Veglie arcobaleno per arginare l’
omotransfobia. Ma non mancano le polemiche. Aspettando giugno, il
pride month, ovvero il mese dell’orgoglio Lgbtqia+, da nord a sud del Belpaese, si sono svolte (o si svolgeranno)
veglie arcobaleno, ovvero un piccolo ma importante segnale di apertura da parte della chiesa cattolica che per anni ha sbarrato le porte agli omosessuali, ritenendo un peccato quello che invece è il loro orientamento sessuale.
Da Nord a Sud del Belpaese, tante chiese stanno celebrando le veglie arcobaleno
Ora, con un percorso decisamente atteso, qualcosa si muove. La via è stata indicata dal
Sinodo e dalle parole di
papa Francesco dello scorso gennaio. “A chi vuole criminalizzare l’omosessualità vorrei dire che si sbaglia”, aveva ribadito il Pontefice in una intervista, evidenziando che “essere omosessuali non è un crimine”.
Il caso delle chiese venete
Don Dario Vivian, parroco vicentino, la settimana scorsa (in occasione della
Giornata contro l’Omofobia e la Transfobia che cade il 17 maggio) ha celebrato la veglia arcobaleno contro l’omotransfobia, organizzata a livello diocesano con il benestare del vescovo.
In Veneto le diocesi di Venezia, Treviso, Padova e Vicenza hanno promosso momenti di preghiera contro l'omofobia
“Il vescovo non era presente fisicamente ma ha appoggiato l’iniziativa che quest’anno, per la prima volta, si è svolta nelle
quattro diocesi: Venezia, Treviso, Padova e Vicenza” spiega il sacerdote che da tempo porta avanti la pastorale per le persone Lgbtq. L’altare, per l’occasione, è stato simbolicamente rivestito con una stola arcobaleno. “E’ stata una veglia molto partecipata. Non sono intervenuti solo ‘addetti ai lavori’, ma anche
fedeli eterosessuali” racconta il parroco vicentino di San Carlo al Villaggio del Sole. E aggiunge: “Presenti pure persone che non fanno parte dei gruppi Lgbtq che seguo, ma per i quali è importante esserci per dare un volto diverso di
una Chiesa che si apre”.
Polemiche per le iniziative religiose contro l’omotransfobia
Gli attacchi di Pro Vita & Famiglia
La sua e le altre veglie arcobaleno che si svolgono nel Paese con l’ok dei Vescovi sono finite nel mirino dell’associazione Pro Vita che ha definito “
gravi” tali iniziative. “Crediamo sia giusto essere vicini a tutti e condannare ogni forma di violenza e discriminazione, ma appoggiare apertamente o non prendere le distanze dalle veglie di preghiera arcobaleno significa lasciare campo aperto alla
promozione dell’ideologia Lgbtqia+” dice l’associazione. E rincara: “E, dunque, promuovere le istanze che porta avanti: identità di genere, fluidità sessuale, gender per minori nelle scuole, matrimonio egualitario, adozione per coppie gay, utero in affitto. Come può tutto questo essere accettato dai vescovi?”.
Il parroco vicentino Don Dario Vivian
La replica di Don Vivian
Pronta la replica anche di don Dario Vivian: “Capisco che ci siano forme nostalgiche, come ci sono anche in ambito liturgico e in altri ambiti, della vita di una
Chiesa chiusa in se stessa portata a condannare il mondo. E’ anche vero che per secoli alcune cose la Chiesa le ha dette". E aggiunge: “Quindi c’è una tradizione che pesa e queste persone non capiscono che non è semplicemente il fatto che la Chiesa deve adeguarsi al mondo che cambia ma è
il modo di leggere il Vangelo”. Per il sacerdote va arginata “l'idea che ci sia come una verità immutabile; invece no: c'è una realtà che continua ad essere riletta e re-interpretata a partire dalla vita, altrimenti diventa
una realtà fossilizzata”.
La chiesa prova ad aprirsi al mondo queer
Don Dario Vivian conferma che alle veglie arcobaleno ci sono “vescovi che partecipano in prima persona”. Il religioso ricorda che “i vescovi fiamminghi hanno pure preso posizione a favore del rito di
benedizione per le coppie gay perché c'è anche la realtà dell'
amore omosessuale che può avere la possibilità di essere benedetto perché dove c'è amore c'è Dio”.
Polemiche anche in Salento
La veglia contro l’omotransfobia si è svolta, la settimana scorsa, anche alla chiesa di San Giovanni Battista di Lecce, organizzata da Zaccheo Puglia (gruppo di giovani cristiani Lgbtqia+) insieme ad Arcigay Salento. Si è trattato di un momento di preghiera e di accoglienza contro ogni forma di
discriminazione omotransfobica.
La curia diocesana, pur appoggiando la logica dell’appuntamento, ha voluto precisare, con una nota, che “non corrisponde al sentire della comunità cristiana
l'uso di un linguaggio che attinga a elementi presenti nella teoria del gender o a battaglie ideologiche”. Parole che non sono piaciute ad Arcigay Salento. “Ci chiediamo quale sia questo linguaggio che attinge alla fantomatica teoria gender o ideologie divisive” le parole della presidente
Ilaria Ulgharaita.
Milano: la posizione della diocesi
A Milano la
veglia arcobaleno si è svolta la sera del 26 maggio. E anche in questo caso Pro Vita & Famiglia ha polemizzato diffondendo frasi di una mail privata intercorsa con il vicario episcopale di Milano, monsignor
Luca Bressan.
Il vicario episcopale di Milano, monsignor Luca Bressan
È stata “estrapolata in modo arbitrario e fuorviante” una frase del vicario episcobale, ovvero quando dice di “comprendere la preoccupazione” spiega in una nota la diocesi. Dalla diocesi sottolineando che monsignor Bressan, nella mail con Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, spiegava che la Chiesa ambrosiana è consapevole della
sfida culturale in atto, che tocca al cuore l'identità umana e anche la fede cristiana. “Per questo motivo - le parole scritte dal vicario episcopale - trovo
eccessivo e sovrastimato l'allarme nei confronti di una iniziativa che non è proposta dalla Diocesi e nemmeno pubblicizzata da noi. È invece animata da persone che non hanno come loro obiettivo primario lo sconvolgimento della cultura ma semplicemente la
condivisione di gesti per curare le ferite che si portano dentro”.
Il volantino dell'iniziativa di Lecce e Bari
La diocesi, poi, spiega che “alcune di queste persone sono cristiani che pregano e
vivono la loro fede con noi, nelle nostre comunità parrocchiali. Il nostro compito è di accompagnarle e sostenerle, senza per questo venire meno alla verità che guida la nostra vita, che è Cristo”. Secondo la diocesi “la necessaria vigilanza che dobbiamo avere di fronte alla battaglia culturale
non può impedirci di vedere la persona che chiede di essere aiutata nel vivere la propria fede”. Pensiero in linea anche con il
vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi che “ritiene suo dovere presiedere all'iniziativa per ragioni di Vangelo”.
Martedì 30 maggio presso la Casa di spiritualità dei Padri Gesuiti di Ragusa si terrà una veglia di preghiera e riflessione per il superamento delle discriminazioni
Le altre veglie
A
Genova una veglia di preghiera contro l’omotransfobia è stata organizzata, nei giorni scorsi, in piazza Banchi ed hanno partecipato anche due sacerdoti della diocesi di Chiavari. Così come momenti di preghiera si sono già svolti nel Napoletano. Martedì
30 maggio invece, presso la Casa di spiritualità dei Padri Gesuiti di
Ragusa si terrà una veglia di preghiera e riflessione per il superamento delle discriminazioni verso le persone omosessuali, bisessuali e transgender. La veglia è organizzata dai gruppi ragusani delle associazioni “
La Tenda di Gionata” e “Cristiani Lgbt Sicilia” e sarà presieduta da padre Cesare Geroldi, gesuita. Al termine ci sarà un momento conviviale.