La casa che non c’è: la truffa degli affitti a Siena. Vittime studenti e stranieri

L’emergenza abitativa italiana e il mercato delle case. Tante le voci che denunciano: “Richiedevano sempre ulteriori pagamenti”

di ELEONORA ROSI -
24 febbraio 2024
Valentina Lanzolla e Rahat Hossain

Valentina Lanzolla e Rahat Hossain

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, qualcuno però se ne approfitta. È successo a Valentina Lanzolla e Rahat Hossain, due giovani studenti vittima di una truffa degli affitti a Siena.

I due non si conoscono, ma sono stati ‘fregati’ ad un giorno di distanza nello stesso modo, dalle stesse persone, con gli stessi account Facebook e gli stessi numeri di telefono.

Un bonifico, due bonifici, nessuna casa

Per Lanzolla e Hossain tutto è iniziato cercando una stanza in una casa da condividere con altri. “Mi stavo informando sui gruppi di affitti su Facebook relativi a Siena ed ho trovato l’annuncio – racconta Valentina –. Ho contattato la ragazza che l’ha pubblicato, Morara Marta, ed ho iniziato a parlare con lei, che diceva di essere l’attuale inquilina della casa, mi ha dato il numero della proprietaria, Dejanira di Taranto”.

L'annuncio truffa su un gruppo per affitti su Facebook
L'annuncio truffa su un gruppo per affitti su Facebook

Fin qui tutto normale, e la stessa cosa è successa a Rahat, che è entrato in contatto con Morara Marta ed ha ricevuto poi il numero di Dejanira. “Abbiamo parlato a lungo, sia per messaggi che telefonicamente con la proprietaria, ci ho fatto parlare anche i miei genitori, visto che io non so bene come funzionano i pagamenti – continua a raccontare Valentina –. Siamo arrivati ad un accordo e mi ha fatto pagare una caparra per bloccare la stanza con un bonifico istantaneo verso Lucio Marchetti di Taranto, che lei diceva essere suo marito. Nel momento ho fatto il primo pagamento Dejanira mi ha informato che il marito avrebbe voluto anche il pagamento come caparra di un secondo mese, io ho detto che avrei versato una seconda caparra solo dal momento in cui avrei avuto le chiavi in mano”.

Un messaggio di Rahat alla finta affittuaria
Un messaggio di Rahat alla finta affittuaria

Qui il copione inizia a variare leggermente, probabilmente influenzato dal fatto che Rahat, a differenza di Valentina, non è italiano e non parla bene la lingua. “La moglie del proprietario mi ha mandato un video della casa e poi l’iban per fare il bonifico – ha spiegato Rahat –, e per farmi credere che non fosse una truffa mi ha dato la tessera sanitaria del proprietario”.

Il video è lo stesso che ha ricevuto l’altra studentessa, mentre a lui Dejanira ha fornito foto dei documenti a cui intestare il bonifico, relativi sempre ad un uomo residente a Taranto, questa volta di nome Tiziano Scarciglia. “Una volta fatto il bonifico da 350 euro che mi aveva chiesto per il deposito e gli altri 350 per il primo mese, mi è stato detto che avrei dovuto farne un altro da 700 – ha raccontato Rahat –. Le ho spiegato che essendo uno studente sono troppi soldi per me e che avrei dato 350 euro in più una volta avute le chiavi. Da quel momento in poi mi ha detto che non avrei potuto riavere nulla e che non avrei avuto neanche la camera”.

Crisi abitativa e truffe: la realtà del mercato degli affitti

Per capire alla fonte il problema e la ragion d’essere stessa della truffa, dobbiamo analizzare la situazione in cui questi ragazzi cercano casa, un mercato saturo, in cui le stanze a disposizione sono poche e, per quel che riguarda il caso di Rahat, la maggior parte delle offerte sono riservate a ragazze o studenti italiani.

La richiesta di soldi avveniva via messaggio Whatsapp
La richiesta di soldi avveniva via messaggio Whatsapp

Il mercato in generale e la forte crisi abitativa che sconta la città di Siena (e non solo) spingono chi è in cerca di un alloggio a volerlo bloccare il prima possibile versando una caparra. La casa in questione poi sembrerebbe effettivamente esistere, situata in via Lippo Memmi 15, dove c’è una palazzina le cui finestre ricordano proprio quelle che si possono vedere dall’interno nel video inviato dai truffatori.

“Mentre parlavamo era tutto molto normale e tranquillo, diceva di dovermi consegnare le chiavi e mi dava informazioni sull’appartamento – ha spiegato ancora Valentina –. Da sabato sera scorso non siamo più riusciti a metterci in contatto con lei ed ho deciso di andare a denunciare”.

Su internet il numero di telefono fornito a Valentina e Rahat dall’account Facebook per parlare con la proprietaria è segnalato come numero truffa sul sito ‘tellows.it’, che lo attribuisce a ‘Rossella’ e ‘Candela Laura’. Sul sito ci sono già cinque segnalazioni di truffe, legate agli affitti e a quel numero (+39 389 004 6964): “Hanno provato a truffarmi inviandomi un video di una casa di Torino, sita in via Buniva 2” scrive Giuseppe, “Ci ho rimesso 1200 euro” commenta Michele.

Il numero della finta affittuaria è stato segnalato più volte nei siti anti truffa
Il numero della finta affittuaria è stato segnalato più volte nei siti anti truffa

L’Italia intera, specie nelle città, sta scontando una grossa crisi degli affitti e in generale abitativa (tra rincari nei canoni anche per posti letto o alloggi fatiscenti, tendenza a privilegiare gli affitti brevi per turisti e abitudine dei proprietari ad approfittarsi dei malcapitati di turno, magari con locazioni a nero, senza alcun contratto o ricevuta) che spinge ad abbassare la guardia quando si crede d’aver trovato una sistemazione decente e a buon prezzo. È in questo clima di incertezza che prosperano truffe e truffatori. Ma a chi tocca controllare e far sì che le cose cambino? Non certo agli studenti, che al momento, però, sono gli unici ad aver alzato la voce contro una tendenza sempre più diffusa.