"
Stop greenwashing". Le proteste in difesa dell'
ambiente arrivano anche al
Festival di Sanremo 2022. Durante la quarta serata della kermesse dedicata alle cover,
La Rappresentante di Lista, insieme a
Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra, ha portato sul palco la canzone "
Be my baby" di
The Ronettes, per rendere omaggio alla fondatrice del gruppo al femminile, Ronnie Spector, scomparsa lo scorso 12 gennaio a 78 anni. Terminata l'esibizione, Cosmo ha preso il microfono in mano e ha urlato davanti a tutti "Stop greenwashing". Ma che cosa significa?
Greenwashing, cos'è? Il significato
In un'epoca in cui il
cambiamento climatico sta, secondo gli esperti, mettendo seriamente in pericolo la sopravvivenza dell'umanità e della Terra e in un'epoca in cui il tema dell'
ambiente è tra i più sensibili e discussi tra l'opinione pubblica, c'è chi mette le mano avanti e avverte sulla possibilità che qualcuno se ne possa approfittare, "perché
essere green va di moda e quindi dobbiamo esserlo anche noi", senza poi effettivamente mettere in pratica azioni volte a contrastare il pericolo dei cambiamenti climatici. Questo è il
significato di greenwashing: una
pratica ingannevole per lo più usata come
strategia di marketing da alcune persone e aziende per dimostrare un finto impegno nei confronti dell'ambiente.
L'obiettivo di questa pratica è dunque attirare l'attenzione del target di popolazione attento ai temi legati alla
sostenibilità, con il fine ultimo di aumentare la reputazione dell'azienda e gli introiti economici.
Come si capisce se un'azienda fa greenwashing?
La pratica del greenwashing può assumere molte sfaccettature. E non sempre è facile capire se un'azienda sta effettivamente facendo greenwashing o no. Comunque, esistono dei comportamenti e delle pratiche che si sono diffuse e che tendono a ripetersi. Tra queste, per fare alcuni esempi ci sono:
la promozione della sostenibilità di un prodotto, esaltando alcuni dettagli e attributi dell'articolo in questione;
dare informazioni e fare affermazioni che non hanno alcuna base scientifica e che non possono essere provate da dati affidabili; fornire
argomentazioni poco rilevanti e generiche riguardanti le attività dell'azienda che contribuiscono a creare una falsa percezione di sostenibilità; e infine, ben più grave: adottare
comportamenti fraudolenti, falsificando le certificazioni relative alla sostenibilità di un prodotto, comunicando dati falsi e utilizzando fake news in modo consapevole.
Chi controlla il fenomeno del greenwashing in Italia e in Europa?
In Italia il greenwashing è un comportamento sanzionato in quanto "
pubblicità ingannevole" ed è vigilato dall'
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) a partire dal 2014. Prima di allora mancava una normativa ad hoc che tutelasse il consumatore dal fenomeno del greenwashing. In Europa è la
Commissione europea a occuparsi del problema del greenwashing. A inizio del 2021 fu pubblicata proprio dalla Commissione Ue
un'indagine per rilevare l'aumento delle pratiche sleali di greenwashing. Per questa indagine erano state esaminate 344 affermazioni e pubblicità apparentemente ingannevoli di alcune aziende e ne emerse che: in oltre la metà dei casi, il commerciante non aveva fornito ai consumatori informazioni sufficienti per valutare la veridicità dell'affermazione; nel 37% dei casi l'affermazione conteneva formulazioni vaghe e generiche, come "cosciente", "rispettoso dell'ambiente", "sostenibile", miranti a suscitare nei consumatori l'impressione, prima di alcun reale fondamento, di un prodotto senza impatto negativo sull'ambiente; e inoltre nel 59% dei casi il commerciante non aveva fornito elementi facilmente accessibili a sostegno delle sue affermazioni. In generale dall'indagine della Commissione europea le autorità rilevarono che nel 42% di tutti i casi le affermazioni comunicate dalle aziende esaminate erano "false" o "ingannevoli" e potevano essere considerate come effettiva "pratica commerciale sleale".