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Papa Francesco e la (non) benedizione al cane, Melio: "Il Pontefice ha sbagliato"

Lunga riflessione del consigliere della Regione Toscana: "L'amore ha infinite forme. Darne di più non toglie niente a nessuno". L'ira delle associazioni animaliste

di BARBARA BERTI -
13 maggio 2023
Papa Francesco non benedisce un cagnolino: scoppia la polemica

Papa Francesco non benedisce un cagnolino: scoppia la polemica

Papa Francesco e la (non) benedizione al cane fa scoppiare la polemica. Iacopo Melio del Pd: “Il Pontefice ha sbagliato”. Nel corso del suo intervento agli Stati generali della natalità a Roma, Papa Francesco ha raccontato un aneddoto avvenuto in Piazza San Pietro. Nel corso dell'udienza del mercoledì, una donna gli si è avvicinata chiedendogli: “Lo benedice il mio bambino?”. Dentro la borsa c'era il cane. Il Pontefice ha raccontato: “Non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora, dicendole: ‘Tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino’”. Bergoglio ha sottolineato che queste “sono scene del presente” ma bisogna stare attenti perché potrebbero diventare “l'abitudine del futuro”.
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Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana (Facebook)

Parole che non sono piaciute a Iacopo Melio, giornalista, attivista per i diritti umani e civili e consigliere regionale Pd Toscana. “L'amore ha infinite forme. Darne di più non toglie niente a nessuno” dice nel suo intervento a “Vanity Fair”, una lunga riflessione sull'amore come scelta consapevole. “C’è chi dà amore agli animali perché non può biologicamente avere figli. C’è chi dà amore agli animali perché non vuole avere figli. C’è poi chi dà amore agli animali e dà amore anche ai propri figli” sono le parole di Melio al magazine, sottolineando che tutte e tre le “affermazioni sono giuste perché rappresentano scelte legittime, individuali, che non tolgono niente a nessuno”. Melio racconta di non avere figli ma un cagnolino Milo a cui è molto legato. “Credo che l’amore abbia infinite forme, mi sento di dire che io, a modo mio, a Milo non dia soltanto affetto ma anche amore” dice l’attivista nel suo intervento.
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Papa Francesco e la (non) benedizione al cane fa scoppiare la polemica

Quindi si pone una serie di domande: “Posso dire di amare il mio cane più di un figlio o una figlia? No, perché non ho figli. Lo amo allora più di quanto amerei un figlio o una figlia?”. La risposta è semplice: “Questo non posso saperlo non volendo figli, oggi e probabilmente mai. Insomma, amo Milo come si può amare, al meglio possibile, un cane”. E aggiunge: “Così come amerei mio figlio o mia figlia, se ne volessi e li avessi, dando il miglior amore possibile che si possa dare ai propri figli. Si tratta dunque di amori diversi, nella forma e nella sostanza, che non possono essere paragonati né alimentati o esclusi a vicenda”. Da queste premesse, quindi, le considerazioni sulla mancata benedizione. “Papa Francesco ha sbagliato nel non concedere la benedizione a un povero cane senza colpe, soprattutto se quel cane apparteneva a una credente” dice Melio.
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Secondo Melio, quindi, “chiudere le porte non sia il modo migliore per promuovere la Fede. Perché sì, quasi ci scommetterei: anche Gesù, in mezzo ai dodici apostoli, aveva un cane o un gatto che lo seguiva, con amore e fedeltà reciproca”

E aggiunge: “Ecco perché la Chiesa, tutta, dovrebbe smetterla con quella narrazione ‘natalizzante’ che vede la famiglia perfetta come copia di quella di Nazareth”. “E poi tutti i sensi di colpa sulla fame nel mondo e sui milioni di bambini poveri da adottare, gli stereotipi sulle vie più semplici che ‘la modernità’ ci porta a scegliere e le mancanze di responsabilità… Sono ormai polverosi, vecchi, stantii, e non fanno bene all’immagine di chi dovrebbe professare accoglienza senza alcuna discriminazione” recita ancora l’intervento a “Vanity”. Secondo Melio, quindi, “chiudere le porte non sia il modo migliore per promuovere la Fede. Perché sì, quasi ci scommetterei: anche Gesù, in mezzo ai dodici apostoli, aveva un cane o un gatto che lo seguiva, con amore e fedeltà reciproca”.
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Il presidente dell'Oipa, Massimo Comparotto (Facebook)

La protesta dell’Oipa

Le parole del Papa hanno fatto arrabbiare anche le associazioni animaliste. L’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali, sottolinea come il pontefice non sia nuovo a questo genere di esternazioni che contrappongono i figli a cani e gatti. Parole “che rivelano una certa lontananza dall'amore incondizionato per gli animali, quello che invece hanno manifestato nel corso dei secoli molti santi da San Francesco, che li chiamava fratelli e sorelle, a San Giovanni Bosco, passando per Sant'Antonio Abate, Santa Gertrude di Nivelles, San Serafino, San Filippo Neri” ricorda l’organizzazione. “La tradizione della Chiesa cattolica racconta 2000 anni di storie di santi che rispettavano e amavano gli animali” commenta il presidente dell'Oipa, Massimo Comparotto. E prosegue: “Spiace che di nuovo il pontefice prenda le distanze da esseri viventi, anche loro parte del Creato, invece di promuovere una nuova visione specialmente in quest'epoca in cui si ritiene lo sfruttamento spietato della creazione come necessario e connaturato all'uomo”.
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Il presidente dell'Oipa, Massimo Comparotto con il suo cane (Facebook)

L’Oipa ricorda che sono molti i sacerdoti che benedicono gli animali durante alcune ricorrenze e che forse ora sentiranno di essere in torto, quando al contrario non fanno altro che seguire le orme del santo da cui il Papa ha voluto prendere il nome. Quindi l’affondo degli animalisti che accusano di fatto Papa Francesco di crudeltà con gli animali: “E’ strano pensare che il Papa consideri l’amore nelle nostre vite come limitato quantitativamente, e che dandolo a qualcuno lo si tolga ad altri. È evidente che per Francesco la vita animale è meno importante della vita umana, ma chi sente che la vita è sacra, ama la vita al di là delle specie” tuona Comparotto.

Le critiche di Aidaa

Anche l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) critica il comportamento e le frasi del Pontefice. “Papa Francesco non si smentisce mai nel contrapporre i bambini agli animali domestici” dichiara l’associazione. E aggiunge: “Questo Papa, che da piccolo per sua stessa ammissione sognava di fare il macellaio, non perde occasione per ribadire il principio secondo cui le giovani coppie non fanno figli, ma adottano i cani come surrogato”. Poi: “Oramai lo sanno anche i sassi che non è vero, ma lui continua imperterrito a ripeterlo”.
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Secondo l’Aidaa “questo Papa ha già espresso in diverse occasioni questa opinione secondo la quale le famiglie preferiscono i cani ai bambini, ma è oramai accertato che le due cose non hanno alcuna correlazione”

Secondo l’Aidaa “questo Papa ha già espresso in diverse occasioni questa opinione secondo la quale le famiglie preferiscono i cani ai bambini, ma è oramai accertato che le due cose non hanno alcuna correlazione”. A questo punto, l’associazione si domanda “perché il Papa ce l'abbia tanto con gli animali di casa e i preti invece, in cambio spesso di laute mance, benedicano qualunque cosa compresi gli animali, i terreni e le automobili”. Per l’Aidaa “appare evidente la contraddizione in essere” e, quindi “forse sarebbe meglio che Oltretevere si schiariscano le idee sul comportamento da tenere con gli animali domestici e non cambiare modo di pensarla quando di mezzo c'è la vile pecunia”.