Battute, scherzi e risate, domande sul sesso e sull’autoerotismo. Non è destinata a spegnersi velocemente il dibattito sul podcast di Illumina Aosta condotto da Luca Dodaro, comico e youtuber, e, in particolar modo, sulla puntata “Lo show dei preti”. Nel corso del decimo appuntamento della serie che vede protagonisti diverse categorie sociali o professioni, infatti, don Alessandro, don Daniele, don Diego e don Jean-Claude non si sono certo tirati indietro dal proferire battute che, ad oggi, potrebbero essere agilmente considerate “politicamente scorrette”, tanto da sorprendere – a più riprese – lo stesso Dodaro.
Un approccio che rende la puntata fruibile, leggera e divertente, oltre che in grado di far trasparire luci e ombre di un mestiere del quale spesso si conosce molto poco. È così che tra aneddoti sulle prime fidanzatine, omaggi enogastronomici dal pubblico in sala e battute su numerosi luoghi comuni l’episodio scorre velocemente, umanizzando la figura del parroco e avvicinandola ad una società civile sempre più secolarizzata. Ma quella che potrebbe essere stata un’acuta strategia comunicativa, non si è certo rivelata tale.
Le critiche e l’intervento del vescovo
Viste le polemiche apparse in rete, i commenti – seppur in minoranza – di chi si è sentito in qualche modo offeso, chiamato in causa a più riprese, il vescovo di Aosta, monsignor Franco Lovignana, si è visto ‘costretto’ a intervenire con una lieve tirata di orecchie ai suoi parroci, di cui difende comunque la buona fede. “Dopo commenti e richieste di chiarimenti prendo posizione e chiedo scusa a nome mio e dei confratelli se i loro modi e le loro parole hanno creato scandalo. Il conduttore ha chiesto tramite il Vicario Generale se fosse possibile invitarli nel suo studio. Non ritenevo di dover autorizzare un invito rivolto a uomini adulti e responsabili”.
Un commento che, nella seconda parte, chiarisce il proprio tono aprendo le porte della via del perdono (a nostro avviso non devono farsi perdonare nulla): “Dico subito che gli interessati abbiano agito in buona fede e cercato di mostrare un volto simpatico della fede – (riuscendoci alla grande ndr) – Tuttavia, le risate scomposte, il linguaggio volgare e grossolano sono effettivamente offensivi verso la sacralità della vita ecclesiale. Tutti i nostri i sacerdoti svolgono con dedizione, coscienza e amore il loro ministero a servizio della comunità. Di questo voglio ringraziarli pubblicamente”. Analogamente, anche Guido Mocellin, penna di Avvenire, ha assolto il quartetto da ogni peccato, catalogando le frasi pronunciate dai preti come frutto di candore, disincanto e realismo, nonché vera immagine della propria vocazione.
I commenti sui social, tra applausi e condanne
Ma se i quattro sono passati indenni sia alla cesura dell’episcopato che di Avvenire, lo stesso non si può dire dei commenti di moltissimi utenti i quali, sui social, si sono lasciati andare a parole durissime nei confronti dei priori: “Sconcerto per il pessimo show di 4 sacerdoti”, e ancora: “Hanno affrontato, tra sguaiataggini, grossolanità e sghignazzando in continuazione, vari temi ecclesiali quali i funerali in cui dimenticano i nomi dei defunti, Nostro Signore e il suo uso del dentifricio, i Sacramenti... dando per scontato che insulsaggini e doppi sensi, siano ormai il vissuto quotidiano dei pochi fedeli che ancora frequentano le chiesa e vi si debba quindi adeguare”.
Un numero di critiche che, oggettivamente, è stato sovrastato dalle centinaia di commenti pubblicati sotto alla puntata integrale, sommersa da ben 600mila visualizzazioni e quasi 1200 tra apprezzamenti, commenti e le – fortunatamente poche – condanne nei confronti di un modo di trattare il mondo ecclesiastico che finalmente si mostra più leggero e fruibile. Per quello che vale, noi lo abbiamo trovato divertentissimo e se le polemiche servono ad accrescerne il successo e la visibilità, allora ben vengano.