superiore italiane, cooperative, centri di accoglienza per migliorare l’integrazione di tutte le persone provenienti dal Paese.
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