Violenza sulle donne, così le cabine fototessera diventano un rifugio

Il progetto dell'associazione Differenza Donna in collaborazione con l'azienda Dedem prenderà il via entro l'estate con la creazione di 50 punti distribuiti in tutta Italia, nei luoghi più difficili delle varie città

di CHIARA CARAVELLI -
29 aprile 2024
La cabina per le foto diventa un punto di aiuto per le vittime di violenza

La cabina per le foto diventa un punto di aiuto per le vittime di violenza

Le cabine delle fototessere diventeranno punti di aiuto per le donne vittime di violenza. Il progetto dell’associazione Differenza Donna in collaborazione con l’azienda produttrice delle cabine, Dedem, prenderà il via entro l’estate con la creazione di 50 postazioni distribuite in tutta Italia, da Nord a Sud.

I Pink Box 

Saranno sparsi nei punti più ‘difficili’ delle varie città: le donne potranno entrare, spingere il bottone della Pink Box e aprire un collegamento diretto con il call center 1522, l’help line violenza e stalking che solo nell’ultimo trimestre del 2023 ha ricevuto ben 54mila chiamate. L’obiettivo del progetto è quello di aiutare le donne a denunciare situazioni di violenza, che spesso avvengono tra le mura di casa, in uno spazio protetto, lontano da occhi e orecchie indiscrete, da parole e da gesti che potrebbero soffocare il tentativo della donna di cercare una via d’uscita.

Strumenti di protezione in anonimato 

"Diffusione, conoscenza e accesso al 1522 – ha spiegato Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna – sono strumenti di protezione fondamentali, un'opportunità per le donne che vivono una situazione di violenza. Vuol dire avere la disponibilità, in anonimato e riservatezza, di confrontarsi con esperte che ascoltano e restituiscono alla donna come uno specchio la realtà che sta vivendo, facendola uscire da una sottovalutazione che è spesso meccanismo tanto difensivo quanto pericoloso".

Il numero 1522 è attivo 24 ore su 24: le donne possono ricevere aiuto in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese e polacco. L’obiettivo è quello di raggiungere quota 300 cabine entro la fine dell’anno. "Con questo progetto – le parole di Simona Belli, responsabile Risorse umane di Dedem – abbiamo messo a disposizione la nostra infrastruttura per una battaglia che non può che essere dell’intera società. Se potremo aiutare anche solo una donna a riconquistare la libertà il nostro obiettivo sarà stato raggiunto".

Le chiamate al 1522 e il fenomeno della violenza 

Un nuovo e importante aiuto per le vittime che in questo modo avranno uno strumento in più per denunciare le violenze subite. Un fenomeno che, purtroppo, continua a registrare numeri altissimi, come testimoniano i dati diffusi dal 1522: il 47,6% delle vittime chiede aiuto per violenza fisica, il 36,9% per quella psicologica. Il 64,5% dichiara di aver subito violenza per anni, il 25,5% per mesi, il 10% di aver subito soltanto uno o pochi episodi di violenza. Il 24,8% delle vittime hanno paura di morire e timore per la propria incolumità e dei propri cari, mentre i 2/3 provano ansia e il 24,3% si sente in grave stato di soggezione. Il 10,2% si sente molestata, ma non in pericolo. Quasi per tutte (poco meno dell’80 per cento), il luogo della violenza è racchiuso dentro le pareti di casa.