Accuse di abusi ad Alberto Fernández: “L'ex first lady argentina mi chiese aiuto per le percosse”

La segretaria dell’ex presidente argentino ha testimoniato a favore della compagna di quest’ultimo, Fabiola Yáñez, al momento indagato ma non ufficialmente imputato. Intanto Javier Milei strumentalizza il caso per fini politici

di AMBRA NARDI -
23 agosto 2024
L'ex presidente argentino Fernández con la moglie Fabiola Yáñez

L'ex presidente argentino Fernández con la moglie Fabiola Yáñez che lo ha denunciato per violenze domestiche

Duro colpo giudiziario per Alberto Fernández nella causa per violenze domestiche e di genere avviata dalla moglie Fabiola Yáñez: la segretaria particolare dell'ex presidente argentino, María Cantero, testimoniando in tribunale ha ammesso che i messaggi in cui l'ex primera dama chiedeva aiuto per le percosse ricevute sono veri.

Cantero ha risposto a tutte le domande poste dall'accusa e non ha esitato a riconoscere le immagini che Yañez le aveva inviato con espliciti segni di violenza sul suo corpo. La donna, che ha detto di conoscere Fernández da 35 anni, ha confermato che la consorte dell'ex leader peronista le aveva raccontato di essere stata picchiata periodicamente. Anche la giornalista Alicia Barrios, vicina a Yáñez, ha confermato che la vittima soffriva di “abuso emotivo”, pur ammettendo di non aver visto l’uomo, picchiare la compagna.

La denuncia 

Martedì 6 agosto, Fabiola Yáñez ha presentato una denuncia per violenza di genere contro l’ex compagno Alberto Fernández, 65 anni. Il giudice Julián Ercolini ha immediatamente attivato una serie di misure restrittive contro il politico argentino, per evitare il possibile ripetersi dei fatti denunciati.

Per il momento l’uomo è soltanto indagato e non è stato ufficialmente imputato, ma nel quadro dell'inchiesta il giudice istruttore ha ordinato nel frattempo nei suoi confronti il divieto di lasciare il Paese. La coppia è attualmente separata. Yáñez vive a Madrid con il figlio di due anni avuto da Fernández, mentre l’ex presidente – che fino a qualche mese fa viveva con loro – dopo la fine della relazione durata otto anni è tornato a Buenos Aires.

La giornalista e attrice argentina ha affermato però di non sentirsi sicura nella capitale spagnola: “Ho paura persino di tornare a casa, oggi mi hanno messo degli inibitori per non far partire la macchina”, ha rivelato nell'intervista rilasciata al portale Infobae. L’ex marito, che a novembre ha lasciato il posto all’attuale presidente Javier Milei, è già implicato in una grossa indagine per corruzione.

Le prove della violenza 

Pochi giorni dopo la denuncia, il portale Infobae – che ha avuto accesso esclusivo a foto e a chat che compaiono nel fascicolo giudiziario – ha reso pubblici gli scatti che ritraggono l’ex first lady con lividi viola ed ematomi su un braccio e sul viso. Nelle conversazioni allegate al processo, la donna rimprovera per le sue violenze l'ex capo dello Stato. 

La risposta di Fernández non si è fatta attendere, negando le accuse di violenza domestica: parlando con il giornalista Horacio Verbitsky, ha affermato che l'occhio nero che Yañez ha mostrato in una foto per dimostrare l'aggressione era stato provocato da un “trattamento estetico contro le rughe”. 

Le conseguenze politiche e la reazione di Milei 

La denuncia contro Fernández, politico di centrosinistra, è stata immediatamente strumentalizzata dall’attuale presidente ultraliberista di destra, Javier Milei. Il presidente non si è limitato ad attaccare solo Fernández e il suo partito, spingendosi ad attaccare anche le politiche femministe che il suo governo aveva sostenuto. 

Già nelle prime settimane da nuovo presidente, Javier Milei ha mostrato di voler preseguire politiche antifemministe, smantellando leggi considerate grandi conquiste dal movimento di emancipazione femminile. Javier Milei – diventato famoso per il suo motto “Afuera!”, (in italiano “Fuori!”),  riducendo i numeri dei ministeri in argentina – ha eliminato il ministero delle Donne, dei Generi e della Diversità. 

Inoltre, ha suggerito l’intenzione di limitare il diritto all’aborto, ha negato l’esistenza di un divario retributivo tra donne e uomini (divario che però i dati confermano), e si è espresso a sfavore dell’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole.