Stupri di Caivano, condannati i due maggiorenni: 12 anni per Varriale, 13 per Mosca

Accusati della violenza sulle cuginette di 10 e 12 anni insieme ad altri sette giovani (minori), sono stati condannati nella prima sentenza sulla vicenda. Lacrime di soddisfazione dei genitori della vittima più piccola

5 luglio 2024
Il murale dedicato alle due cuginette vittime dello stupro di gruppo a Caivano

Il murale dedicato alle due cuginette vittime dello stupro di gruppo a Caivano

I due maggiorenni accusati (insieme ad altri sette, tutti minori) degli stupri sulle due cuginette di 12 e 10 anni al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, sono stati condannati a 12 anni e 5 mesi e 13 anni e 4 mesi. Sono queste le pene inflitte dal giudice del tribunale di Napoli Nord (ad Aversa, in provincia di Caserta) Mariangela Guida, al diciannovenne Giuseppe Varriale e a Pasquale Mosca, 20 anni.

La Procura di Napoli Nord, aveva chiesto per i due imputati 11 anni e 4 mesi e 12 anni di reclusione. La sentenza, che quindi infligge una condanna più pesante di quella ipotizzata, è la prima su questa terribile vicenda ed è stata emessa al termine di una camera di consiglio di alcune ore. Il giudice ha anche inflitto una provvisionale di 50mila euro, immediatamente esecutiva, per le due piccole vittime: la somma dovrà essere erogata da ciascuno dei due imputati. Mosca e Varriale dovranno poi corrispondere anche 20mila euro per ciascuno dei genitori della più piccola delle due bambine. Disposta anche l'interdizione perpetua per entrambi gli imputati. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 30 giorni.

Intanto però è bastato apprendere della sentenza, con la quale sono state condannati due dei nove ragazzi accusati di avere abusato della figlia, per far scoppiare in lacrime la mamma e il papà della bimba più piccola vittima di stupro. Lacrime di liberazione e soddisfazione, probabilmente, perché non c’è gioia in chi sa che la propria bambina è stata violentata ad appena 10 anni e porterà con sé quella ferita, quel trauma, per tutta la vita.

A darne notizia sono i legali dei genitori, Clara Niola, per la mamma, e Giovanna Limpido per il padre, che hanno comunicato l’esito telefonicamente ai loro assistiti, che sono separati e non erano presenti alla lettura del dispositivo in aula. “Mi ha detto grazie e poi l'ho sentito piangere”, ha detto all'ANSA l'avvocato Niola che ha espresso soddisfazione per l'esito del verdetto.

“Per la prima volta, i genitori della più piccola delle due vittime possono emettere un sospiro di sollievo innanzi alle condanne che hanno ricevuto gli imputati maggiorenni: io e i suoi genitori abbiamo sempre confidato nel lavoro della magistratura – aggiunge la legale della mamma –, alla quale ci siamo affidati sin dal momento germinale del processo e, con oggi, possiamo dire di aver messo il primo 'punto fermò su questa efferata vicenda di violenza carnale nata e sviluppatasi in un contesto di grande povertà educativa”. L'avvocata Niola ritiene che la sentenza sia stata “equilibrata rispetto ai fatti di reato contestati”. “Restiamo ora in attesa delle motivazioni – ha concluso – per conoscere le argomentazioni logico-giuridiche poste alla base del le condanne emesse dal Tribunale ordinario, così come restiamo in attesa del dispositivo che il Tribunale minorile partenopeo emetterà nei prossimi giorni»”.