Vandalizzata la panchina dedicata a Giulia Cecchettin, la sindaca: “Gesto grave”

E' successo nei giorni scorsi a Saonara, in provincia di Padova. Presa di mira anche una panchina arcobaleno dedicata ai diritti Lgbtqia+. Entrambe le opere sono state prima prese e a calci e poi sradicate e lanciate pochi metri più avanti

di CHIARA CARAVELLI
30 agosto 2024
Panchina-cecchettin

Vandalizzata la panchina dedicata a Giulia Cecchettin a Saonara

È stata prima presa a calci, poi sradicata e lanciata qualche metro più avanti. Un atto di vandalismo che ha preso di mira la panchina dedicata alle donne vittime di violenza di genere, in particolare al ricordo di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa uccisa lo scorso novembre dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

Oltre a questa, i vandali hanno danneggiato anche un’altra panchina, stavolta arcobaleno e dedicata ai diritti Lgbtqia. È successo nei giorni scorsi a Saonara, paese in provincia di Padova. Ancora non si conoscono i responsabili, sulle cui tracce sono al lavoro gli agenti della polizia locale che hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per trovare elementi utili all’identificazione. L’ipotesi più accreditata, ma ancora tutta da verificare, è che il gesto sia stato commesso da un gruppo di ragazzi, probabilmente minorenni.

"Mi sembra un gesto grave e inutile – sono le parole della sindaca di Saonara, Michela Lazzaro – indifferentemente da chi può averlo compiuto. Con tutta la formazione che stiamo promuovendo perché i giovani trovino stimoli corretti, scopro ancora che ci sono persone che non solo non hanno rispetto per gli altri cittadini, ma nemmeno per il terreno pubblico. La panchina dedicata a Giulia Cecchettin è un simbolo di una tragedia che ha colpito la nostra comunità, è una ferita ancora aperta. Parlo spesso con il papà, Gino, e sono sicura che quest’azione così becera e fine a se stessa abbia provocato rabbia e dispiacere anche in lui”.

Il gesto apre sicuramente a una riflessione non solo sul tema dei diritti e della violenza di genere, ma molto più in generale sul tema del rispetto. Degli altri, dello spazio condiviso. Un gesto che in qualche modo segue la scia del vandalismo che poche settimane fa ha colpito il murales dedicato alla campionessa olimpica dell’Italvolley femminile, Paola Egonu, davanti alla sede del Coni a Roma. In quel caso la pelle della pallavolista erano stata coperta con della vernice rosa e la scritta contro il razzismo cancellata. E’ una questione di rispetto...che non c'è.