Sicilia, assunzioni nel pubblico per vittime di violenza e orfani di femminicidio. "Il Governo prenda esempio"

Potranno essere chiamate direttamente in Regione, negli enti locali e nelle aziende sanitarie. "Ora il governo Meloni estenda la norma a tutte le donne italiane"

di REDAZIONE
11 gennaio 2024
QN per le donne

QN per le donne

Rinascere è possibile, anche attraverso il lavoro. Lo dimostra la nuova norma, in questo caso bipartisan, della legge stralcio alla finanziaria, approvata nei giorni scorsi dall'Assemblea regionale in Sicilia: le donne che hanno subito violenza sessuale o un abuso che abbiano portato a una deformazione o ad uno sfregio permanente del volto, e i cosiddetti orfani di femminicidio, potranno essere assunti per chiamata diretta dalla pubblica amministrazione. Questa agevolazione - più che legittima viste le difficoltà per queste categorie di persone a recuperare una parvenza di normalità nella propria vita, anche a livello di autonomia economica e sociale - non riguarda più, quindi, le sole vittime di mafia, come previsto dalla legge sull'isola. A poter assumere sono la Regione, i Comuni, le aziende sanitarie e gli enti o gli istituti dagli stessi vigilati.

L'iniziativa della Sicilia

La relazione tecnica alla norma approvata spiega: "La presente proposta, nasce della necessità di lavorare sia sul fattore culturale che sulla cosiddetta percezione del problema concernente la violenza sulle donne, considerato il continuo aumento delle vittime di femminicidio nel territorio regionale. Si tratta di un primo tassello utile all'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, con danni permanenti e visibili, ma anche dei figli orfani di madre, causato dal femminicidio".
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L'Assemblea regionale siciliana riunita per lavoro d'aula in una recente immagine d'archivio. ANSA/ RUGGERO FARKAS

La manovra di bilancio

Dopo 21 anni di fila di esercizio provvisorio, perché i governi di qualsiasi colore non sono mai riusciti a incassare la manovra entro l'anno corrente, la Sicilia ha il suo bilancio nei termini di legge. L'ultimo a stare dentro la scadenza era stato il governo Cuffaro, era il 2003. Adesso c'è riuscito il governatore Renato Schifani (Fi), che infatti parla di "grande risultato". "La coalizione che sostiene il governo ha dato ancora una volta dimostrazione di compattezza e di solidità" osserva Schifani. E "in ogni caso evitare l'esercizio provvisorio non era un'impuntatura mia e del mio governo, ma un'esigenza sottolineata anche dal mondo delle imprese, per liberare risorse certe in tempi celeri per lo sviluppo della nostra economia. Con questa finanziaria abbiamo dato risposte agli enti locali, alle fasce sociali più deboli e varato misure per la salvaguardia del nostro territorio".
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni

"Il governo Meloni prenda esempio"

E tra gli enti più deboli ovviamente ci sono anche le vittime di violenza di genere, sia quelle che l'hanno subita in prima persona ricavandone una ferita impossibile da rimarginare (sia visibile ma ben peggiore è quella che si portano dentro), sia chi la subisce di rimbalzo, come i figli delle donne uccise per mano di uomini che, nella gran parte dei casi, sono compagni, mariti o ex partner, genitori a loro volta di questi. "Grazie all'impegno di Ismaele La Vardera e alla determinazione del gruppo Sud chiama Nord siamo riusciti a far approvare una norma che restituisce dignità a tante persone che hanno subito gravi danni e ingiustizie nel corso della loro vita. Adesso anche il governo Meloni batta un colpo". Lo afferma Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, commentando la misura. Un invito, quello per l'esecutivo, condiviso anche da Laura Castelli,  che di  Sud chiama Nord è la presidente, che dice: "Ora questa norma apripista per le altre regioni e per lo Stato, la proponiamo al Parlamento nazionale e al Governo. Il nostro deputato Francesco Gallo ha intenzione di depositarla al più presto. Sud chiama Nord chiederà a tutte le forze politiche di sottoscriverla e calendarizzarla al più presto". "Faccio un appello al premier Giorgia Meloni in modo che trovi il modo per estendere questa norma a tutto il territorio nazionale. Lo prenda come un assist propositivo per il suo governo e per tutte le donne italiane" dichiara infine proprio Ismaele La Vardera, deputato all'Ars di Sud chiama Nord e vicepresidente della commissione antimafia al Parlamento siciliano. "Dopo una lunga notte al Parlamento siciliano - aggiunge - sono felice di portare a casa diversi risultati, primo fra tutti un emendamento storico: da oggi le donne vittime di violenza con danni permanenti, e i figli che hanno perso le loro madri perché vittime di femminicidio, avranno la possibilità di essere assunti dalla Regione. Questa norma è una vera e propria svolta nella lotta alla violenza sulle donne, spesso lasciate sole anche dal governo romano".