Mentre il
ddl Zan dorme in
Parlamento, dai Comuni arrivano i primi gesti concreti contro l'
omotransfobia.
Otto comuni hanno approvato la delibera del
Partito Gay LGBT+ che per la prima volta
multa con 500 euro chi fa
dichiarazioni o azioni discriminatorie verso lesbiche, gay, bisex e trans.
Fabrizio Marrazzo, portavoce del partito Gay LGBT+
Monterone, il paese più piccolo d'Italia che vieta le discriminazioni LGBT+
Discriminazioni lgbt vietate nel paese più piccolo d'Italia. A Morterone, in provincia di Lecco, è stata approvata una delibera contro la “
discriminazione e la violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità”. Chiunque, anche sui
social, propaganda idee o compie
atti discriminatori in base a sesso e orientamento sessuale, ma anche per questioni etniche e religiose, verrà multato con
500 euro. I soldi raccolti serviranno per costituire un fondo contro l'omotransfobia. "Finora sono state sempre approvate mozioni, che hanno un valore simbolico. Importanti sì, ma senza conseguenze concrete. Adesso, dice
Marrazzo, portavoce del partito Gay LGBT+, invece c'è una sanzione. Rispetto alla legge Mancino, che è del 1993, si sono fatti passi in avanti perché la delibera prende in considerazione
le manifestazioni discriminatorie che avvengono online. Pensiamo agli insulti subiti quando una coppia omosessuale pubblica una foto Facebook. Ecco un'azione del genere potrà essere perseguita." La delibera è stata approvata dal
sindaco Dario Pesenti, dal suo vice Mario Formenti e dall'assessore
Andrea Grassi, che alle elezioni amministrative di ottobre era il
candidato del Partito Gay Lgtb+: nonostante sia stato sconfitto per 12 voti a 9 in seguito ad un accorpamento tra consiglieri di maggioranza e di opposizione è entrato poi lo stesso
in giunta comunale. “Dove non arriva lo Stato, col Parlamento che ha bocciato la legge Zan, arriviamo noi”, spiega Andrea Grassi, che, come tutti gli amministratori locali di Morterone non abita nel minuscolo borgo abbarbicato a mille metri di quota alle pendici del Resegone, montagna simbolo di Lecco e dei Promessi sposi. La delibera è stata inoltrata a maggio a
tutti gli ottomila comuni in Italia e a
tutte le Regioni ed è stata già approvata anche a Cancellara in provincia di Potenza, Madonna del Sasso nel Verbano Cusio Ossola, Ferla a Siracusa, Castiglione Cosentino, San Nicolò d'Arciano a Oristano, Castelnuovo Cilento a Salerno e Oriolo in provincia di Cosenza.
Il comune di Morterone in prima fila per l'applicazione della legge contro chi insulta gay, lesbiche e trans
"Adesso c'è una conseguenza concreta per chi insulta e discrimina": l'esultanza del portavoce del partito Gay LGBT+
"
Un passo importante, perché non si tratta di un'azione solo simbolica.
Adesso c'è una conseguenza concreta per chi insulta e discrimina", dice
Fabrizio Marrazzo, portavoce del partito Gay LGBT+. Un netto passo avanti che, oltretutto, prende in considerazione anche le
manifestazioni discriminatorie che avvengono online.
Il tutto mentre la politica latita lasciando il Ddl Zan chiuso nei cassetti del Senato. "Il 28 giugno sono 53 anni
dai moti di Stonewall che hanno dato vita alle manifestazioni dei
Pride, sottolinea, e proprio in questa giornata vogliamo ringraziare le prime amministrazioni che hanno approvato la nostra proposta. Speriamo che adesso facciano da traino per
i Comuni più grandi e le Regioni. In particolare invitiamo tutti i neo sindaci ad approvarla. Anche Tommasi di Verona, se vuole dare un segno di discontinuità con la precedente Giunta e con la Regione Veneto." Città come Bari e Ravenna hanno detto chiaramente ai promotori di giudicarla "non applicabile". "Una decisione - commenta Marrazzo -
che lascia l'amaro in bocca. Noi siamo e restiamo disponibili a fornire un parere legale per dimostrarne l'applicabilità".