Sono passati ventitré anni da quell' 11 settembre 2001 e in questo lasso di tempo è passata una vita. Eppure di quel giorno, di quel pomeriggio, ho un ricordo lucido e non sono l'unica. Lo cantano anche i Pinguini Tattici Nucleari riportando in musica una memoria generazionale: “Scrivile, scemo, un finale migliore, per quella puntata della Melevisione, interrotta da torri che andarono in fiamme, e bimbi che facevano domande”.
Erano circa le 15, ero tornata da scuola – all'epoca avevo 12 anni – e come tutti i giorni dopo pranzo ero sul divano. Stavo guardando una puntata di Otto sotto un tetto , su Italia1. Un momento di spensieratezza adolescenziale, prima di immergere il naso tra i libri, bruscamente interrotto dalla sigla del telegiornale in edizione straordinaria . Ricordo che ci rimasi male e iniziai a sbuffare, ma poi davanti ai miei occhi ingenui iniziarono a sfilare quelle immagini tremende. Gli aerei contro le Torri, il fuoco, il crollo, l'enorme nube di fumo che inghiottiva le strade, la gente in fuga in lacrime, l'incredulità nei loro volti. E nel mio. Quelle immagini mi rapirono. Rimasi a fissarle per ore, in silenzio, passando da un canale all'altro in modo compulsivo, non volevo perdermi nulla.
Poi andai al computer. Fisso, ingombrante e lento. Potevano essere circa le 18 o giù di lì e iniziai a scrivere un articolo. Il mio primo articolo, tra l'altro, scritto per nessuno, tra le quattro mura della mia cameretta, nel quale facevo finta di essere una giornalista inviata a New York. A distanza di ventitré anni la memoria di quel giorno è ovattata. Lo ricordo molto silenzioso, come la cena in famiglia. Gli unici suoni che mi porto dietro sono quelli dei servizi televisivi e le sigle dei telegiornali.
E voi? Cosa vi resta di quel momento? Cosa ricordate?