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Home » Attualità » Ucraina, il mistero del biglietto trovato a Mariupol: “Dima, perdonami. Ho seppellito la mamma vicino all’asilo”

Ucraina, il mistero del biglietto trovato a Mariupol: “Dima, perdonami. Ho seppellito la mamma vicino all’asilo”

In una delle città più devastatate dalla guerra in Ucraina, è stata trovata una lettera rivolta a un certo Dima: "Scusami per non averla salvata. Qui ti spiego come trovare la tomba". Sergej Sumlenny, che ha pubblicato il biglietto su Twitter, spiega a Luce!: "La lettera è scritta sicuramente da un uomo, probabilmente il padre di Dima"

Remy Morandi
23 Marzo 2022
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“Dima, perdonami per non averla salvata. Ho seppellito la mamma vicino all’asilo“. A Mariupol’, una delle città più devastate dalla guerra in Ucraina, è stato trovato un biglietto, scritto a penna, che testimonia l’atrocità di un conflitto che ormai va avanti da circa un mese (l’invasione russa in Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022). Qualcuno, forse un padre, forse un fratello, ha dovuto scrivere su un foglio – perché altrimenti non poteva fare – le istruzioni e la mappa per ritrovare il corpo di una donna, una madre, sepolta – si evince dalla lettera – di fretta e nel primo posto trovato sottoterra.

Il biglietto ritrovato a Mariupol’ è avvolto da una serie di misteri, e per cercare di trovare la verità dietro a quelle parole scritte su un foglio di carta, Luce! ha contattato colui che per primo ha diffuso sui social la lettera di Mariupol’, Sergej Sumlenny.

Il biglietto ritrovato a Mariupol con le indicazioni e la mappa per ritrovare il punto dove è stata seppellita una mamma a Mariupol’, Ucraina

“Non ho trovato io la lettera, l’hanno pubblicata alcuni media ucraini. Io l’ho solo condivisa su Twitter”, dice a Luce! Sergej Sumlenny, giornalista, già direttore della Fondazione Heinrich Böll (un think tank affiliato al Partito Verde in Germania) ed ex capo dell’Ufficio di Kiev-Ucraina della Fondazione.

Sergej Sumlenny, il giornalista ed ex direttore della Fondazione Heinrich Böll che ha aiutato Luce! a scoprire la verità sul biglietto ritrovato a Mariupol’

Nella lettera ritrovata a Mariupol’ c’è scritto: “Dima (diminutivo di Dmytro, ndr), la mamma è morta il 9 marzo 2022. È morta velocemente. Poi la casa è andata a fuoco. Dima, perdonami per non averla salvata! Ho seppellito la mamma vicino all’asilo. Di seguito è riportato un diagramma dettagliato per trovare la tomba. Ti amo!“. In fondo alla lettera è stata disegnata la mappa di dove si trova il corpo della donna. In basso a destra la scritta “2,0 m” per indicare che la donna si trova a due metri di profondità sottoterra.

La mappa di dove è stata seppellita la donna a Mariupol’

Nel foglio non c’è scritto chi sia l’autore della lettera e non sappiamo né se lo stesso autore sia ancora vivo né se il destinatario, Dima, abbia ricevuto la lettera. Sappiamo solo che è rivolta a Dima, diminutivo di Dmytro.

La lettera è scritta in russo, ma ciò non deve sorprendere perché come spiega a Luce! Sergej Sumlenny “il russo è la lingua principale per il 90% della popolazione di Mariupol’ e l’unica lingua parlata dal 30-40% degli abitanti della città”.

“La lettera – ci spiega Sergej Sumlenny – è stata scritta sicuramente da un uomo, in quanto i verbi utilizzati hanno la desinenza maschile. Il fatto che ci sia scritto ‘mamma’, può voler dire sia che l’autore parla di sua madre sia che l’autore parli della madre di Dima. È importante notare che in fondo alla lettera c’è scritto ‘Ti amo‘”.

In fondo alla lettera c’è scritto “я тебя люблю” che in russo vuol dire “ti amo”

“È molto raro – ci continua a spiegare il direttore Sumlenny – che una persona di sesso maschile si rivolga a un’altra persona di sesso maschile dicendogli ‘Ti amo’, a meno che non siano parenti molto stretti. In questo caso suggerirei che la lettera sia stata scritta da un padre a un figlio. Ma lo evinco solamente da quest’ultimo ‘Ti amo'”.

In conclusione, secondo Sergej Sumlenny, ad aver scritto la lettera potrebbe essere stato “un padre, ma anche un fratello, un parente o un amico stretto o addirittura un vicino. Ma in quest’ultimo caso è meno probabile. Invece che ‘Ti amo’ avrebbe sicuramente scritto ‘Ti abbraccio’ o simili”, ci spiega l’esperto.

L’autore della lettera rimane dunque un mistero. Per Andrea Nicastro, del Corriere della Sera, a scrivere quella lettera è stato il fratello di Dima. Per Antonio Palma, di Fanpage, è stato il padre di Dima ad aver scritto quelle parole. Quello che conta comunque, almeno per Luce!, è far capire ai lettori che a Mariupol’ non c’è tempo e soprattutto non c’è nemmeno modo di comunicare la morte di una madre al proprio figlio. E che qualcuno si è ritrovato costretto a scrivere solo su un foglietto di carta dove è stata seppellita velocemente una mamma, una donna. Si spera che un giorno quel Dima possa trovare la lettera e la mappa di dove è stata seppellita sua madre. In modo da darle una degna sepoltura.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

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  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"Dima, perdonami per non averla salvata. Ho seppellito la mamma vicino all'asilo". A Mariupol', una delle città più devastate dalla guerra in Ucraina, è stato trovato un biglietto, scritto a penna, che testimonia l'atrocità di un conflitto che ormai va avanti da circa un mese (l'invasione russa in Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022). Qualcuno, forse un padre, forse un fratello, ha dovuto scrivere su un foglio - perché altrimenti non poteva fare - le istruzioni e la mappa per ritrovare il corpo di una donna, una madre, sepolta - si evince dalla lettera - di fretta e nel primo posto trovato sottoterra. Il biglietto ritrovato a Mariupol' è avvolto da una serie di misteri, e per cercare di trovare la verità dietro a quelle parole scritte su un foglio di carta, Luce! ha contattato colui che per primo ha diffuso sui social la lettera di Mariupol', Sergej Sumlenny.
Il biglietto ritrovato a Mariupol con le indicazioni e la mappa per ritrovare il punto dove è stata seppellita una mamma a Mariupol', Ucraina
"Non ho trovato io la lettera, l'hanno pubblicata alcuni media ucraini. Io l'ho solo condivisa su Twitter", dice a Luce! Sergej Sumlenny, giornalista, già direttore della Fondazione Heinrich Böll (un think tank affiliato al Partito Verde in Germania) ed ex capo dell'Ufficio di Kiev-Ucraina della Fondazione.
Sergej Sumlenny, il giornalista ed ex direttore della Fondazione Heinrich Böll che ha aiutato Luce! a scoprire la verità sul biglietto ritrovato a Mariupol'
Nella lettera ritrovata a Mariupol' c'è scritto: "Dima (diminutivo di Dmytro, ndr), la mamma è morta il 9 marzo 2022. È morta velocemente. Poi la casa è andata a fuoco. Dima, perdonami per non averla salvata! Ho seppellito la mamma vicino all'asilo. Di seguito è riportato un diagramma dettagliato per trovare la tomba. Ti amo!". In fondo alla lettera è stata disegnata la mappa di dove si trova il corpo della donna. In basso a destra la scritta "2,0 m" per indicare che la donna si trova a due metri di profondità sottoterra.
La mappa di dove è stata seppellita la donna a Mariupol'
Nel foglio non c'è scritto chi sia l'autore della lettera e non sappiamo né se lo stesso autore sia ancora vivo né se il destinatario, Dima, abbia ricevuto la lettera. Sappiamo solo che è rivolta a Dima, diminutivo di Dmytro. La lettera è scritta in russo, ma ciò non deve sorprendere perché come spiega a Luce! Sergej Sumlenny "il russo è la lingua principale per il 90% della popolazione di Mariupol' e l'unica lingua parlata dal 30-40% degli abitanti della città". "La lettera - ci spiega Sergej Sumlenny - è stata scritta sicuramente da un uomo, in quanto i verbi utilizzati hanno la desinenza maschile. Il fatto che ci sia scritto 'mamma', può voler dire sia che l'autore parla di sua madre sia che l'autore parli della madre di Dima. È importante notare che in fondo alla lettera c'è scritto 'Ti amo'".
In fondo alla lettera c'è scritto "я тебя люблю" che in russo vuol dire "ti amo"
"È molto raro - ci continua a spiegare il direttore Sumlenny - che una persona di sesso maschile si rivolga a un'altra persona di sesso maschile dicendogli 'Ti amo', a meno che non siano parenti molto stretti. In questo caso suggerirei che la lettera sia stata scritta da un padre a un figlio. Ma lo evinco solamente da quest'ultimo 'Ti amo'".

In conclusione, secondo Sergej Sumlenny, ad aver scritto la lettera potrebbe essere stato "un padre, ma anche un fratello, un parente o un amico stretto o addirittura un vicino. Ma in quest'ultimo caso è meno probabile. Invece che 'Ti amo' avrebbe sicuramente scritto 'Ti abbraccio' o simili", ci spiega l'esperto. L'autore della lettera rimane dunque un mistero. Per Andrea Nicastro, del Corriere della Sera, a scrivere quella lettera è stato il fratello di Dima. Per Antonio Palma, di Fanpage, è stato il padre di Dima ad aver scritto quelle parole. Quello che conta comunque, almeno per Luce!, è far capire ai lettori che a Mariupol' non c'è tempo e soprattutto non c'è nemmeno modo di comunicare la morte di una madre al proprio figlio. E che qualcuno si è ritrovato costretto a scrivere solo su un foglietto di carta dove è stata seppellita velocemente una mamma, una donna. Si spera che un giorno quel Dima possa trovare la lettera e la mappa di dove è stata seppellita sua madre. In modo da darle una degna sepoltura.
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