Telepass a misura di donne e madri: l'esperienza di Rosa Morgano, responsabile marketing e customer value manager

“Il lavoro in Telepass mi permette di vivere serenamente il ruolo di madre e di mettere al centro ciò a cui tengo di più a livello personale: la mia famiglia"

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
15 gennaio 2024
Telepass Customer Value Manager

Telepass Customer Value Manager

Raccontare il mondo del lavoro al femminile è sempre un’impresa assai complessa. Le sfumature sono molte e variegate, così come le implicazioni. Spesso, a fare notizia sono le storie in chiaroscuro, che lasciano poco spazio alla speranza. Eppure, l’Italia custodisce realtà aziendali che hanno saputo fare della valorizzazione del ruolo donna un punto di forza. Telepass - società del Gruppo Mundys che è presente in 24 paesi e opera a livello internazionale nell’ambito delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e integrata - ha fatto della mobilità, senza interruzioni e ostacoli, il proprio business, dando vita a un sistema integrato di servizi in ambito urbano ed extraurbano per offrire alle persone la possibilità di muoversi liberamente e senza ostacoli. Anche, ma non solo per questo, rientra di diritto in questa categoria e, a tutti gli effetti, può esserne considerata una delle aziende più evolute nell’ambito dell’inclusione nel nostro Paese. Per saperne di più, ne abbiamo parlato con Rosa Morgano, Responsabile Marketing e Customer Value Management.
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Rosa Morgano, Telepass Customer Value Manager

L'esperienza in Telepass

In Telepass, si occupa delle fasi che vanno dal posizionamento del prodotto alla comunicazione, mettendo sempre al centro il cliente e le sue esigenze. Madre di due figli, moglie e professionista, a quarantadue anni compiuti, non solo si dice soddisfatta del proprio lavoro ma ha la piena e completa consapevolezza che il meglio debba ancora venire. “Il lavoro in Telepass mi permette di vivere serenamente il ruolo di madre e di mettere al centro ciò a cui tengo di più a livello personale: la mia famiglia. Svolgere la mia professione in un luogo sereno, inclusivo, capace di accogliere le differenze e di farne un valore aggiunto significa tenere perfettamente in equilibrio vita lavorativa e sfera privata. I miei figli, vedendomi felice e pienamente appagata, cresceranno consapevoli che il lavoro non è un dovere quanto, piuttosto, nel mio caso, un servizio per la comunità. Mi piace pensare che il mio esempio possa essere per loro una lezione di vita.” A sentirla raccontare la quotidianità d’ufficio, è difficile non restare piacevolmente colpiti da una realtà che ha saputo fare della flessibilità un must: “Se uno dei miei figli dovesse ammalarsi in un qualunque giorno lavorativo, non solo l’azienda non porrebbe alcun tipo di ostacolo nella gestione della situazione, come è ovviamente dovuto, ma in aggiunta mi consentirebbe in totale serenità di prendermene cura, gestendo il lavoro in maniera del tutto autonoma e ricorrendo allo smart working." Sì, perché in Mundys, come in Telepass ma anche in Aeroporti di Roma, il concetto del lavoro ha imboccato la strada della misurazione degli obiettivi e non della quantità di tempo trascorsa in ufficio. Nell’eterna lotta tra quantità e qualità - nell’intero Gruppo che gestisce 5 aeroporti al mondo, circa 9.200 km di autostrade, ed è presente in oltre 600 città con servizi di Intelligent Transport System  - ha decisamente avuto la meglio la seconda, dimostrando che vincolare i lavoratori a tempi e spazi prestabiliti in un mondo interconnesso come quello contemporaneo, oltre a essere del tutto anacronistico, rischia di diventare addirittura controproducente.

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Flessibilità e rispetto delle esigenze

Un atteggiamento che va molto oltre le policy. “Se durante un meeting online mi trovo fuori scuola a prendere uno dei miei figli o qualche collega interviene durante uno spostamento per ragioni personali, nessuno del team si stupisce o, peggio, si infastidisce. Tutto viene vissuto nel pieno rispetto delle soggettività e delle personali esigenze. D’altronde, da un’azienda che mette al centro la mobilità delle persone sarebbe difficile aspettarsi altro.” Rosa Morgano, che tra le altre cose lavora in un team perfettamente paritario in ottica di genere, ci tiene a sottolineare che la faccenda non è solo formale. Nell’azienda in cui lavora non esistono stereotipi né pregiudizi di genere. Una filosofia aziendale trasversale, che contamina tutte e tutti e genera un clima positivo e propositivo.

Solidarietà femminile

“Un dato di cui tenere conto è la solidarietà femminile che esiste in Telepass. Gruppi di professioniste che, oltre ad avere l’obiettivo di creare occasioni formative, mettono al centro l’aiuto e il sostegno reciproco.” La “Woman community di Telepass” (ndr nome del gruppo) non è altro che una rete che ha trovato terreno fertile in una dinamica aziendale già pienamente sulla strada della parità di genere. Quella di Rosa Morgano è senza dubbio la storia di una giovane donna che ha sempre sentito, dentro di sé, la spinta verso il nuovo, verso una carriera internazionale che le ha consentito di costruire un bagaglio professionale e personale molto ricco, per poi approdare in Telepass, un’azienda che le ha permesso non solo di utilizzare le competenze acquisite ma di sentirsi pienamente soddisfatta. Dopo diciotto anni, Rosa continua a vivere il proprio ruolo in azienda come una sfida e vede all’orizzonte ancora diversi nastri da tagliare. Certo, ha avuto la fortuna di avere al proprio fianco un uomo che l’ha sostenuta e questo è sicuramente un valore aggiunto. In Telepass, Rosa riesce ad esprimere liberamente il ruolo di madre e compagna senza scendere a compromessi con le proprie ambizioni. Una constatazione che può sembrare normale ma che ancora oggi, troppo spesso, viene considerata speciale. Multitasking e con lo sguardo rivolto al futuro, dovesse scegliere tre parole per raccontare il proprio lavoro opterebbe per “libertà”, “passione” e “coraggio”. A leggerle al contrario, appaiono come la perfetta descrizione di un’azienda che valorizza i propri dipendenti, consentendo loro di appassionarsi sempre di più alla professione.