Il Toscana Pride scalda i motori. “È stato difficile, ma è tutto pronto”

Dopo mesi di polemiche politiche l’evento regionale è alle porte: sabato pomeriggio il corteo arcobaleno

di TERESA SCARCELLA
5 settembre 2024
Presentazione Toscana pride con Eugenio Giani, Alessandra Nardini, Monia Marcacci portavoce Pride (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Presentazione Toscana pride con Eugenio Giani, Alessandra Nardini, Monia Marcacci portavoce Pride (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Da quando è stato annunciato in queste pagine, quindi a maggio, di parole e polemiche ce ne sono state tante, sui muri e sulla stampa. “Non siamo le benvenute e i benvenuti”, ne sono consapevoli gli organizzatori del Toscana pride, ma sanno bene anche che gli oppositori se ne dovranno fare una ragione quando il corteo arcobaleno, sabato pomeriggio, arriverà a Lucca. “Non abbiamo ricevuto grande festa - ha spiegato ieri la portavoce Monia Marcacci, in conferenza stampa in Regione - L’amministrazione non si è detta contenta del periodo, anche se io penso che non fosse contenta della parata in sé, ma ha dovuto accettare, d’altronde non era chiamata ad autorizzare o meno”. Così come non era chiamata a dare il patrocinio e infatti non ci sarà. Anche perché da quest’anno l’adesione è vincolata a un impegno concreto nella tutela dei diritti Lgbt, ad azioni, come l’adesione alla rete Ready che il Comune di Lucca ha ormai salutato.

Il periodo, invece, è quello del settembre lucchese, diventato alla fine un alibi in più per non far passare il corteo dal centro storico. “Lucca è una città viva, era difficile trovare un momento più tranquillo - sempre Mercacci - abbiamo cercato di evitare le maggiori manifestazioni. Il percorso è il frutto di un compromesso tecnico con la questura, ma anche politico. Qualcuno non voleva che passassimo dal centro, ma quello che abbiamo ottenuto ci soddisfa. Riusciamo a fare anche un tratto delle Mura, luogo simbolo della città”.

Nello specifico quello tra i baluardi San Paolino e San Donato. Un tragitto breve che evidentemente ci penseranno i 15mila partecipanti a rendere intenso. Con l’auspicio che non nascano tensioni. Le premesse, certo, non sono delle migliori, ma gli organizzatori sono positivi. “Lucca è una città divisa politicamente - prosegue la portavoce del pride - di contro ai volantini di gruppi neo fascisti abbiamo ricevuto anche tanti messaggi di supporto. E’ a quella fetta di città che dovevamo la nostra presenza qui”.

Ma il pride, per la sua intersezionalità, porterà in piazza tante tematiche politiche e sociali. Dal matrimonio egualitario al riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, dall’affermazione di genere alle adozioni. Questioni sulle quali l’arcivescovo Paolo Giulietti ha voluto esprimersi, con una lettera indirizzata proprio alla portavoce. “L’arcivescovo non può che riportare le posizioni della Chiesa su questi temi - è la reazione a quelle righe - tutto sommato ci è parsa un’apertura interessante, lui stesso dice che non è sbagliato manifestare per i diritti. Ci piacerebbe però che questa lettera rimanesse nell’ambito di un’organizzazione religiosa all’interno di uno stato laico”.

E poi c’è la questione della guerra in Medio Oriente che, soprattutto nell’ultimo anno, ha spaccato maggiormente la popolazione occidentale - quindi anche quella italiana, non senza tensioni. La posizione del pride è sì per il cessate il fuoco, ma è soprattutto contro il genocidio. Ecco che l’annunciata presenza dei riformisti con le bandiere di Israele (e Ucraina) potrebbe sembrare una stonatura. A maggior ragione se - come sembra - non c’è stata una richiesta formale di adesione. “All’interno della manifestazione potrebbe essere vissuto come una provocazione - conclude Monia Marcacci - per quanto riguarda l’organizzazione, il problema non è il popolo di Israele o lo Stato, ma il governo e quello che sta facendo, che non è rappresentato dalla bandiera”.