Ermal Meta torna a parlare del caso di cronaca a Palermo, lo stupro del branco ai danni di una 19enne lo scorso 7 luglio, per il quale sono indagati sette ragazzi. Un episodio che lo ha profondamente indignato tanto da spingerlo a scrivere forti messaggi sui suoi profili social, che stanno facendo discutere.
Ermal Meta: "Le mie parole espressione del dolore"
Questa mattina, in collegamento al Tg1, il cantante albanese naturalizzato italiano ha ribadito la sua posizione contro qualsiasi forma di violenza sulle donne e chiedendo pene esemplari per i colpevoli di certi crimini. "Ho scritto d'istinto, è la rabbia del momento che mi ha portato a scrivere quella cosa, che comunque non ho voluto cancellare – dichiara il 42enne –. È l'espressione di un dolore, il dolore non dev'essere necessariamente personale per poterlo sentire. Ho purtroppo conosciuto persone che hanno subito stupri, più di una – aggiunge l'artista –. E ancora dopo 20 anni è un dolore ancora vivo e quindi non ho potuto non provare quel tipo di empatia. Quello che ho scritto è proprio questo e non l'ho fatto da personaggio pubblico ma da libero cittadino. Quando compi uno stupro l'eco di quel crimine dura tantissimo tempo. E io non ho mai conosciuto stupratori che hanno fatto 25 anni di galera ma ho conosciuto persone che hanno subito stupri che hanno fatto 20 anni di psicofarmaci. Non è quella, forse, una prigione?".“non ho mai conosciuto stupratori che hanno fatto 25 anni di galera ma ho conosciuto vittime che hanno fatto 20 anni di psicofarmaci” ermal meta ha racchiuso LA VITA con una frase. pic.twitter.com/MhCk24csJw
— 𝐥𝐢𝐥𝐢𝐚; 𝐝𝐨 𝐲𝐨𝐮 𝐠𝐞𝐭 𝐝𝐞𝐣𝐚𝐯𝐮?🌨 (@_pluviofila_) August 22, 2023
I botta e risposta su Twitter
"Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi cani auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos'è uno stupro". È uno dei messaggi su X Twitter, con cui il vincitore (in coppia con Fabrizio Moro) del Festival di Sanremo 2018 è intervenuto sulla vicenda di Palermo in questi giorni. Un chiaro riferimento ai messaggi scambiati dagli indagati dopo la violenza ("eravamo cento cani sopra una gatta"). Sulla piattaforma il cantante ha quindi affermato: "Conosco donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Come salviamo una ragazza di 19 anni che d'ora in poi avrà paura di tutto?". C'è chi, però, replica alle "pene esemplari" auspicate da Meta appellandosi al "concetto di responsabilità collettiva rispetto alla vicenda dello stupro di Palermo. E la differenza con la colpa". Ma il 42enne ribatte che "Non è la collettività ad averli portati a compiere uno scempio del genere, ma una loro precisa e lucida scelta. Se l'educazione (compito della famiglia) non funziona prima, deve funzionare la punizione dopo, proprio per difendere la collettività che tanto ti sta a cuore". E a chi, sempre su Twitter, gli fa notare che "siamo garantisti perché siamo civili. Altrimenti siamo come loro, risponde: "Sono d'accordo sulle pene certe ovviamente. Perché allora negli ultimi anni i casi di violenza sulle donne sono aumentati in maniera esponenziale?...". Parole che non sono piaciute a Selvaggia Lucarelli, che sentenzia: "Cantanti che scrivono tweet forcaioli che manco i peggiori bandierini" e, poi, ecco "il popolo del web che chiede giustizia". La giornalista ha voluto commentare un passaggio del commento di Ermal Meta in cui scrive che con la violenza "uccidi il futuro di una donna, la sua fiducia nel prossimo e nella vita. E senza quella fiducia comprometti la sua capacità un domani persino di avere figli. Questo compromette l'umanità intera".— Ermal Meta (@MetaErmal) August 21, 2023"Oh, ragazzi" replica la Lucarelli, quasi schernendolo con ironia amara, "non stuprate che poi danneggiate quella macchina da riproduzione chiamata donna".