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Roma Pride, Rocca (ri)nega il patrocinio della Regione, Colamarino: “Mai chiesto”

Dopo il balletto dello scorso anno, con il patrocinio del Lazio concesso e poi ritirato, si riaccende il dibattito dopo le dichiarazioni del presidente: “no sostegno a chi si fa bandiera della maternità surrogata”

23 marzo 2024
Roma Pride 2023

Roma Pride 2023

Roma Pride, questo patrocinio non s’ha da avere. Dopo il balletto dello scorso anno, con l’amministrazione regionale guidata da Francesco Rocca che alla vigilia della parata dell’orgoglio Lgbtq prima lo concede, poi lo ritira, anche nel 2024 si riaccende lo scontro tra Regione Lazio e gli organizzatori dell’evento. 

Il no della Regione Lazio 

A innescare la scintilla che sembra far scoppiare un nuovo fuoco di polemiche incrociate sono proprio le dichiarazioni del presidente, in occasione della conferenza per il primo anno di governo. “È giusto rivendicare con orgoglio il proprio diritto all'amore – ha detto Rocca nei giorni scorsi –. Ma non darò mai il mio patrocinio a chi fa della maternità surrogata una bandiera”. 

Immediata la replica di Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, che sottolinea come “dopo il pessimo teatrino messo in scena lo scorso anno” né lui né il comitato organizzatore avevano “mai pensato di chiedere il patrocinio ad una Regione che non solo, in pochi mesi di governo, ha fatto un enorme passo indietro sul fronte dei diritti civili, ma che pretende di dettarci l'agenda delle rivendicazioni”.

Il logo rovesciato 

“Siamo sempre dell’idea che – aggiunge –, come tutte le Istituzioni del nostro Paese, la Regione Lazio rappresenti anche tutte le persone che scenderanno in piazza con noi il 15 giugno per celebrare i 30 anni del Roma Pride ma le nostre rivendicazioni politiche non sono un buffet dal quale Rocca può prendere i piatti che più gli aggradano trascurando quelli che gli restano più indigesti”.

Non solo, il presidente del circolo Mario Mieli lancia anche una provocazione a Rocca: “Può dormire sonni tranquilli: per evitargli equivoci e fraintendimenti con la sua maggioranza di estrema destra, della quale è evidente ostaggio, metteremo il logo della Regione Lazio a testa in giù sul sito del Roma Pride con la chiara dicitura ‘senza il patrocinio della Regione Lazio’”. Colamarino ha invitato però il governatore del Lazio a partecipare all’appuntamento in piazza il prossimo 15 giugno, per respirare “finalmente anche lui un pò di libertà”.