L’Argentina mette al bando il linguaggio inclusivo. Milei non ha dubbi, via la ‘x’ e lo schwa dai documenti ufficiali

Il leader argentino, che già in passato aveva adottato provvedimenti contro la parità di genere e si era scagliato contro le donne, ha deciso di vietare l’utilizzo di termini inclusivi

di TOMMASO CARMIGNANI
29 febbraio 2024

La lingua che contempla tutti i settori è lo spagnolo. E siccome in passato la prospettiva di genere e il linguaggio inclusivo sono stati utilizzati come “strumento politico”, il Governo ha deciso di metterli al bando. E’ l’ultima trovata di Javier Milei, il vulcanico presidente dell’Argentina, ultraliberista e populista che in passato, tanto per dirne qualcuna, ha parlato dello Stato come di una sorta di associazione a delinquere, ha dato del comunista a Papa Bergoglio e in più di un’occasione non ha mancato di farsi notare per le sue politiche ‘anti-femministe’ e contro l’uguaglianza di genere. 

USA CPAC 2024
USA CPAC 2024

L’Argentina, quindi, ha appena comunicato – per mezzo del portavoce di Milei, Manuel Adorni – la decisione di vietare in tutti i documenti della pubblica amministrazione l’utilizzo dell’asterisco, della chiocciola, dello schwa, la lettera “x” o la lettera “e” al posto della desinenza finale maschile o femminile, scelta che ovviamente non ha mancato di far discutere. Perché Milei era già noto per le sue uscite non propriamente ‘inclusive’, come quando parlò di ideologia gender e del rischio che certe idee fossero volte alla distruzione della famiglia tradizionale, o come quando, da deputato, si rifiutò di declinare al femminile la parola presidente nell’appellarsi alla “presidenta” della Camera Cecilia Moreau, sostantivo che in spagnolo si usa abitualmente.

L’abuso del plurale maschile

Quanto alla messa al bando del linguaggio inclusivo, è bene sapere che la lingua spagnola è un po’ come quella italiana: contempla due generi, maschile e femminile, con le relative desinenze. E quando si intende rivolgersi ad una platea di uomini e donne, si usa il cosiddetto plurale maschile sovraesteso. Da qualche anno a questa parte, per rendere più inclusivo il linguaggio, si può dire amigues anziché amigos, o todxs al posto di todos e todas. Nello spagnolo parlato si aggiunge quasi sempre la soluzione della “e” al posto della desinenza finale maschile o femminile, perché è più facile da pronunciare, mentre nella lingua scritta si può tranquillamente utilizzare la @.

L’Academia Argentina de Letras e la Real Academia Española, cioè le istituzioni che elaborano in Argentina e in Spagna le regole linguistiche dello spagnolo, si sono opposte alla diffusione del linguaggio inclusivo, ma nonostante ciò è molto usato negli enti governativi, nelle scuole, nelle università, ma anche nel linguaggio di tutti i giorni. Laddove si parla lo spagnolo, quindi, il suo utilizzo è molto più diffuso rispetto a quei paesi in cui, come l’Italia, non è contemplato il genere neutro. 

Niente linguaggio inclusivo in Argentina
Niente linguaggio inclusivo in Argentina

Il divieto

Il Governo di Milei ha perciò deciso che nella pubblica amministrazione “non sarà possibile utilizzare la lettera e, la chiocciola e la lettera x” e si dovrà eliminare “l’inclusione non necessaria del femminile da tutti i documenti”. La decisione fa il paio con quella assunta pochi giorni fa dal Ministero della Difesa argentino, che ha vietato l’utilizzo del linguaggio inclusivo in tutti i testi ufficiali.

Milei, come accennato, non è nuovo a politiche anti-femministe. Una volta eletto presidente ha abolito il ministero delle Donne, dei Generi e della Diversità, retrocedendolo a sottosegretariato e tagliandone dunque i fondi a disposizione. La Libertad Avanza, il suo partito, si è scagliato anche contro l’aborto, presentando una proposta per abrogare la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, approvata nel dicembre 2020 dopo una grande mobilitazione dei movimenti femministi.