Torneo di "slap": la gara di schiaffi di cui non abbiamo bisogno

A Torino, durante il Mo Fighting Show, prevista un'esibizione di questa disciplina molto seguita negli Stati Uniti, in Romania, Polonia e Russia. Ma lo scontro a suon di sculacciate è stata annullato

di MARIANNA GRAZI -
30 settembre 2023
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Uno schiaffo all'evoluzione della specie. Letteralmente. Al Pala Asti di Torino, il prossimo 21 ottobre, era previsto il primo (qualcuno l'ha definito demenziale ed è difficile dargli torto) torneo di "slap", all'interno dell'evento di kickboxing organizzato dalla Mo Fighting. Una gara di schiaffi, femminile (nella versione "Slap Booty", schiaffi sul sedere in perizoma e tacchi a spillo), con tanto di sfida tra la campionessa Naomi Star con una altrettanto 'prestante' rivale, e maschile, in cui la 'singolar tenzone' prevista era quella tra Daniel Druga e un connazionale romeno.
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La locandina dello Slap Tournament previsto il 21 ottobre a Torino

Peccato che questo siparietto degradante, alla fine, non ci sarà. E no, non ci dispiace per chi ha pagato decine di euro solo per assistervi, ignorando in realtà il vero cuore della manifestazione che erano le circa quattro ore di kickboxing con Andrei Stoica e Dragos Zucco. Il guanto disfida, è il caso di dirlo, era stato lanciato, ma le associazioni femministe (e non solo) hanno immediatamente risposto.

Lo "Slap": il sessismo è servito

Al torneo si erano iscritti una decina di atleti, tra uomini e donne, e il programma era in continuo aggiornamento. In più, visto il numero di biglietti venduti, la prima edizione nel Belpaese prometteva di essere un successo. Peccato però che, dietro al gesto definito 'tecnico e sportivo' dagli organizzatori, si nasconda una buona dose di sessismo. Partiamo dalle basi: lo slap è uno dei cosiddetti 'sport di contatto', una disciplina anche piuttosto semplice in fondo. Due atleti o atlete dello stesso sesso si posizionano uno (o una) di fronte all’altro (altra). In mezzo a loro c'è un tavolo largo 60 centimetri e alto 120: il primo contendente tira lo schiaffo, l’altro deve incassare il colpo senza muoversi, con la sola possibilità di chiudere gli occhi. Vince chi resta in piedi, o quello che tira la sberla più forte. E fin qui, anche se forse non avevamo bisogno dell'ennesima dimostrazione di violenza, tutto bene. Ma qui arriva il problema. Perché gli uomini si prendono a ceffoni, ma le donne, letteralmente si sculacciano. Mettendo in bella mostra i glutei coperti di creme (per resistere meglio allo schiaffo) ed esaltati dal perizoma e dai tacchi. Perché anche loro non possono schiaffeggiarsi in faccia? Forse perché si tratta di sessismo, per appagare gli appetiti di uomini pronti a 'mangiare con gli occhi' i corpi tonici delle atlete? Forse perché vedere due donne che si picchiano risponde alle loro fantasie sessuali?
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Un campionato di "Slap Booty" in Russia

Annullato il torneo di "slap" femminile

Così la gara di schiaffi è stata annullata. O meglio, ad essere cancellato dal programma è il torneo femminile, che vedeva come detto la partecipazione della romena, molto famosa anche su Only Fans. La maschile si terrà regolarmente, come i match di kickboxing e muay thai. Dopo l'annuncio dell'evento al Palaruffini, che aveva il patrocinio dal Comune di Torino, previsto per la prima volta in Italia ma già molto seguito negli Stati Uniti, in Polonia, Romania e Russia, è passato poco tempo perché il fuoco della polemica infiammasse il dibattito pubblico. Ad alimentarlo è stato per primo il consigliere di opposizione Andrea Russi, del Movimento 5 Stelle, che ha dichiarato: "Non è una barzelletta: il Comune ha fornito il patrocinio della Città di Torino alla gara di sculacciate con la star di Only Fans. Una gara di 'Slap Booty' che viene pubblicizzata da giorni sui social per attirare sempre più pubblico. Un evento che di ludico, di culturale, di sportivo e di educativo ha davvero niente". Quindi, aggiunge, "Oltre alle scuse che il suo assessore deve alla cittadinanza, penso sia opportuno che intervenga personalmente per revocare immediatamente tale patrocinio che permette l'utilizzo del logo della città di Torino durante tale evento [...]Non ho nulla contro gli organizzatori, contro le protagoniste, né contro le varie discipline sportive che ospita l’evento. Ciò che non sta né in cielo né in terra è aver fornito loro il Patrocinio della città" conclude nella sua denuncia l'assessore. A cui ha risposto direttamente Mihai Oana, 26enne promoter e organizzatore dell’Mo Fighting Show affermando che la Città di Torino "non era al corrente della scelta di aggiungere all’interno del programma della manifestazione di kickboxing questa attività".
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La slap booty prevede che le donne si prendano a schiaffi sui glutei

Le associazioni femministe: "Manifestazione sessista"

Lo stesso Oana che, trovandosi in un giro di schiaffi - pardon - nell'occhio del ciclone della polemica, fa retromarcia e si scusa pubblicamente: "Sono molto dispiaciuto che sia passato un messaggio completamente sbagliato di quello che vuole essere il Mo Fighting Show. Lo 'Slap Tournament' aveva l’intento di essere una dimostrazione di carattere unicamente sportivo, in cui è il gesto tecnico e il valore dell’atleta ad essere protagonista". "Mi scuso personalmente con tutte le donne e le persone che si sono sentite offese - ha aggiunto - ma lo voglio dire a gran voce: noi siamo e saremo sempre contro la violenza di genere e contro ogni discriminazione. A testimonianza del mio impegno e per non essere promotore di valori che non mi rappresentano, abbiamo deciso di annullare la dimostrazione dello Slap femminile. Mi scuso a nome di tutta l’organizzazione con la Città e le Istituzioni coinvolte". Ecco, ti pareva, non è passato il messaggio giusto, come al solito è stato mal interpretato! Per l'ennesima volta le proteste di alcuni gruppi di femministe sono state esagerate. Sia mai che le scuse siano accompagnate da un'ammissione di colpa o perlomeno non siano accompagnate da un tentativo di giustificare l'ingiustificabile. "È una vergogna - aveva denunciato ad esempio l’associazione Casa delle Donne -. Siamo stufe che ancora oggi, a fronte di un’attualità che comunica violenze quotidiane sui corpi delle donne, possano essere promossi eventi che rendono le donne un oggetto sessuale. Sono l’ennesima manifestazione sessista, patriarcale e violenta". Ad essere presa di mira, ovviamente, è stata prima di tutto la locandina dell’evento, in cui si vedono le due sfidanti seminude mostrare il loro lato B (e poi dicono che non è sessismo!), differentemente da quella dei colleghi uomini che ritrae in primo piano lo schiaffo. Ma l'organizzazione, laconica, replica: "Non è uno spettacolo sessualizzato o maschilista, dopo Torino lo porteremo a Milano, Roma, Verona e all'estero". "Tutto si può dire tranne che questo sia uno sport" attacca Francesca Fiore, attivista e scrittrice del duo Mammadimerda, che parla poi di "pratica erotica" con lo scopo di "spillare soldi a poveri pervertiti che farebbero meglio ad andare su YouPorn: almeno lì è gratis".