“Io non son carne”. E’ l’hashtag con cui sui social si moltiplica l’indignazione per lo stupro di gruppo a Palermo. Nei giorni scorsi una ragazza di 19 anni ha denunciato di avere subito, nella notte tra il 6 e 7 luglio scorsi, una violenza sessuale da parte di 7 ragazzi tra i 18 e i 22 anni, dopo una serata trascorsa tra i locali del mercato storico della Vucciria. Al momento sei giovani si trovano in carcere a Palermo, il Pagliarelli, accusati di violenza sessuale di gruppo e hanno chiesto di essere allontanati dalla struttura penitenziaria per via delle minacce ricevute, mentre uno – il minorenne all’epoca dei fatti – è stato scarcerato e trasferito in comunità dopo aver collaborato.
Nei giorni scorsi i ragazzi hanno risposto in lacrime ai magistrati, hanno detto di essersi rovinati la vita. Ma non hanno cambiato la loro linea di difesa: “Lei era consenziente”. Il fatto continua a monopolizzare i media e i social dove in tanti solidarizzano con la vittima anche se al tempo stesso c’è chi cerca disperatamente il video dello stupro e chi offende e minaccia il branco e le rispettive famiglie.
Stupro di gruppo, solidarietà alla vittima
Nelle ultime ore la community Thatsfabofficial ha lanciato la campagna #iononsonocarne in risposta a quelle parole, scritte da uno dei sette del branco e circolate sulla chat degli arrestati, che recitavano: “Se ci penso mi viene lo schifo, eravamo cento cani sopra una gatta, però che devo fare, la carne è carne”. Così il direttore di “F”, Luca Dini, ha proposto l’hashtag e invitato tutti a condividerlo. “Noi di F e @thatsfabofficial ci ribelliamo a chi riduce la preda a un pezzo di carne da stuprare e il predatore a un pezzo di carne schiavo dei suoi istinti. Donne e uomini non sono carne” scrive sulla sua pagina Instagram postando una foto della mano con la scritta. In tanti stanno rispondendo all’appello. Tra questi la conduttrice tv Caterina Balivo che accompagna il selfie a una lunga riflessione. “La nostra società va salvata: c’è sempre più un disperato senso di ingiustizia, degrado, solitudine, c’è vuoto e paura, c’è ignoranza culturale ed anche sentimentale” scrive. E poi: “Non ci sono ricette sicure, ma forse potremmo cominciare chiedendo di riformare la Giustizia, affinché le donne possano veramente fidarsi sentendosi finalmente tutelate”. Quindi aggiunge: “Forse è giunto il momento di investire nelle scuole, partendo dall'introduzione dell'educazione affettiva, sessuale e sentimentale”. L’attrice Maria Pia Calzone, nota per il ruolo di Immacolata Savastano, la protagonista femminile della serie tv “Gomorra”, scrive: “Non sono ‘carne’ le vittime e nemmeno gli aggressori”. Quindi: “Certe volte quando giravo ‘Gomorra’ tornavo a casa con un profondo malessere. Mettermi in bocca ‘quelle parole’, trovare una via di legittimazione a quelle parole significava renderle possibili. Anche per me. Le parole concretizzano la realtà. Capirlo senza ‘si però / vabbè ma...’ è già un cambiamento”. Indignazione anche da parte di Samantha de Grenet. “L’ennesima donna che ha dovuto subire la malvagità dell’orco. Questa volta si tratta di 7 ragazzi o meglio di 7 mostri che non conoscono cosa sia il rispetto e l' amore per un altro essere umano” va giù dura la showgirl. E si domanda: “Come si può non pensare che quella ragazza sarebbe potuta essere vostra figlia, vostra sorella, vostra madre o un’amica… Com’è possibile che si abbia così poco rispetto per la vita altrui?”. Si dice disgustata Eva Grimaldi. Ricordando che le donne non sono oggetti sessuali, l’attrice scrive: “Provo tanto dolore, tanto disgusto, tanta amarezza per come si sta trasformando il mondo e tutto questo mi spaventa! Basta!”. Le fa eco la sua compagna, l’attivista Imma Battaglia. “Quando una donna dice no è no” che poi invoca pene esemplari.Stessa richiesta arriva dalla conduttrice Adriana Volpe che affida i suoi pensieri a un lungo video su Instagram. Tra i tanti aspetti su cui si sofferma, l’ex gieffina dice: “Non possiamo più sentire ‘se l’è cercata’. Una donna può aver bevuto, fumato, indossato una minigonna ma nessuno è legittimato a molestarla, toccarla ed abusare di lei”. Anche la conduttrice Elenoire Casalegno si unisce al coro “Io non sono carne”. “Provo disgusto, amarezza; tutto questo è agghiacciante. E agghiaccianti sono anche i messaggi scambiati dopo lo stupro” scrive sui social. Quindi puntualizza: “Questi soggetti, figli di una subcultura maschilista, incapaci di comprendere, sentire, di mettersi nei panni dell’altro, rappresentano la miseria umana”.Visualizza questo post su Instagram
La petizione per “una pena esemplare”
Sempre online corre la richiesta di una pena esemplare per i sette indagati per lo stupro di Palermo. Nelle 24 ore successive alla notizia della scarcerazione di uno dei 7 indagati, ha raccolto 45mila firme la petizione online lanciata su Change.org con lo slogan “si scrive donna, si legge vita”, per chiedere condanne esemplari per chi commette violenza contro le donne. “Sono stati arrestati, sì, ma la storia ci insegna che questi episodi, come quelli di cronaca nera riguardanti i femminicidi recenti, per non parlare poi delle denunce di stalking a cui la procura ormai risponde che non ci sono basi per poter disporre di misure cautelari, sono fin troppo sottovalutati e molto spesso vedono applicate pene a dir poco ridicole”, scrive Damiano D’Andrea, ideatore della petizione. “Sono le persone a compiere questi gesti brutali, ma è il silenzio ad uccidere. Mi appello a tutte quelle donne, quegli uomini, quei giovani che si sentono nel giusto, che la mattina appena svegli vedono in una madre, in una sorella, in una qualsiasi persona che sia, un punto di riferimento” si legge nel testo della petizione. “È ora di mostrare al mondo cosa può fare la voce di molti, chiedere tutti insieme pene esemplari per chiunque abusi, maltratti, sia colpevole di stalking e tutti quei comportamenti nocivi per la stabilità di una donna” recita la petizione indirizzata alla presidenza del Consiglio dei ministri.L'appello di Ermal Meta a Giorgia Meloni
Anche il cantante Ermal Meta si rivolge alla presidenza del Consiglio dei ministri. L'artista che sul fatto di cronaca si è speso fin da subito con una serie di post sui social, adesso fa un appello alla premier Giorgia Meloni affinché finisca "questa mattanza". L'appello a Meloni è stato lanciato in una diretta Instagram dal cantante che, dopo lo stupro di Palermo, ha pubblicato i racconti di vittime di abusi, "migliaia" di testimonianze. "Devono sapere tutti perché questo 'silenzio degli innocenti' deve finire" dice il vincitore di Sanremo. Poi direttamente alla premier: "Non ho votato per lei ma lei ma è la mia presidente, come lo è di tutte queste donne. Mi rivolgo a lei con il massimo rispetto, in quanto carica istituzionale, donna, madre e cristiana: non crede che sia giunto il momento di finire questa mattanza?".Visualizza questo post su Instagram