Una donna, durante il periodo fertile della sua vita, consumerebbe
tra i 10 e i 14 mila assorbenti, arrivando a spendere circa
5 mila euro. Soldi spesi sì, per esigenze naturali, ma che vengono tassati come veri e propri
beni di lusso. L’ultimo passo indietro in fatto di tampon tax è avvenuto proprio in questi giorni, dopo che il governo Meloni ha deciso di rialzare l’Iva sui prodotti igienico- sanitari femminili al 10% e i prodotti per la prima infanzia al 22% dal primo gennaio.
Assorbenti femminili, l'Iva torna al 10%
Nel corso degli anni, la questione legata alla tassazione dei prodotti necessari al funzionamento biologico dei corpi femminili è stata a lungo dibattuta dai governi dei diversi paesi. A Gennaio 2022 il regno Unito ha eliminato completamente l’imposta sui prodotti sanitari femminili; a novembre 2020 la Scozia ha approvato il primo provvedimento di legge al mondo che prevede l’accesso gratuito agli assorbenti; nel 2015 il Canada ha eliminato la tassa sui tamponi, assorbenti e coppette mestruali.
Tampon tax in Italia
Anche in Italia, nel tempo, si è tentato di trovare soluzioni che venissero incontro ai bisogni biologici e naturali delle donne. Fino a pochi anni fa l'Iva sui prodotti per l'igiene intima femminile era al 22%. Nel 2019 l’ex presidente della Camera
Laura Boldrini aveva proposto un emendamento al decreto fiscale, proposta bocciata dalla commissione Finanze della Camera con la motivazione che la riduzione dell’Iva sugli addormenti avrebbe provocato un costo troppo elevato per lo Stato.
Dopo ciò, l’emendamento era stato riammesso, ma con una riduzione dell’Iva al 5% solo per le
coppette mestruali e per gli
assorbenti compostabili, una sottocategoria di quelli biodegradabili, più cari e difficili da reperire. Il governo Draghi, nel 2022, aveva inserito nella legge di bilancio
l'Iva al 10% (comunque sempre più alto rispetto al 4% dei beni di prima necessità). Il governo Meloni, con la manovra dello scorso anno, aveva fatto qualcosa di buono portando l'Iva al 5% per i prodotti per la protezione dell’igiene intima femminile, i tamponi e gli assorbenti e alcuni prodotti per l’infanzia. Adesso, però, il passo indietro.
La battaglia di "Tocca a noi"
Il merito dei successi ottenuti in tema è anche e soprattutto da riconoscere all’associazione “Tocca a noi” che, dal 2021, gira l'Italia con il
“TamponTaxTour”, un viaggio di 50 tappe, zaino in spalla e trasporti pubblici, per mappare gli oltre 200 Comuni e le 10 Regioni scesi in campo contro la tampon tax, stimolare il dibattito nelle piazze per la rimodulazione di questa imposta, con lo scopo di garantire un diritto sociale, la tutela dell’igiene e della salute e un’equità socio-economica tra generi. Negli anni, Tocca a Noi ha costruito una fitta rete di persone pronte a scendere in campo per promuovere la partecipazione e stimolare un’azione legislativa sui temi civili e sociali di primaria importanza. Per questo motivo, l’associazione promotrice del TamponTaxTour torna nelle piazze italiane mercoledì 1 novembre per opporsi alla recente scelta del governo Meloni di rialzare l’Iva su assorbenti e prodotti per la prima infanzia.
Domani mobilitazione in 15 città
La
“FLASH-MOBilitazione” partirà alle 17.00 in più di 15 città italiane, tra cui Roma, Milano, Verona, Modena, Velletri, Pescara, Bari e Firenze; qui, l’appuntamento sarà in Piazza della Signoria dalle ore 17 per una mobilitazione con associazioni, movimenti e rappresentanti delle istituzioni per proseguire la battaglia che partì proprio da questa piazza nell’estate 2021. “Il risultato che avevamo raggiunto tutte e tutti insieme, unendo istituzioni e piazze, generi e generazioni – ha commentato
Lucrezia Iurlaro, presidente dell’Associazione – era un importante traguardo seppur parziale. Nel nostro Paese, infatti, l’accesso libero e universale ai dispositivi per la tutela e la cura del proprio corpo non è ancora garantito ma, anziché andare avanti, decisioni di questo tipo ci portano a fare tre passi indietro.
“FLASH-MOBilitazione” partirà alle 17.00 in più di 15 città italiane, tra cui Firenze
Tutto questo in un momento storico in cui l’inflazione continua a crescere e la povertà ad aumentare, rendendo sempre più difficile alle persone l’accesso a prodotti indispensabili per la cura del proprio corpo”. Anche la consigliera comunale di Firenze
Laura Sparavigna, proponente dell’atto per l’accordo con le farmacie comunali, ha commentato la recente scelta del governo: “Dopo la circolazione delle prime bozze della manovra ero incredula: decidere di aumentare al 22% la tassa su prodotti essenziali alla salute e alla cura di ogni persona, specialmente in un momento in cui l’inflazione cresce e la povertà aumenta, è inaccettabile! Nessuna persona, grande o piccina, può scegliere se averne bisogno, ma il governo può scegliere se tassarli. E pare abbia scelto di sì. Scegliendo di far cassa su pannolini, assorbenti e latte in polvere colpendo direttamente le famiglie, la salute delle persone, la cura dei corpi e l’equità tra generi e generazioni.” Dopo due anni dalla prima tappa, le piazze si riempiranno di nuovo per far sì che essere donna non significhi ancora una volta dover combattere per diritti che dovrebbero essere naturali. Scendere in piazza significa, ancora una volta, mobilitarsi per la cura di tutti e di tutte.