Sessismo e molestie sul lavoro, svolta storica nel mondo della pubblicità

L’Adci lancia una piattaforma per le segnalazioni anonime. La presidente Siani: “Ora denunciare sarà più facile”. Le misure prese dopo gli ultimi scandali

di ANDREA GIORGIO GIANNI
20 luglio 2023
Il Metoo della pubblicità, arriva il codice anti molestie: "Ora denunciare sarà più facile"

Il Metoo della pubblicità, arriva il codice anti molestie: "Ora denunciare sarà più facile"

Sessismo e molestie, svolta nel mondo della pubblicità. Per chi ha subito molestie sul lavoro e mobbing è “solo un inizio”, un passo avanti ottenuto anche grazie a chi ha avuto il coraggio di uscire dall’ombra. Il Metoo nel mondo della pubblicità e della comunicazione, partito da Milano, ha avuto un primo effetto. La reazione del “gotha“ della creatività è arrivata: ora bisognerà valutare se impegni e misure messe sulla carta si tradurranno in una vera svolta per chi lavora nel settore. L’assemblea straordinaria dell’Art Directors Club Italiano (Adci), associazione che riunisce noti creativi e professionisti emergenti, si è conclusa con l’annuncio di una serie di misure.

Gli obiettivi

Obiettivo, “contrastare con vigore il problema”, con drastiche iniziative, tra cui la creazione di una piattaforma digitale per segnalare, con la garanzia dell’anonimato, gli abusi. La definiscono come una “svolta storica”, arrivata dopo settimane di polemiche.
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Metoo e pubblicità

Il Metoo affonda infatti le radici in uno scontro rimasto per anni sottotraccia, circoscritto all’interno dell’Adci, fino a quando un mese fa il pubblicitario Massimo Guastini ha accusato pubblicamente il collega Pasquale Diaferia di essere un molestatore seriale. Accuse, avanzate anche da alcune ragazze e in passato portate davanti al club, che Diaferia ha sempre respinto, affermando di non essere mai stato denunciato. Tra le ragazze anche Giulia Segalla, che ha raccontato nei giorni scorsi episodi avvenuti nel 2011, quando era una stagista di vent’anni che si era trasferita dal Veneto a Milano per farsi le ossa nel mondo patinato della pubblicità.
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Violenza sulle donne: è emergenza

“E’ solo un inizio”, commenta ora sui social le misure annunciate dall’Adci. Dopo il “clamore mediatico” il direttivo dell’Adci, a giugno, aveva escluso Diaferia dai soci. L’assemblea straordinaria che si è tenuta martedì sera è stata convocata anche come risposta alle “accuse diffamanti” di non avere fatto nulla e di aver fatto calare il silenzio sul problema. Intanto il Metoo ha travolto il settore. Dalla battaglia della copywriter milanese Tania Loschi, che ha iniziato a pubblicare su Instagram testimonianze di luoghi di lavoro “tossici”, è nato il movimento Re:B, che in un mese ha raccolto un migliaio di segnalazioni su “molestie e abusi fisici, verbali e psicologici sul lavoro”, facendo emergere un problema “sistemico” anche nelle scuole.

Sessismo, le denunce

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Giulia Segalla, 33 anni, è una delle donne che hanno accusato pubblicamente – sui social e sui media – il pubblicitario Pasquale Diaferia

La più datata è del 1989, quella più recente riguarda “eventi tuttora in corso” in un’unica agenzia. E, per questo, potrebbe sfociare in denunce formali in Procura, con un salto di livello per il Metoo. Sono emersi i nomi di “200 entità” coinvolte, tra agenzie e persone. In almeno 10 società esiste o è esistita una chat di soli uomini, come l’ormai famosa ’chat degli 80’ sulla quale We Are Social ha avviato un’indagine interna.
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La presidente dell’Adci, Stefania Siani

Stefania Siani, il monito della presidente Adci

“Insieme ai nostri soci abbiamo deciso di dotarci di nuovi strumenti concreti per assicurare la tutela e il rispetto delle persone – ha affermato durante l’assemblea la presidente dell’Adci, Stefania Siani –, ma soprattutto abbiamo voluto effettuare un’evoluzione storica per Adci, impegnandoci a revisionare manifesto deontologico e statuto". "I tempi sono maturi per mettere al centro l’etica professionale dei nostri associati, specificando chiaramente le condotte che riteniamo riprovevoli e le sanzioni previste”. Una revisione deontologica senza precedenti per la storia del club, che riunisce alcuni tra i più noti professionisti del settore e giovani emergenti, “con l’introduzione di un codice di condotta per contrastare il fenomeno” e in seguito una modifica dello statuto “per consentire all’associazione di sanzionare le condotte in modo chiaro, trasparente e inequivocabile”.

Le sanzioni

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Pasquale Diaferia (63 anni), il manager accusato di essere un molestatore seriale

Sanzioni che vanno dall’ammonimento fino alla sospensione e all’esclusione. L’Adci ha deciso di dotare i soci di una piattaforma digitale per segnalazioni anonime degli abusi (una proposta che fu avanzata anni fa dallo stesso Guastini, per due mandati presidente del club), che saranno sottoposte al Consiglio direttivo e ai probiviri. È stato deliberato, inoltre, di offrire assistenza legale gratuita ai soci vittime di molestie. Tra le misure annunciate ieri sera una partnership con Telefono Donna, associazione che tutela le donne vittime di violenza. Saranno organizzati anche incontri, ribattezzati “Equal talk“, disponibili per “tutta la comunità dei creativi” e trasmessi in diretta sui canali dell’associazione. “L’impegno che abbiamo preso sarà più efficace se condiviso – ha proseguito Siani – per questo abbiamo deciso di creare un gruppo di lavoro con Una, Obe e Iab (tre associazioni del settore, ndr). Il tavolo sarà sempre aperto a tutte le altre associazioni che vorranno contribuire a rifondare insieme l’industry della comunicazione sui valori del rispetto, equità e inclusione”.