Educare l’algoritmo alla diversità per creare inclusione

L'articolo sottolinea l'importanza di considerare la bidirezionalità dell'Intelligenza Artificiale e l'urgenza di combattere i bias attraverso la diversificazione dei dati. Presenta la piattaforma Diversifind come soluzione per promuovere l'inclusione nel mondo del lavoro.

di Redazione Luce!
19 ottobre 2024
Educare l’algoritmo  alla diversità per creare inclusione

L'articolo sottolinea l'importanza di considerare la bidirezionalità dell'Intelligenza Artificiale e l'urgenza di combattere i bias attraverso la diversificazione dei dati. Presenta la piattaforma Diversifind come soluzione per promuovere l'inclusione nel mondo del lavoro.

Quando parliamo di Intelligenza Artificiale pensiamo alle opportunità che offre, al fatto che è già presente nella nostra quotidianità. Però spesso ci si dimentica che non è un tubo unidirezionale in cui inseriamo informazioni e ne escono delle altre. In realtà l’IA è a due direzioni: ogni volta che noi immettiamo qualcosa la stiamo nutrendo e tutto ciò che esce dipende fortemente da quello che noi abbiamo inserito.

Quindi primo punto di attenzione: cosa immettiamo e chi immette dal punto di vista della diversificazione. E prima ancora dobbiamo chiederci com’è stato progettato il modo in cui l’intelligenza artificiale elabora le informazioni e ce le restituirce. Dentro gli algoritmi di base, nel modo in cui noi abbiamo iniziato a impostarli, ci possono essere bias, i ’codici’ di cui noi siamo portatori e portatrici, i nostri nostri errori. L’IA impara e la notizia bella è che potremmo, teoricamente, anche avvisare, informare dei nostri bias e dell’attenzione che deve porre, quindi riequilibrare. La vera domanda allora è: se l’IA è prodotta da noi, se è progettata da noi, quanto riesce a essere razionale? Perché se riuscissimo davvero a renderla debiased, a toglierle i pregiudizi, ad avvisarla che nella società c’è una preferenza per il maschile, per l’uomo bianco, per le persone etero invece che gay, lesbiche o trans, costruiremmo un’equità vera.

E come si fa? Partendo da una diversificazione. Facciamo immettere informazione da tutte le persone, diversificate, in maniera che, oltre a dargli le chiavi per evitare diseguaglianze, proviamo ad agire anche sulla mole di informazioni, in modo che si nutra più equamente. Con Fondazione Diversity stiamo lanciando una piattaforma dedicata a tutti i gruppi sotto rappresentati, in modo che gli individui possano inserire i loro dati, essere scelti in maniera totalmente accessibile da tutta l’industria dei media. Si chiama Diversifind ed è una delle soluzioni, per cercare di fare in modo che si diversifichi il mondo del lavoro ma soprattutto si crei inclusione.