Stupro di Palermo, il Tiktoker accusa: "Dov'è lo Stato? Dov'era quella notte"

Lorenzo Tripi, 22enne siciliano molto conosciuto sui social, lancia una denuncia in difesa delle vittime di violenza. Intanto crescono le adesioni alla campagna #iononsonocarne

di MARIANNA GRAZI
24 agosto 2023
lorenzo tripi

lorenzo tripi

I social sono sempre di più uno strumento per lanciare messaggi importanti. Su Instagram, TikTok, Facebook e così via non ci sono solo gli haters, i leoni da tastiera, i truffatori o, peggio, gli adescatori. Le piattaforme possono e sempre più devono diventare un aggregatore di buone intenzioni. E proprio con questo intento, per rispondere ai video e ai profili fake creati per giustificare o comunque dare ulteriore voce ai sette giovani uomini indagati per lo stupro di una 19enne a Palermo, che il popolo di TikTok si è schierato al fianco della ragazza violentata, accusando: "Dove era lo Stato quella notte e dove è oggi?".

Il Tiktoker: "Dov'era lo stato la notte dello stupro?"

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Il Tiktokwer Lorenzo Tripi nel suo video in difesa della 19enne stuprata a Palermo, in cui accusa lo Stato di essere assente

La community di giovanissimi fa proprie le parole di uno degli influencer siciliani più noti in Italia, Lorenzo Tripi, attraverso il canale "Bestia dei social". Il 22enne, manager di "Italy food porn Sicilia", denuncia attraverso il profilo social: "Lo Stato, che dovrebbe applicare e tutelare la legge, dov'è? Dov'era la notte in cui quella ragazza è stata stuprata al Foro Italico? In cui non c'era un controllo, una telecamera accesa o semplicemente un lampione a fare un po' di luce?".
@bestiadeisocial Alla fine faccio un appello a tutti i miei coetanei, ascoltatemi! La situazione in Italia è assurda, lo stato non ci tutela. Ma ci rendiamo conto? #palermo #italia #informazione #denunciasociale #legge #foroitalicopalermo ♬ suono originale - La Bestia dei Social
"Bisogna parlare di queste cose per prevenire, non discuterne dopo , quando i disastri sono già avvenuti - insiste Lorenzo -. Invece di discutere dei soliti adeguamenti degli stipendi dei parlamentari, che ogni mese vengono aumentati, dobbiamo occuparci di queste cose. Perché oggi in Italia chi commette uno stupro, un femminicidio, esce dal carcere dopo pochi anni come se nulla fosse". E ancora, amareggiato Tripi lancia un'accusa che poi è un sentimento condiviso da molte persone: "Ormai chi denuncia deve spaventarsi e temere ripercussioni, mentre chi commette uno stupro o un femminicidio, dopo pochi anni esce dal carcere, come se nulla fosse. Una donna stuprata viene considerata come una che 'se l'è cercata', mentre lo stupratore è un genio". Da qui l'appello ai suoi coetanei, alle migliaia di followers (oltre 500mila su Tiktok e instagram) che lo seguono da tutta Italia: "Ci deve essere un cambio di mentalità. Ragazzi, quando ci viene detto un 'no', si deve rispettare. E l'unica cosa da fare quando si sta con una ragazza ubriaca è riaccompagnarla a casa. E lo Stato deve prevenire, non discutere dopo, quando i disastri sono già avvenuti".

La campagna #iononsonocarne

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"Alessio Boni in una foto tratta dal suo profilo Twitter

Intanto continua a riscuotere sempre più adesioni la campagna lanciata dalla community Thatsfabofficial #iononsonocarne, lanciata insieme a "F", come spiega il direttore Luca Dini, che ha lanciato l'hashtag invitando tutti a condividerlo: "Noi ci ribelliamo a chi riduce la preda a un pezzo di carne da stuprare e il predatore a un pezzo di carne schiavo dei suoi istinti". La replica, evidente, è alla frase "Se ci penso mi viene lo schifo, eravamo cento cani sopra una gatta, però che devo fare, la carne è carne" emersa dalla chat degli orrori dei sette ragazzi dopo la violenza. Tra le prime a rispondere all'appello c'erano state Caterina Balivo, Eva Grimaldi, Samantha De Grenet, Adriana Volpe, Elisabetta Gregoraci e tante altre donne di spettacolo che hanno voluto aderire alla campagna contro la violenza mettendoci la faccia. "Grazie @sonolucadini", scrive anche l'attrice Maria grazia Cucinotta, nel post in cui appare con l'hashtag scritto in rosso su una mano. A seguire riporta la lunga riflessione scritta dal giornalista per lanciare l'iniziativa.
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Maria Grazia Cucinotta aderisce alla campagna #iononsonocarne (Instagram)

Ma ad aderire sono stati anche Alessio Boni, Alessandro Preziosi e Nicoletta Romanoff, e tanti altri che non ci stanno alla violenza sulle donne e hanno deciso di rispondere con forza e unità, sui social, portando come un solo coro. "Difficile immaginare qualcosa di più brutale, squallido e vigliacco di una violenza sessuale di gruppo: 7 giovani uomini che si avventano su una ragazza contro la sua volontà", scrive la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi sul suo account. "Se lo hanno fatto senza provare rimorso o vergogna, forse, è proprio perché per loro non era una donna, una persona, un'anima. Solo un pezzo di carne. Degli autori del reato spero si occupi la giustizia. Tu, cara ragazza, cerca di pensare che ce l'hai fatta, che sei sopravvissuta. Che loro non hanno vinto perché tu non sei un pezzo di carne. La tua anima era altrove. Tu sei preziosa".