Smantellato in Argentina il segretariato contro la violenza di genere

L’allarme di organizzazioni e istituzioni: “Un fatto grave, l’ennesimo tentativo del presidente Milei di svuotare le politiche per i diritti di donne e minoranze. Un brutale disinteresse”

7 giugno 2024
Ni Una Menos (Instagram)

Ni Una Menos (Instagram)

Il governo argentino ha disposto lo scioglimento del Sottosegretariato per la Protezione contro la violenza di genere, area a cui era stato ridotto il preesistente Ministero per le Donne, e che di recente era stato posto sotto il Ministero della Giustizia.

Nello stesso tempo, riferisce l'agenzia Noticias Argentinas, è stato confermato che la titolare del Sottosegretariato, Claudia Barcia, "ha presentato le sue dimissioni”. In un comunicato, si precisa che la decisione è stata ufficializzata “dopo che un rigoroso studio ha rilevato una chiara sovrapposizione di funzioni fra diversi enti pubblici”.

Nel frattempo, è stato indicato che i compiti del disciolto Sottosegretariato, continueranno ad essere adempiuti presso il Segretariato per i Diritti umani della Nazione e presso altri nell'ambito del Segretariato di Giustizia, entrambi dipendenti dal Ministero della Giustizia.

Un passo indietro

Il quotidiano Pagina 12 fa notare che questa decisione è stata presa nella settimana di Ni Una Menos e con i dati sul femminicidio in aumento. Prima il Sottosegretariato, che avrebbe dovuto occuparsi di prevenzione e di assistenza alle vittime e ai familiari, è stato trasferito dal Capitale Umano al Ministero della Giustizia, per poi essere destituito. Da qui le conseguenti dimissioni di chi era a capo, ovvero Barcia. 

Il tutto, giustamente, ha suscitato grande preoccupazione e allarmismo nelle organizzazioni che si occupano di diritti delle donne e di diversità e che hanno colto questo gesto come un enorme passo indietro nella lotta alla violenza di genere. 

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Per non parlare dei centinaia dipendenti che non conoscono il loro destino. Pagina 12 non esclude futuri licenziamenti in massa, anche alle luce dei tagli al settore pubblico annunciati ed effettuati dal presidente Javier Milei. Il quotidiano, inoltre, vive questa mossa come l’ennesima di un governo che negli ultimi sei mesi avrebbe “smantellato e svuotato le politiche volte a prevenire, assistere e proteggere le donne e le diversità in situazioni di violenza – scrive Pagina 12 – L'attuale budget del Sottosegretariato (disponibile per l'intero anno) in termini reali era già inferiore del 62% rispetto a quello del 2023, secondo un'indagine di ELA e dell'Associazione civile per l'uguaglianza e la giustizia (ACIJ)”.

Le reazioni

“Un brutale disinteresse per la sfera pubblica, abbiamo urgente bisogno che lo Stato protegga, sostenga e assista le vittime della violenza di genere e riduca i divari di disuguaglianza”, ha dichiarato Estela Díaz, da dicembre a capo dell'unico Ministero delle Donne e delle Diversità rimasto nel Paese.

"E’ molto grave. Sebbene fosse già indebolito e con un budget ridotto, stanno piantando in asso le donne, le ragazze e le diversità che subiscono violenza di genere. Che fine farà la linea 144, fondamentale per la prevenzione? Che ne sarà del Registro unificato dei casi, che permette di analizzare l'entità del problema per intervenire, e del Programma Acompañar? Ne stanno smembrando le funzioni", ha dichiarato l'epidemiologa Mabel Bianco, responsabile della Fondazione per gli studi e le ricerche sulle donne (FEIM).

La deputata giustizialista Mónica Macha, presidente della Commissione Donne e Diversità della Camera dei Deputati, ha attaccato: "Il governo di Milei ha aggiunto un nuovo anello alla lunga catena di atti contro le donne, le lesbiche, i travestiti e i transgender. Promuove i discorsi di odio, consente la violenza e nega la disuguaglianza di genere. Non è solo un problema di politica pubblica, ma anche un messaggio alla società: la violenza contro le donne non conta”.