Venturina Terme, il padre del bambino ebreo: "Sputi e calci a mio figlio, ho finito le lacrime"

di MAILA PAPI
26 gennaio 2022

Bambino triste

"Stai zitto, sei un ebreo, devi morire nei forni". Una frase agghiacciante scaraventata in faccia a un bambino di 12 anni da due ragazzine di 15 anni al parco Argentina Altobelli di Venturina Terme in provincia di Livorno. E poi spinte, calci e sputi. È accaduto domenica pomeriggio, a pochi giorni della Giornata della Memoria. A due passi da dove è avvenuto l’episodio, la scuola dove bambini delle elementari stanno studiando il Diario di Anna Frank. È la sera intorno alle 18, il dodicenne esce di casa e si dirige al parco per incontrare un suo compagno di classe. Quando arriva l’amico è in compagnia di altri amici, fra questi due ragazze quindicenni che frequentano le superiori di Piombino. Il dodicenne che frequenta la seconda media Carducci a Venturina Terme (diecimila abitanti nel Comune di Campiglia), saluta il gruppo. A quel punto una ragazza gli dice di non parlare, perché la sua voce le dà noia. Il ragazzino le risponde di no e subito dopo accade ciò che sinceramente nessuno si sarebbe aspettato. Una coltellata al cuore. E ieri mattina il padre del bambino aggredito ha sporto denuncia ai carabinieri, perché questa vicenda non passi sotto silenzio. Le due ragazzine sono state identificate e il caso è seguito dalla Procura presso il Tribunale dei Minori di Firenze. Tante le reazioni a partire dal ministro dell’Istruzione. "Insultare e aggredire un ragazzo ‘perché ebreo’ è inaccettabile. L’episodio addolora molto. L’odio e la prevaricazione non ammettono giustificazioni e non devono essere sottostimati", ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Intanto il bambino è tornato a scuola e le due ragazzine identificate, gli atti trasmessi al tribunale di Minori di Firenze. Come state vivendo in famiglia questa situazione? "Ho finito le lacrime – confida il padre del bambino – ho raccontato tutto quello che è accaduto ai carabinieri di Piombino, non bisogna far finta di nulla". E suo figlio? "Il bambino è chiaramente scioccato da quello che ha subito. Si può immaginare che cosa significhi per un bimbo di 12 anni essere aggredito con queste parole. Noi cerchiamo di stargli vicino, i nonni anche, cerchiamo di fargli vivere una vita normale e buttarsi alle spalle questo episodio, ma non se lo dimenticherà mai. Se lo porterà dietro tutta la vita". Che cosa pensate di fare? "Cercheremo, anche tramite la scuola e la psicologa dell’istituto di farci aiutare, di avere assistenza. Ripensando all’episodio giuro che ho finito le lacrime. Rivedo mio figlio che cerca di togliere gli sputi dal giacchetto. Sono distrutto, non ne posso più. Queste cose non devono più esistere. Per questo ho deciso di denunciare l’accaduto, quello che è successo a mio figlio non deve accadere più a nessuno". Tra poche ore celebriamo la Giornata della memoria per non dimenticare l’odio nazista. "Già. Quello che è avvenuto a mio figlio è un atto atroce, le leggi razziali sono iniziate così". Ci sono state molte reazioni. Come vi sentite?  "Abbiamo avuto la solidarietà di tutti, il supporto della comunità ebraica italiana, si sono resi disponibili a supportarci dal punto di vista legale. Ho letto le parole del ministro. Ho già parlato con il sindaco di Campiglia e con la dirigente scolastica". E le ragazzine l’hanno contattata? "No, né i genitori delle ragazze, né le ragazze si sono fatte sentire". Lei ha subito denunciato ed ha sottolineato anche altri aspetti gravi. "Sì, all’episodio gravissimo si aggiunge un altro aspetto altrettanto grave; nessuno dei presenti in quel giardino ha difeso mio figlio. Non riusciamo a dare una spiegazione a quelle offese". Non era mai successa una cosa simile? "No. C’erano stati messaggi con svastiche tempo fa, allora avevo informato gli altri genitori. Ma stavolta non mi sono fermato ed ho denunciato". Lei è anche una persona che si è impegnata per parlare della Shoah nelle scuole, che effetto le fa questa vicenda? "Anche per questo sono particolarmente colpito e credo che serva agire ancora di più per spiegare ai ragazzi l’orrore dell’odio razziale, dobbiamo fare di più. E lo faremo tutti insieme, la solidarietà che stiamo ricevendo è un bel segnale".